American Horror Story – Intervista a Jessica Lange

Per Jessica Lange American Horror Story è un regalo che continua a dare i suoi frutti.

La già due volte vincitrice di un Oscar, si è portata a casa anche due Emmy per il suo lavoro nella serie antologica di FX. Oltre ai prestigiosi premi, American Horror Story – che adesso è alla sua quarta stagione con Freak Show - negli anni ha dato alla Lange alcuni dei personaggi più a tutto tondo della sua carriera (date un’occhiata al nostro Vip Watching su di lei), una sorta di rock star le cui canzoni vengono acquistate su iTunes dai fan, e la sua prima action figure.
“Oh mio Dio. No! Sei sicuro?”, ha detto la Lange quando le è stato chiesto se avesse visto il giocattolo di American Horror Story: Coven. “Questo è semplicemente da pazzi… Sì, non credo che ci fossero action figure di Frances Farmer o di Blanche DuBois. No, non l’avevo sentito dire. È una cosa piuttosto fuori di testa”.
Quest’anno la Lange è Elsa Mars, la proprietaria di uno degli ultimi “freak show” rimasti negli Stati Uniti. È tedesca, vuole essere famosa e le sono state tagliate le gambe in un film snuff. È stata una corsa selvaggia e non siamo neanche a metà stagione.

Questa stagione, che è anche la sua preferita, sarà l’ultima per Jessica Lange? Leggete questa intervista.

Ho adorato “The Name Game” della seconda stagione, quindi vederla cantare di nuovo è stato molto divertente. Com’è stato stare al centro di queste performance?
Beh, è interessante perché quando Ryan Murphy me ne ha parlato la prima volta, dicendo che voleva che cantassi, ho presupposto che avremmo fatto canzoni appropriate per quel periodo. Quindi, quando il suo primo suggerimento è stato “Life on Mars?”, ho detto “Oh, non lo so. Non so neanche se posso cantare una canzone del genere”. Quello che amo di questa stagione e di questo personaggio è che mi ha dato l’opportunità di fare cose che non avevo mai fatto prima. Devo dire che cantare “Life on Mars?”, “Gods and Monsters” e poi cantare Kurt Weill e una vecchia canzone degli Stones, è stato fantastico. Mi sono divertita tantissimo. È interessante perché non mi sono mai immaginata come cantante, o comunque come qualcuno che potesse cantare. Quindi questa cosa è stata un po’ come un’esperienza straordinaria da fare, tra l’altro farla come se fosse un numero di un grande musical [ride], come una sorta di rock star… sì, è stato piuttosto folle.

La gente sta comprando le sue canzoni.
È questo che mi hanno detto. Sono sbalordita, ma sì, l’ho sentito. [Ride]

Ha accennato al fatto che Elsa è diversa dagli altri suoi personaggi. Quando guardo la serie, sento c’è qualcosa in lei al di là della tragedia. La sua forte bramosia di fama ed accettazione la rende in un certo senso egoista, ma ha anche un gran cuore. Al di fuori di tutti i personaggi che ha interpretato in American Horror Story, sento che per lei faccio più tifo.
Beh, credo che lei sia la più completa, che abbia più aspetti e che sia la più complessa, anche perché, per avere un idea di che tipo di tragedia ha sofferto questa donna in passato, abbiamo realmente esplorato la sua storia, il che aggiunge molte più cose quando giriamo le scene nel presente; aggiunge una base a quel personaggio che per me è fantastico. Non puoi continuare sempre ad aggiungere strati e non essere arbitrario, tutto è basato su un qualcosa che siamo stati in grado di stabilire attraverso il racconto della storia.
Finora abbiamo in un certo senso esplorato la sua storia e sappiamo come tutto è crollato, ma c’è ancora tanto da dire del passato. Nonostante questo, è stato il personaggio più completo che abbia mai interpretato durante la mia lunga carriera. Oltre al canto ed al suo passato, l’idea che abbia un amore tremendo e una cura particolare per queste persone che lei chiama i suoi “mostri”, la rende assolutamente genuina. Poi ha anche questo tragico difetto, e la sua natura di base – l’amore verso i suoi protetti – è battuta dalla sua stessa ambizione. È molto Sakespeariana in un certo senso. Non sto comparando questo ad un personaggio di Shakespeare, ma è interessante interpretare l’idea delle ambizioni che distruggono la natura buona di un essere umano. Ho scene in tedesco, in italiano, facciamo di tutto. È davvero grandioso. E poi il canto e le performance sono magnifiche!

