Nel corso di questa stagione la mia costante preoccupazione è stata se Banshee fosse rimasta fedele a se stessa durante la sua stagione decisiva. E, come avete potuto vedere dalle mie recensioni nonché capire voi stessi guardando la stagione, le domande legate a questo argomento non hanno delle risposte nette, categoriche. Banshee è uguale ed è diverso, è violento e pulp come lo abbiamo sempre voluto, ma ha anche compiuto degli scivoloni che probabilmente non ci saremmo aspettati.
Ormai lo avrete capito che tutta questa storia della morte di Rebecca – o meglio, come è stata gestita inizialmente – non mi è molto piaciuta e ancor di meno mi sta piacendo l’inserimento della setta satanica perché, diciamocelo, per un attimo mi è sembrato di vedere una qualunque puntata di The Following unita a Criminal Minds piuttosto che Banshee. Non mi piace affatto questo filo conduttore che unisce la stagione e serve a dargli uniformità così come non mi piace questo insieme di eventi che si mescolano, si intersecano e creano nuovi spunti, quando questa quarta stagione è quella conclusiva e quindi dovrebbe, appunto, concludere. Tutto il mio disappunto comunque è solo circoscritto a queste scelte perché in ogni altro fotogramma Banshee non fa altro che affermare di nuovo se stesso.
Tornano gli scontri tra le donne badass che ci sono sempre piaciuti: il porto sicuro di Ana viene violato dagli uomini di Proctor, del resto sapevamo bene che la distruzione del laboratorio di Meth non sarebbe rimasta impunita a lungo. Proprio per l’occasione Deva torna dalla madre (buona festa della mamma Ana, btw) ed ecco che quindi la ragazza affronta il rito di passaggio che sapevamo sarebbe arrivato: uccide per la prima volta qualcuno e, soprattutto, viene introdotta a forza in quella vita dalla quale la madre ha sempre voluto proteggerla. L’ho sempre detto e voglio continuare a dirlo: Banshee è la serie tv che valorizza le donne forti e lo fa con la violenza dei combattimenti (quello di Only One Way a Dogfight Ends è solo l’ultimo di moltissimi esempi), ma lo fa anche spezzandole. Ana è stata spezzata in tantissimi modi diversi, da Lucas, dal padre, dalla morte del marito, ma si è sempre alzata in piedi perché oltre che essere donna è soprattutto una madre… e questa sarà per sempre la sua più grande forza.
Insieme a lei si è rialzato anche Job. Già nella scorsa puntata aveva ripreso possesso del suo corpo e della sua vita, ma è in questo episodio che lo vediamo fiorire di nuovo in un tutto il suo splendore.
Le lotte tra cani possono finire in un solo modo, questo ci dice il titolo e tale insegnamento Calvin e Bunker lo hanno appreso anni addietro. Tale esempio calza a pennello nella loro situazione e entrambi sanno che solo uno di loro potrà uscirne vivo. Calvin, ultimamente, si sta davvero dimostrando un cane sciolto e per questo noi lo amiamo. Calvin sta conducendo una guerra su due fronti, da una parte contro il fratello e dall’altra contro Proctor e di sicuro questa non si dimostrerà una decisione molto saggia. Calvin è di sicuro il personaggio che in questa quarta stagione ha avuto l’ascesa più rapida e bella da guardare, così come sarà altrettanto bello assistere alla sua disfatta – ma, lo sappiamo, non avverrà senza dei danni collaterali. Che sia la moglie o il fratello, qualcuno ci rimetterà le penne in perfetto stile Banshee e cioè proprio quando tutto sembrerà andare per il meglio.
Torniamo un po’ a quelle che secondo me sono le note dolenti. Hood continua a vivere il trauma della morte di Siobhan e proprio quando la tensione con l’agente Dawson raggiunge l’apice, lo vediamo crollare, distrutto dal peso delle sue perdite. Un comportamento giusto e sensato per una persona che si è vista strappare di mano ogni frammento di felicità, ma in tutto questo qual è il ruolo della Dawson? Perché continuano sempre ad introdurci personaggi del genere – la Dawson non è che una nuova versione di Siobhan più affine al mondo corrotto di Hood – per creare un legame speciale tra la donna di passaggio e Hood quando lui avrebbe già una persona che non solo può capirlo meglio di chiunque altro ma che desidera tanto quanto lui una vita nuova? Dunque, per quanto il personaggio dell’agente dell’FBI sia interessante e di sicuro inerente all’universo di Banshee, trovo abbastanza fastidioso che sia circoscritto unicamente ad una possibile romance/donzella da dover salvare.