And Then There Were None – 5 ragioni per guardare la serie

Lo show And Then There Were None, targato BBC One, è andato in onda a dicembre negli UK, mentre in USA è stato trasmesso in questi giorni in due diverse serata dalla Lifetime, che fra l’altro lo aveva co-prodotto.
Si tratta di uno spettacolare adattamento del famoso romanzo giallo di Agatha Christie e noi vi diamo cinque buone ragioni per sintonizzarvi e dargli un’occhiata!

1. Il cast. In questa produzione spiccano una serie di nomi importanti: Charles Dance (“Game of Thrones”) e Justice Wargrave, un noto giudice senza pietà che condanna i rei all’impiccagione; Toby Stephens (“Black Sails”) e Dr. Armstrong, un dottore il cui stato mentale non è sempre al meglio; Sam Neill e il generale McArthur, che potrebbe aver ucciso un suo compagno ufficiale; Miranda Richardson è la terribile Emily Brent, una donna odiosa accusata di aver ucciso la sua domestina incinta; e Noah Taylor è Rogers, il maggiordomo, che potrebbe aver ucciso il suo precedente datore di lavoro. Accanto a questi volti noti, c’è Maeve Dermody, quasi completamente sconosciuta, che ci regala una fantastica performance nei panni di Vera Claythorne, di fatto protagonista.

2. Il valore della produzione. Alla regia abbiamo Craig Viveiros, della cinematografia si è occupato John Pardue e gli script di Sarah Phelps sono stati un’aggiunta positiva al terrore e all’isolamento di questi dieci sconosciuti presso la Soldier Island, che cadono uno alla volta seguendo un’angosciante filastrocca appesa in ogni stanza. Il materiale della Christie viene preso ed innalzato alla massima potenza, più di qualsiasi altro adattamento. Viene anche apportato qualche cambiamento minimo, per rendere più violenta questa versione ma senza farla scadere nel genere horror.

3. L’atmosfera e l’ambientazione. La Phelps ha dichiarato che questo romanzo si pone in netto contrasto con le due più note serie investigative, Hercule Poirot e Miss Marple. “In queste c’è sempre qualcuno pronto a sbrogliare il mistero, il che dà un senso di sicurezza, di possibilità di predire cosa accadrà dopo…In questo libro no, nessuno verrà in tuo aiuto, a salvarti o spiegare”. Non ci potrebbe essere descrizione migliore per quest’opera, anche nota come “Dieci piccoli Indiani”: il senso di isolamento, di claustrofobia è palpabile, in larga parte grazie alle riprese della Cornwall coast, il punto più a sud-ovest dell’Inghilterra.

4. La suspense. La cosa migliore di questo adattamento BBC One/Lifetime è che va avanti ininterrottamente per tre ore, senza pause pubblicitarie, il che permette alla storia di andare avanti lentamente, come il romanzo. Questo mystery brucia lentamente, anche se, quando cominciano le morti, prosegue ad una buona velocità. Ma è importante conoscere i personaggi prima che vengano meno, che ti piacciano o no: ci sono diverse ragioni per ogni omicidio, alcune più valide di altre, che aggiungono un senso di suspense e fatalità. È meraviglioso che si sia riusciti a rendere tutto il background di ogni personaggio.

5. Il finale (no spoiler). I precedenti adattamenti hanno sempre cambiato il finale per renderlo più allegro, un significativo cambiamento rispetto alla nichilistica conclusione del romanzo. Questa versione non solo si attiene alla fonte, ma addirittura cambia alcuni dettagli per renderlo più dark, onorando davvero le intenzioni originali dell’autrice.

Io ve lo consiglio davvero caldamente, è una di quelle serie che recuperi in un weekend con gioia. Quindi, dategli un’occhiata e poi diteci la vostra in merito nei commenti!

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