Nella serata di ieri è andato in onda, su Italia 2 alle 21:10, il primo episodio con doppiaggio ufficiale italiano di My Hero Academia (Boku No Hero Academia) anime tratto dall’omonimo manga del 2014 di Kohei Horikoshi.
MHA è la storia di Izuku Midorya, giovane nerd che frequenta la terza media in un mondo -letteralmente- di supereroi.
Il sogno del giovane Midorya è quello di diventare il più grande dei supereroi, come il suo mito All Might. C’è solo un piccolo problema: Izuku fa parte della esigua fetta di popolazione a non aver sviluppato un “Quirk”, i superpoteri che caratterizzano da anni almeno l’ottanta per cento della popolazione mondiale.
Già presente in Italia sulla piattaforma per lo streaming gratuito VVVVID (oppure VVVVVVVVVVVVVVVVVVVID, come preferisco chiamarla) in lingua originale sottotitolata e lì giunto a tre quarti della terza stagione, l’anime incentrato sulle storie di Horikoshi Sensei si è manifestato in fretta nelle “to view” list di un sacco di nerd di tutto il mondo, unendo in maniera convincente per la prima volta (One Punch Man è sostanzialmente una geniale parodia e non conta) l’immaginario statunitense dei Comics e la tradizione ipercinetica degli shonen del Sol Levante.
Grandioso omaggio alla retorica narrativa e visiva dei supereroi USA, MHA se ne dichiara sin da subito innamorato ma, pur rimanendo sempre all’interno di questo solco tracciato da Marvel e DC, fa sì che lo spettatore possa gustarne immediatamente e con discernimento la personalità unica che lo caratterizza.
I personaggi che animano lo Yuei (il liceo per supereroi che il protagonista riesce inaspettatamente a frequentare, grazie ad un evento che non spoilero) sono affascinanti, ed è facilissimo affezionarsi a molti di loro, a seconda dei gusti personali dello spettatore (#TeamFroppy). I ragazzi e le ragazze che accompagnano Midorya e All Might nelle loro avventure inoltre, hanno anche l’invidiabile “primato” di riuscire a coniugare con un minimo di credibilità il loro charachter arc con l’epica supereroistica e con la consueta bizzarrìa nipponica, sia per quanto riguarda l’aspetto fisico o la messa in scena delle sterminate e fantasiosissime abilità mutanti proprie di ognuno.
Solo i costumi fanno veramente cagare, non me ne vogliate.
L’aspetto mai troppo trascurato di “teen comedy” fa capolino con puntualità in ogni situazione (è pur sempre la storia di un gruppo di 15enni che si ritrovano a crescere in fretta) e, anche in quell’ambito, c’è sempre grande equilibrio.
Persino un personaggio come Mineta, che sulla carta serve unicamente come comic relief, riesce ad avere un peso narrativo dignitoso nell’arco delle tre stagioni.
Il vero, enorme, cuore pulsante di My Hero Academia è però All Might. Il gigantesco e un po’ cazzone super-supereroe idolatrato dal protagonista e da buona parte del resto del mondo è un personaggio semplicemente adorabile in ogni sua foggia.
Altruista e nobile in maniera quasi patologica, coraggioso ai limiti della follia, All Might è un eroe senza macchia ma non per questo perfetto. Riuscitissimo mix fra Clark Kent e Steve Rogers, riesce a non essere noioso come il primo ed eccessivamente politico come il secondo (comunque Cap rimane sempre il migliore, eh) ma a divertire genuinamente, pur portando sulle spalle il peso narrativo del principale “esempio” per le nuove generazioni.
Riesce persino a commuovere, in una certa scena della terza stagione, cosa che -con un anime- non mi accadeva da Eureka Seven.
Anche i villain principali sono eccezionalmente tratteggiati, con una intelligente strada maestra doppia e parallela fra “l’eroe e il suo pupillo” ed il “villain assoluto e il suo folle erede” che davvero non fa rimpiangere certe produzioni a stelle e strisce. Non vado troppo oltre per evitare spoiler.
Il “world building” di Horikoshi è credibile e, in un certo senso, anche spiccatamente razionale, sia nel delineare gli aspetti socio-economici di una società di supereroi, sia nel raccontarci la vita quotidiana all’interno di quel tipo di mondo folle.
In definitiva, se siete appassionati fanatici di supereroi USA (come me) o se siete degli shonen-dipendenti (come me), My Hero Academia è l’anime che fa per voi, sia in lingua originale da Bingeare su VVVVID (così poi potete stracciare i marroni sui social sulla superiorità della roba non doppiata) sia nella -per ora- soddisfacente versione in italiano su Italia 2, ogni Lunedì alle 21:10.
PLUS ULTRA!