Grimm procede spedito verso l’inevitabile chiusura, ma l’episodio di cui parlo oggi, è stato strano. A metà strada fra il dramma e l’ironia, fra la commedia degli equivoci alla Feydeau e il poliziesco. Insomma ancora una volta quei diavolacci di showrunner tirano fuori dal cappello a cilindro (non quello conico delle trasformazioni) una puntatona che nella sostanza cambia molte cose, o meglio, le rimette in sesto, e poi non so voi, ma io mi sono divertito come un matto a guardarla.
Renard è un po’ il cattivo senza ritegno che sfiora quasi la tipologia disneyana per quanto si adoperi per esserlo. Insomma, chiaro che la sua sete di potere, il suo desiderio di predominare, si scontra in modo quasi cartoonesco (passatemi il termine in senso molto ampio) con il bene rappresentato da Nick e compagnia.
Ma come tutti i cattivi che si rispettano è così impegnato al mantenimento del potere che i buoni possono tranquillamente mangiargli la pastasciutta in testa, ed è così che avviene nell’episodio. La troppa sicurezza in se stesso fa dimenticare a Sean che il Grimm ha dalla sua una quasi Hexenbiest (Eve), un’esperta di erbe e intrugli magici (Rosalee) e soprattutto che hanno un simpatico cappello da strega forato in punta.
Adalind in questo è stata fantastica. Ha retto il gioco di Nick, ha fornito supporto a Monroe ed è stata protagonista di una scena da Commedia francese d’altri tempi. George Feydeau è stato dopo Moliere uno dei più grandi autori di pezzi teatrali da commedia. Uno dei suo cavalli di battaglia era il gioco delle porte, e nella parte relativa a Monroe ne ho rivisto lo stesso ritmo incalzante e divertente. Ho sorriso davanti alle assurdità che tirava fuori Adalind per mantenere Renard in casa, così come mi è piaciuta la parte di Monroe chiuso nell’armadio, porte che si aprivano e chiudevano. Tempi comici perfetti, ritmo incalzante.
Il Grimm dunque può operare per ripristinare lo status quo. Il cambio di personalità, abbiamo visto nelle stagioni scorse, non è esattamente una buona idea, specie se a operarla è Nick, non perché possa essere in pericolo di vita ma per il suo essere Grimm. In questo gli autori si sono dimostrati accorti, costruendo una vicenda nella quale, Nick potesse compiere il proprio compito, ma allo stesso tempo porre le basi per una serie di nuovi interrogativi sui reali poteri di Diana e di riflesso su quelli di Kelly.
Bella anche l’idea di utilizzare la vicenda per dei flashback sulle stagioni precedenti, un modo per far capire, semmai fosse stato necessario, che ogni cosa, anche quella avvenuta nella stagioni precedenti, ha un senso, una logica, un perfetto gioco a incastro che si sta componendo per accompagnarci alla ineluttabile conclusione.
Altra scena quasi divertente, che ci ha mostrato l’attore Sasha Roiz dare sfoggio della sua abilità attoriale, è stata quella in cui Nick trasformato, deve anche assumere gli atteggiamenti e il cipiglio del vero Sean. Grande mimica, quasi inaspettata e pur nella chiave drammatica della vicenda, ho trovato lo spunto per sorridere.
Se devo giudicare l’episodio nel suo complesso, posso dire che questo è stato davvero grandioso, corale, ben scritto, ben recitato e nel quale tutti hanno dato il loro contributo per renderlo perfetto. Grimm è anche questo. Costruisci una puntata che fila come un fuso tra scambi di persona, cappelli a cono, magia, dramma e che nel contempo riesce a riportare tutto alla situazione precedente all’ingerenza del Black Claw nelle vite di tutti i protagonisti. Certe serie impiegano stagioni intere per farlo, Grimm lo ha fatto in 40 minuti che sono volati letteralmente.
La bacchetta magica con il panno sono stati chiusi momentaneamente nella cassetta, ma siamo certi che ogni episodio da qui in avanti avrà a che fare con questa vicenda. Diana sembra la chiave di volta, l’unica capace di leggere il panno e l’unica dotata di poteri che spaventano tutti, Grimm e Wesen allo stesso modo. L’idea che Renard possa in qualche modo manipolarla è molto forte, ma nel gioco delle parti, tutto questo ha comunque una sua perversa logica: in fondo è pur sempre suo padre.
Adesso, spero, si tornerà alla routine solita del lavoro di Polizia per qualche episodio. Alla fine mi mancavano un po’ le indagini della coppia Hank/Burkhardt e questa valvola di sfogo serve a togliere pressione in noi spettatori in attesa degli auspicati fuochi d’artificio del finale di stagione e di serie.
Passo e Chiudo.