Eravate tutti sbalorditi da quelle scene? Abbiamo visto la scena in cui Elsa era una dominatrice ed io ho dovuto coprirmi gli occhi quando ho visto che le venivano tagliate le gambe. È stata una scena difficile da girare?
La parte della dominatrice lo è stata un po’… sì, voglio dire, non sai mai come verrà filmata o come verrà montata. Credo che ci fosse un certo humour in essa, che ho apprezzato. C’è stata una ricerca approfondita di quel periodo per rendere al meglio l’idea che in quel momento stavamo cercando di stabilire. La Repubblica di Weimar, Berlino… il numero di donne che sono dovute diventare prostitute solo per sopravvivere… All’improvviso sei immersa in un mondo di cui non sai niente. Ho letto tantissime cose sulla Repubblica di Weimar e sulla disperazione dei tedeschi tra le due guerre. È davvero straordinario quando inizi a leggere di ciò dal punto di vista storico, ma filmarlo, sì, voglio dire [ride]… è fuori dalle mie abilità, ma è stato interessante farlo realmente. Il film snuff? Abbiamo toccato un tasto molto raccapricciante, ma credo che loro siano stati abbastanza delicati così da non far vedere che le gambe venivano davvero tagliate, quindi niente arti che volavano o sangue che schizzava. Sentivo che non ne avevamo bisogno.

Qual è la sua parte preferita di Elsa?
Credo che sia lei stessa, il suo essere in conflitto con se stessa. È bello poter interpretare un personaggio in conflitto. All’interno di una stessa scena, a volte anche all’interno di una stessa battuta, puoi cambiare tante volte. Quindi non è mai trasparente. Non è una linea retta. Non è lineare. Ha sempre questi colpi di scena. Da attrice è molto più interessante interpretare questo piuttosto che un unico movimento. Lei ha questa sorta di modo brusco meraviglioso e questa sorta di durezza, questa freddezza, eppure allo stesso tempo ama davvero queste persone, con tutto il suo cuore. È una cosa di cui ho parlato con Ryan all’inizio, dicendogli che io mi sentivo molto forte a riguardo, perché loro sono la sua famiglia, l’unica che abbia mai conosciuto, e se noi capiamo questo, non possiamo capire il tipo di tragedia che il personaggio vive. Elsa è semplicemente fantastica, è un grandissimo personaggio ed adoro interpretarlo.

Ryan è stato molto aperto riguardo ad un suo ritorno nella quinta stagione.
[Ride]

Ha deciso se ci sarà o meno?
Sai, gli ho detto che ci saremmo seduti ed avremmo avuto una lunga conversazione quando questa stagione sarebbe finita. In un certo senso questo personaggio è così grandioso che non so come superare Elsa Mars – in rispetto a Ryan, che adoro moltissimo e che rispetto a di là di tutto. A questo punto non ne ho idea.

Quale crede sia stata per lei la grande sfida di questa stagione?
È un’opera grandissima ed immagino che la cosa più tosta sia solamente provare a fare la quantità di lavoro che ognuno di questi episodi richiede, nella quantità di tempo che loro vogliono che vengano fatti. È fisicamente estenuante. L’intera idea del personaggio e tutto il resto è energizzante, ma il modo in cui filmiamo e il modo in cui lavoriamo è stato assolutamente estenuante, dall’inizio alla fine. Per me… sento che Elsa è il più grande personaggio quest’anno, piuttosto che gli altri degli anni passati, quindi ci lavoro su molto di più, le dedico più ore. La cosa fantastica di questo lavoro è che è sempre eccitante, quindi alla fine ne vale la pena. Puoi tollerare tutte le altre stronzate se il lavoro rimane emozionante da fare.

Ha detto che lo show sembra più grande ed io, come spettatore, devo dire che sono d’accordo. I set, tutto sembra più grande quest’anno.
Lo è. I personaggi, credo, sono molto più interessanti, la storia… sembra molto più cinematografica, molto più ricercata. Ha un peso che sicuramente non avevamo l’anno scorso. Per me questa è la migliore stagione di American Horror Story finora.

Allora è un bel modo di andare là fuori se questo è il suo ultimo anno.
Già. Quando andiamo sul set e siamo là in quella zona con tutte le tende e i trailer, c’è una sorta di poesia in tutto quello che credo sia unica.

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