Dove eravamo rimasti? Ah già Mack e Bobbi che lavorano segretamente per chissà quale strana organizzazione, a pagarne le conseguenze è soprattutto Hunter che viene malmenato da Mack dopo una breve quanto “intensa” discussione. Il super cliffhanger che ci aveva lasciato il dodicesimo episodio verrà ripreso solo nelle battute finali di One of Us, mentre viene dato ancora molto spazio al padre di Skye sempre più pazzo e arrabbiato. Inizialmente avevo dubitato di questo personaggio, non nascondo che avrei voluto contraddirmi, ma purtroppo devo constatare che nonostante la serie si stia mantenendo su buoni livelli, lo spessore di Calvin Zabo è veramente imbarazzante, nonostante un Kyle MacLachlan in grande spolvero. Potrei elencare una miriade di ragioni per avvalorare la mia affermazione, ma mi limiterò a dire che se uno è un personaggio scadente sulle pagine di un fumetto, dall’oggi al domani non diventa un super villain!
Detto questo l’episodio scorre tranquillo, mostrando il solito equilibrio tra azione e comicità tipici di casa Marvel. Skye sta diventando un tantino fastidiosa, anche perché ruota un pochino tutto intorno a lei, soprattutto ora che è diventata praticamente Quake, un altro personaggio particamente inutile, anche se nella serie devo ammettere che è stato reso al meglio, insomma sono riusciti a non farla sembrare del tutto Daisy Johnson.
Mi ha fatto decisamente ridere l’utilizzo di The Screamer, ma ho apprezzato veramente tantissimo gli effetti speciali a lui dedicati, mentre per gli altri freak non voglio spendere neanche una parola. Tutto sommato One of Us fa il compitino, ma riesce comunque ad aggiungere qualcosa alla storia, mostrandoci la debolezza di Skye e del padre, ma soprattutto ci introduce a una nuova svolta, ovvero quella del “vero S.H.I.E.L.D.”. Divertenti e interessanti anche i diversi siparietti che si sono venuti a creare grazie alla presenza del marito della May, anche se chi mi ha fatto veramente ridere è stato Fitz…
Love in the Time of Hydra invece è un piccolo gioiellino. Un episodio non convenzionale che mi ha rapito fin dal primo momento, ovvero quando ho letto il titolo di questa quattordicesima puntata. Love in the Time of Hydra è tutto quello che ti aspetti dal solito appuntamento con Agents of S.H.I.E.L.D., ma è anche molto di più. È un episodio che non solo aggiunge qualcosa alla storia principale, portandoci all’interno dell’organizzazione segreta segreta per cui lavorano Mack e Bobbi, ma riesce anche a rendere tutta l’essenza del nome che porta. L’amore ai tempi dell’Hydra, perché alla fine è di questo che trattano i quarantadue minuti di questa 2×14, ma non sto parlando di quel sentimento che può provare un essere umano nei confronti di un altro, sto parlando di quel sentimento che muove il sole e le altre stelle, che spinge l’universo ad andare avanti, nonostante tutto; ed è questo sentimento che ci fa provare compassione per l’agente 33, che ci fa immedesimare nel suo dolore e che ci porta ad ammirare, seppur per un attimo, Ward. L’amore è anche l’incosciente gesto di Bobbi che lascia andare via Hunter senza opporre tanta resistenza, ma soprattutto è Coulson che riesce ad allontanarsi da Skye e a fare la scelta giusta nell’interesse della giovane inumana.
Questo dodicesimo appuntamento con gli agenti Marvel non brilla per continuity, ma sinceramente non se ne sente il peso. Molto viene lasciato al caso, soprattutto per dare modo alla stupenda sceneggiatura di fare il suo corso, pare quasi che i veri protagonisti siano Ward e Agent 33, quasi fosse un episodio spin-off.
Sinceramente non sto apprezzando più di tanto la piega che sta prendendo la questione del doppio S.H.I.E.L.D., preferivo quando si prendevano a cazzottoni con l’H.Y.D.R.A., ma magari mi sbaglio e il tutto finirà per piacermi, almeno lo spero! Fate un salto sulla nostra pagina facebook o iscrivetevi al nostro gruppo su facebook per poter discutere di Agents of S.H.I.E.L.D. e di tutte le altre vostre serie preferite!
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