Absentia – Recensione 1×10 – “Original Sin” (Finale Di Stagione)

Siamo giunti dunque alla fine di questa prima stagione di Absentia. La serie, come avrete letto dalle mie precedenti recensioni, non mi ha entusiasmato, ma nel complesso posso promuoverla come un Thriller investigativo più che discreto.

L’oscurità la fa da padrona.

In questi ultimi episodi di Absentia, 3/4 del girato è stato fatto in luoghi chiusi e al buio, un modo chiaro di dare peso, anche visivamente, all’oscurità degli animi coinvolti nella vicenda. Ammetto che a volte ho fatto fatica, anche alzando la luminosità dello schermo a capire esattamente cosa accadeva.

Absentia 1×10. Oscuro e tetro come l’animo dei protagonisti.

Se passiamo dal visivo alle sensazioni, allora questo finale di stagione è stato in linea con tutta la storyline delle puntate precedenti.

Pare che solo io veda continue e poco credibili forzature nella trama, che veda personaggi che in teoria dovrebbero essere qualcos’altro e avere comportamenti completamente diversi, seguendo la logica del loro carattere, fare invece, d’improvviso cose inaspettate.

Da casalinga a donna d’azione il passo è breve.

Un esempio di come questa serie, prenda i personaggi  e li tratti come creta o Das per adattarli alla bisogna, arriva da Alice, sì la biondina tutta casa, chiesa e fragilità. Questo fino al rapimento.

Dal rapimento in poi, si trasforma in una specie di super agente che vede nel buio più totale, riesce a fuggire da una prigione, è così rapida nei movimenti che un ninja farebbe fatica a seguirla e poi sa sempre cosa fare, come se avesse appena passato il test di abilità degli agenti FBI a Quantico. Può essere credibile tutto ciò? No vero? Eppure è accaduto.

Absentia 1×10. Alice si dimostra più abile di un agente segreto…

Nessuno nega che in situazioni disperate, le persone normali possano anche fare cose eccezionali, ma quello che disturba è che non vedi incertezze, paure nei gesti che fa Alice, non è l’improvvisazione disperata di una donna che tenta di trovare una soluzione  in modo disordinato. No è lucida, sa dove andare, sa cosa usare e come usarlo, non ragazzi, mi spiace ma non ci siamo proprio.

Aggravante di tutto ciò è che lei è pure in attesa di un figlio, il che pone in genere le donne in una posizione più protettiva e prudente, ma tanto agli showrunner tutto questo non interessa, prendono Alice, la rimodellano e avanti con l’episodio.

Una trama avvincente grazie solo ad una protagonista credibile.

Se al posto di Stana Katic, ci fosse stata un’altra attrice, probabilmente questa serie l’avrei demolita, ma due cose la salvano: la trama che tutto sommato è rimasta sempre avvincente, ma soprattutto la Divina Stana Katic che ha dato anima e concretezza ad un personaggio sofferto e complesso, il punto nevralgico di tutta questa serie TV.

Emily Byrne è un personaggio a cui si doveva dare una forte connotazione caratteriale, ma allo stesso tempo lasciarla convivere con dubbi e incubi. Un mix che sullo schermo è difficile da rendere. Devi equilibrare la testarda volontà di un ex agente FBI, con la tendenza a cadere nello sconforto e nelle turba che indubbiamente Emily ha.

Absentia 1×10. Per fortuna che c’è Stana…

La Katic è riuscita in questi 10 episodi a farci amare e allo stesso tempo temere Emily, perché in tutti noi, malgrado fosse naturale stare dalla sua parte, è rimasto sempre il dubbio, tra l’altro non risolto, che la donna abbia in qualche modo delle colpe o delle responsabilità.

Non si è trattato solo di un semplice cambio di personalità, una doppia identità da mostrare singolarmente nei vari momenti, ma di un personaggio che in Absentia doveva essere entrambi e contemporaneamente. Investigatrice e vittima, malata psichiatrica e fredda ragionatrice. La produzione dovrebbe ringraziare Stana Katic che ha creduto in questo progetto e accettato di sostenere un ruolo che per molti versi è distante anni luce dalla Kate Beckett di Castle.

