L’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo fantasy di Neil Gaiman è sicuramente uno dei nuovi progetti più attesi dell’anno e questo pilot è stato indubbiamente interessante, anche se molto introduttivo. Al centro di American Gods non può che esserci lui, il nostro protagonista: Shadow Moon (interpretato da Ricky Whittle) il quale viene rilasciato con qualche giorno di anticipo dalla prigione in cui è rinchiuso a causa della morte di sua moglie Laura (Emily Browning) in un incidente stradale. Durante il suo viaggio verso casa incontra l’enigmatico Mr. Wednesday (Ian McShane) che gli offre anche un lavoro come sua personale guardia del corpo. Tra i due attori si evince una chimica incredibile che affascina moltissimo, non solo per il mistero che lega questi personaggi, ma anche per il loro modo di agire l’uno nei confronti dell’altro.
Ma in caso il titolo non fosse troppo esplicito, American Gods parla anche di alcune mitiche creature che prendono forma umana. Per esempio, Wednesday non è solo quello che dice di essere – e i lettori del libro ne sono già al corrente. Inoltre nel suo viaggio Shadow incontra anche un leprecauno chiamato Mad Sweeney (Pablo Schreiber), che può letteralmente far comparire monete d’oro dal nulla. L’aspetto più interessante di questa intricata mitologia è sicuramente dato dal fatto che già in questo primo episodio incontriamo una quantità di divinità che vengono da culture molto differenti, infatti incontriamo Anansi (Orlando Jones), un illusionista africano, Czernobog (Peter Stormare), una divinità slava e possibilmente anche quella che sembra un dio del fulmine dalla tradizione nordica. Tutto questo non è sicuramente un caso, visto che questi “American Gods” hanno le loro radici negli immigrati che insieme alle loro tradizioni hanno portato in suolo statunitense anche le loro credenze e di conseguenza le loro divinità, continuando a pregarle e ad adorarle anche in territorio straniero.
La genialità del romanzo di Gaiman e ripresa anche dalla serie tv è che in questo mondo le preghiere sono una sorta di moneta per il potere e i vecchi dei sono a corto di “quattrini”, per così dire. Questo è dovuto sicuramente al cambiamento avvenuto nel mondo occidentale, dove ormai si adorano non più le classiche divinità, ma i nuovi dei dell’era digitale, come Technical Boy (Bruce Langley). E non troviamo esempio più lampante di vecchie divinità in difficoltà rispetto a quello della dea Bilqis (Yetide Badaki), in italiano l’avremmo chiamata Regina di Saba, una figura mitologica della cui reale esistenza nemmeno i più esperti archeologi sono sicuri e che è la protagonista indiscussa della scena più memorabile di questo pilot, nonché della scena di sesso più controversa della televisione. Decisamente qualcosa di non visto in tempi recenti ed è solo il primo episodio! Fuller, il produttore esecutivo dello show, ha dichiarato in più interviste che la scena di Bilquis è particolarmente interessante perché vede una donna in controllo della sua sessualità e questa è una cosa che non solo trasmette potenza, ma esplora anche il vero significato del legame e dell’unione di due persone durante il sesso, quando qualcuno deve abbandonare il proprio io per diventare qualcosa di più grande, insieme a qualcun altro. Una visione interessante del sesso e sicuramente una rappresentazione molto diversa dal solito.
Bryan Fuller e Michael Green portano sui nostri schermi un adattamento sicuramente interessante che nonostante rispetti il più fedelmente possibile il libro di Gaiman è anche molto ambizioso nella presentazione. Aiuta sicuramente che questa serie sia su un canale tipo Starz che non ha paura di mostrare scene al limite dello splatter e molto forti. Non guasta la regia dell’inglese David Slade – che ha già dimostrato le sue notevoli doti in Breaking Bad, Black Mirror e anche in coppia con Fuller per Hannibal – che sapientemente gioca con la parte più grafica dello show per continuare a stupire lo spettatore che si ritrova a fine puntata a dover fare i conti con un universo complesso, una storia non ancora ben definita e moltissimi nuovi personaggi da comprendere e conoscere. Decisamente un pilot a cui vale la pena dare una possibilità. Vedremo se la prima stagione di questa serie tv (vi ricordiamo che la seconda è già stata ordinata ed entrerà ufficialmente in produzione a settembre) saprà mantenere le promesse del primo episodio.