Il nuovo ciclo antologico della serie di FX, il tanto atteso crossover tra Murder House e Coven, vedrà la Paulson interpretare tre personaggi. “È quasi come un album di greatest hits“, afferma l’attrice in relazione al ritorno delle sue co-star.
Persino Sarah Paulson – che è una vincitrice di Emmy (per American Crime Story) e che è stata nominata per ben cinque volte (per American Horror Story) – sa che nell’era del grande successo televisivo può succedere qualsiasi cosa quando si parla della più grande serata dedicata alla televisione.
“L’anno scorso non sono stata nominata per American Horror Story e a volte capita, soprattutto quando una serie è in onda da tanto tempo e i votanti iniziano semplicemente a voltare pagina“, ha raccontato la Paulson a The Hollywood Reporter quando si è parlato della sua sesta nomination agli Emmy di quest’anno, per il suo ruolo in Cult, arrivata come una sorpresa. “In questi ultimi tempi c’è tanto contenuto e tanto lavoro straordinario in televisione. Non ero ignara che c’erano le nomination, ma non mi aspettavo di sentire il mio nome“.
In Cult, il settimo ciclo della serie horror antologica di Ryan Murphy e Brad Falchuk, la Paulson ha interpretato Ally Mayfair-Richards, una liberale fragile eppure appassionata che si ritrova paralizzata da una serie di fobie che riemergono dopo che Donald Trump è diventato presidente. Oltre al tema politico, Cult ha affrontato la rabbia e l’emancipazione femminile, e alla fine il tema principale si è rivelato essere il culto della personalità, con il personaggio della Paulson che ha terminato la stagione su una nota più forte rispetto a quando l’aveva iniziata.
Oltre a rivivere i risultati delle elezioni presidenziali del 2016, la Paulson ha anche affrontato le sue fobie durante le riprese di Cult, grazie a Murphy che ha inserito la sua fobia per le api, i clown e dei buchi raggruppati (chiamata Tripanofobia) nel copione. L’ottavo ciclo di AHS, Apocalypse, però, segnerà una prima volta per l’attrice all’interno della serie. La nuova stagione, che rappresenterà il tanto atteso crossover tra Murder House e Coven, la vedrà nel ruolo di ben tre personaggi.
Sotto, l’attrice dà delle anticipazioni su ciò che succederà in Apocalypse, e rivela il modo in cui, dopo otto anni, American Horror Story continua ancora a sfidarla in modi diversi.
American Horror Story è sempre provocatorio, ma Cult era sia provocatorio che attuale. Credi che l’attinenza della stagione sia stata importante per i votanti degli Emmy?
Di sicuro abbiamo rispecchiato molto di ciò che il paese stava vivendo nella sua forma più estrema – a causa della componente horror della nostra serie. D’altra parte, credo che la maggior parte delle persone ami guardare la TV per immergersi in un mondo in cui in realtà non vivono. In questo caso in particolare, però, credo che per la gente possa essere stato liberatorio ed un po’ terapeutico guardare altre persone immerse in un mondo in cui hanno trovato enormi paralleli con le proprie vite. Ally è stata letteralmente portata alla follia e credo che qualcuno tra noi senta che accade la stessa cosa quando accendiamo i notiziari. Mi chiedo se ci sia stata qualche sorta di esperienza di visione liberatoria che ha portato qualcuno a lasciarsi andare in una serie televisiva che non solo ha rispecchiato la propria vita, ma è stata anche peggiore.
Alla fine Ally è emersa come un personaggio forte – che sia buona o cattiva è un argomento di discussione. Come ci si sente ad essere riconosciuta per una stagione che ha parlato così a voce alta dell’emancipazione femminile?
Ci si sente bene ogni volta che si viene riconosciuti per aver interpretato una persona multidimensionale e imperfetta – elementi di cui gli esseri umani sono fatti. Ally ha iniziato la stagione in modo più debole e più suscettibile al terrore che altre persone che dicevano di volerle bene le stavano procurando. E quello che ha fatto in risposta è stato guadagnare potere, creare un suo piano e finire a sistemare quelle cose sbagliate in un modo molto potente. Alcune delle cose che ha fatto potrebbero essere state illegali o persino criminali (ride). Ci si sente bene quando vieni riconosciuta e basta, punto. Ma ha un significato extra speciale quando si tratta di un personaggio con cui hai sentito una connessione. In questo momento, come donna, vuoi raccontare storie responsabili riguardanti l’esperienza di essere una donna.
Cult ti ha visto affrontare le tue vere fobie, oltre a rivivere i risultati delle elezioni. Qual è stato il momento in cui questa stagione ti ha sfidato di più?
C’è questa idea sbagliata – e anch’io ho avuto questa convinzione – che è più facile interpretare qualcuno più vicino alla propria personalità. Ma essere una persona che cammina su questo mondo porta con sé un sacco di negazioni; a volte è davvero troppo sostenere tutte le realtà con cui una persona fa i conti nella propria vita. Poi, aggiungici quello che stiamo passando a livello politico e nel mondo in generale, ed è un carico pesante. Interpretando Ally mi sono resa conto che dovevo affrontare delle cose che potrei aver voluto respingere. Ho dovuto invitare alcune di quelle cose a vivere e respirare nella mia mente e nel mio corpo. Quella è stata una cosa molto impegnativa e fastidiosa. Nonostante ciò credo che quel personaggio abbia avuto più risonanza tra le persone perché avevo accesso a cose che molti di noi cercano in tutti i modi di tenere lontane dal reame della consapevolezza, invece di portarle alla ribalta nelle nostre menti.
