This Is Us – Recensione 1×11- The Right Thing To Do

This is Us torna dopo la pausa invernale, sfortunatamente senza nemmeno un Golden Globe, ma ciò non importa, perché The Right Thing to Do finalmente placa le nostre preoccupazioni… e parliamone, perché ci sono molte cose  rimaste in sospeso.

Dopo un bel colpo iniziale, un “lo stiamo perdendo” messo lì esattamente con lo scopo di farci saltare dalla nostra postazione, scopriamo che Toby sta bene, il suo problema cardiaco è stato tenuto a bada e può essere curato tramite medicine o subire un’operazione.
La questione pone Kate di fronte ai suoi sentimenti, infatti è lei a convincere Toby ad affrontare questa grande scelta, rappresentando la sua roccia, che finalmente sgancia la bomba “ti amo”, durante la sua presunta incoscienza del suo ragazzo, che ovviamente era più che sveglio e pronto a non perdersi nemmeno una virgola di quanto stesse dicendo.
La loro relazione finalmente sembra trovare una vera e propria dimensione, Toby e Kate stanno costruendo qualcosa di complementare e stanno crescendo, nonostante le premesse non sembrassero del tutto incoraggianti.

Chi invece rappresenta la delusione di questo episodio è decisamente Kevin. Il ritorno di Olivia gli manda in pappa il cervello come un quattordicenne in preda agli ormoni. E il suo tentativo di allontanarla peggiora la situazione con la povera Sloane, anche lei silentemente in ascolto.
Quel “we” appena nato, ancor debole, ma autentico e reale, è stato letteralmente distrutto da Kevin, o meglio dai suoi eccessi di  testosterone.
Non vi negherò che spero con tutto il mio cuore in una rivincita di Sloane e non perché rappresenta l’eroina sfigata che riesce a far uscire dal figo di turno qualcosa di buono, ma perché credo che Kevin meriti davvero la possibilità di  costruire una relazione vera, nonostante gli errori, ma soprattutto di aver accanto qualcuno che abbia interesse per lui, e non lo consideri semplicemente una conquista.

E  This is Us ci mostra come il miglioramento non avvenga in una notte, ma quanto sia un processo lungo, eccetto per Randall, per lui sembra quasi naturale essere perfetto.
Eppure, per quanto riesca a fare sempre la cosa giusta, anche lui in questo episodio si trova in una situazione spinosa con William, col quale prima sembra comportarsi come un genitore oppressivo (invertendo i ruoli) e infine a trovare un suo equilibrio e a capire quale sia il proprio posto, ma soprattutto riuscendo a spiegare a suo padre quale sia il suo, ovvero un membro della grande famiglia Pearson.

L’aspetto relazionale dei gemelli  fa solo da contorno a quello che è il cuore di questo episodio: il rapporto difficile con la figura genitoriale che hanno avuto Rebecca e Jack e come questo li abbia resi la versione migliore di loro stessi, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altra, per il bene della propria famiglia.
Avevamo avuto un assaggio del caratteraccio della madre di Rebecca e finalmente possiamo darle un volto. La telefonata avvenuta durante il Thanksgiving non aveva reso giustizia a quanto terribile potesse essere.  Sicuramente ha peggiorato la situazione l’idea che possa considerare Jack un fallito, inadatto per sua figlia, ma d’altronde nessuno di noi riponeva speranze in lei.
Non avevamo idea però di quanto potesse essere ancor peggiore il rapporto tra Jack e suo padre e quanto abbia dovuto ingoiare il suo orgoglio per i suoi bambini, ma soprattutto per sollevare la situazione poco piacevole di sua moglie.

Questo rende Jack Pearson  uno di quei personaggi così genuini, che non ha bisogno di battute d’effetto per risaltare. I gesti compiuti in vita e l’amore che ha lasciato ai suoi cari dopo la sua morte,  rappresenta forse la presenza più viva dello show.
Ciò non può che renderlo senza ombra di dubbio il protagonista di questa nuova serie pur non essendoci nel presente, e forse è questo che avrebbe reso Milo Ventimiglia meritevole almeno della nomination ai Golden Globe, e non fingerò di essermi rassegnata a questa cosa. Quello che  in questo episodio ci scalda il cuore e fa versare qualche lacrima è il finale; il duro lavoro, la privazione riescono a rendere reali i sogni di Rebecca, che immagina la casa in cui sappiamo avrebbero vissuto realmente.

E con questo vi lascio il promo del prossimo episodio e nel frattempo visitate la pagina This is Us – Italia

About missdanastood

Classe 1991, mio padre decide di chiamarmi Dana in onore di Donna Hayward, sono nata sotto il segno dei telefilm, insomma. Ne guardo tanti, forse troppi, da che ne ho memoria. Sono cresciuta con Missing, Desperate Housewives e That 70s' Show, ma le mie serie preferite in assoluto sono Game of Thrones e Parks and Recreation.

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