L’inutile Nick.

Ho sperato, da uomo, di vedere il riscatto di un uomo del tutto imbelle e profondamente idiota come Nick. Le mie speranze purtroppo sono naufragate e vi giuro che ho sperato ci rimanesse secco in quel bosco per il fastidio provato nel vedere questo personaggio in azione.

Nick è la negazione stessa di agente FBI. Non ragiona, non connette. Un personaggio di cartone senza anima, senza spina dorsale, buttato lì a prendere legnate da donne come Emily e persino Alice che è tutto dire. Perfino Flynn è più uomo di Nick.

Absentia 1×10. Nick è un personaggio che non riuscirò mai a capire.

In questa parte finale, l’idiota che fa? Gli rapiscono la famiglia e lui cosa pensa: “Colpa di Emily”. Ma perché? Quale motivo poteva avere una donna braccata dalla polizia, dall’FBI, dal quartetto cetra, da Basil l’investigatopo, dagli Avengers (forse sto esagerando vero?) di rapire la propria famiglia?

Chiaro che, pur sospettando di lei per la morte del collega, questo rapimento non aveva alcuna colleganza con Emily, ma sceneggiatori mie…su dai come potete davvero pensare che sia credibile tutto ciò? Meglio due puntate in meno ma più centrate sul passato, sulle turbe psichiatriche e sugli esperimenti di Shen, che vedere questa cosa del rapimento.

Purtroppo però Nick è stato messo lì per fare da punching ball, per fare in modo indegno il ruolo di un uomo del tutto inutile.

Personaggi di contorno.

Non spenderò nemmeno una parola sulla vera colpevole perché gli insulti li ho esauriti per Nick e Alice, ma voglio chiudere la recensione con due personaggi a mio avviso ottimi, che hanno dato un minimo di vitalità alla trama. Prima di tutto mi è piaciuto Jack Byrne, un personaggio che all’inizio è partito con l’essere negativo, ma che alla fine si dimostrato un fratello fortemente legato ad Emily e alla famiglia, arrivando perfono a pagarne conseguenze rilevanti come l’incarcerazione.

Absentia 1×10. Il padre di Emily, un personaggio ben riuscito.

Altro personaggio che ho amato quasi quanto Emily, è il padre Warren. Un uomo vecchio stampo, dai modi rudi ma sinceri, una persona capace di stare sempre dalla parte giusta che ha potuto riabbracciare una figlia creduta persa e per la quale si è battuto sempre per convincere tutti che la sua piccola non poteva essere diventata un folle serial killer

Absentia tornerà per una seconda stagione.

Sembra che, malgrado tutto, Absentia avrà una seconda stagione. Dopo essere passata ad Amazon, che metterà a disposizione degli abbonati Prime la prima stagione doppiata dal 2018, la serie avrà un seguito e mi auguro con tutto il cuore che i difetti clamorosi di questa prima stagione, servano per confezionarne una seconda strepitosa.

Absentia 1×10. Lieto fine…e arrivederci alla prossima stagione.

Alla prossima settimana con una nuova recensione di Absentia e ricordate di passare dai nostri amici di Absentia ItaliaStana Katic Italian Fanpage e Absentia Italian Fanpage

Passo e chiudo.

 

 

 

Michele Li Noce

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa.
Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak.
Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita.
Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time.
Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

4 Comments

  1. Sì, perché la bravura le appartiene. Subject closed.

    1. Libera di pensarlo!

  2. D’accordissimo su tutto!! Solo una piccola riflessione: Che Stana sia una brava attrice, non si discute, ma se tutti gli altri personaggi\attori fossero stati più “credibili” e di “sostanza”, la bravura di Stana sarebbe stata comunque così evidente?!?

    1. Sì, perchè è qualcosa che le appartiene.Subject closed.

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