Qual è la risposta più inaspettata che hai avuto in relazione a Cult?
Data la sua natura estrema, per me nessuna risposta è stata inaspettata. American Horror Story affronta le cose in modo estremo ed è per questo che è così emozionante vivere in quel mondo e trovare modi creativi per portarlo in vita. Niente dovrebbe scioccarmi per quanto riguarda le modalità in cui la gente risponde ad essa, perché la serie colpisce tutti in modo diverso. Ed è questa la sua bellezza.
La nuova stagione, Apocalypse, rappresenta il crossover tra Murder House e Coven che Ryan Murphy ha tanto anticipato. Entrambi i personaggi che hai interpretato in quelle stagioni hanno ricevuto un Emmy. Questa cosa aggiunge ansia?
No, credo sia emozionante. Molto spesso non hai l’opportunità di interpretare una parte che hai interpretato in passato. La cosa unica di questa serie è che ogni anno iniziamo praticamente da zero. Non ritorno a lavoro e mi metto gli stessi abiti che ho indossato nella stagione precedente. Non riprendiamo da dove avevamo lasciato, e questa cosa è molto eccitante. Allo stesso tempo, ci possono essere dei momenti in cui dici “non so ho chiuso tutto con quel personaggio”, sia prima della morte del personaggio che prima della fine della stagione. Quindi diciamo che è emozionante ritornare nei panni di un personaggio dopo un periodo di stacco. Non mi fa sentire in ansia, ma emozionata all’idea di poter, essenzialmente, far visita ad una vecchia amica.
Hai già interpretato due personaggi in una singola stagione di AHS. Hai anche detto che non dici mai no a Murphy e in Apocalypse interpreterai tre personaggi. Quali sono le tue speranze per il tuo ritorno e per i nuovi personaggi in Apocalypse?
Ho girato scene di due dei personaggi che interpreto in uno stesso giorno. Anche se non interagiscono tra di loro, ho girato con un personaggio la mattina e con l’altro la sera. E non ho detto di noi a lui per quello. (Ride) Quando interpretavo Sally in Hotel, vestivo anche i panni di Marcia Clark – ma erano due serie e due set diversi. Quella fu una sorta di esperienza extra-corporale, ma interpretare due personaggi lo stesso giorno per American Horror Story lo sto facendo quest’anno. Ho interpretato Billie Dean Howard e Sally nello stesso episodio in Hotel, ma non giravamo mai nello stesso giorno. Quindi quella è stata la prima mattina in cui ho iniziato con un personaggio e chiuso la giornata con un altro.
Per il crossover, Murphy aveva promesso che sarebbero tornati i personaggi amati dai fan. Le streghe di Coven sono tornate, così come le star di Murder House, Jessica Lange inclusa. Cody Fern è una nuova aggiunta nel ruolo chiave di Michael Langdon (il bambino di Murder House). Apocalypse sarà un regalo per i fan per quanto riguarda la connessione dell’universo della serie?
Cody Fern è un attore davvero straordinario e ha delle cose fantastiche da fare. Lavorare con lui è stato davvero emozionante e divertente. Per me questa stagione sarà un po’ come una sorta di speciale con tutte le star. Un po’ come Love Boat con tutte le tue guest star preferite. Quando apri la porta dici “Oh mio Dio, c’è questo e questo!”. È quasi come un album di greatest hits o qualcosa del genere.
AHS è appena stato rinnovato per una decima stagione. Mentre tu continui a mettere in fila progetti (incluso uno con Murphy), ti stai preparando per la fine di AHS?
Ho fatto una battuta in passato dicendo che voglio continuare a fare questa serie fino a quando avrò 95 anni, quando mi dovranno trascinare fuori mentre scalcio e urlo. Detto ciò, non ho idea di quali siano i piani di Ryan per me. Per me è uguale entrare lì e dire “Vuoi che vada a destra o a sinistra?” e poi fare qualsiasi cosa lui dica, la faccio e basta. (Ride) Quindi non so quali siano i suoi piani per me per quanto riguarda Horror Story, ma ci saranno segni sul muro che io lascerò quando cercheranno di trascinarmi via, semmai mi dovessero chiedere di andarmene.
Chi è la persona con cui non vedi l’ora di chiacchierare nell’after party degli Emmy di quest’anno?
Ormai riesco a vedere Sterling K. Brown una volta all’anno per cena, quando invece una volta lo vedevo sempre a lavoro. Quindi sarà emozionante. Betty Gilpin, che è in GLOW e che è una mia amica. La sua nomination è stata forse la più emozionante perché pensavo che fosse molto deliziosa nella serie. Mi è scappato un gridolino quando ho visto che era stata nominata e le ho mandato un messaggio con un sacco di emoji emozionate. Inoltre, Laurie Metcalfe e Mandy Patinkin – potrei parlare con Mandy di tutto, trovo che sia uno degli attori più affascinanti che ci siano in giro.
Termina la frase: Ci dovrebbe essere una categoria di Emmy per…
Mi piacerebbe tantissimo se dessero Emmy ad ogni membro della crew. Quando si vince il premio per miglior serie, credo che ogni membro della crew dovrebbe portare a casa un trofeo. Le serie non sarebbero quelle che sono senza ogni singolo membro di quella compagnia. Gli sceneggiatori e gli showrunner riescono a portare a casa quelle statuette e credo che la crew dovrebbe fare altrettanto.