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Bates Motel – Recensione 2×02 – Shadow of a Doubt

E’ evidente che Bates Motel sia reso vivo dalle donne, sia quelle morte, in questo caso Blaire Watson, che quelle vive, e cioè Norma Bates. Non c’è niente da fare, le vere protagoniste di questa seconda stagione sembrano essere proprio loro. E la storia non si concentra più semplicemente sui protagonisti, lasciando la città ed i suoi abitanti come sfondo, quest’anno anche White Pine Bay è stata messa in primo piano sin dal primo episodio, in cui abbiamo visto, per la prima volta, una sorta di consiglio comunale.
In questo secondo episodio veniamo a scoprire parecchie cose importanti. Prima di tutto che Nick Ford è il padre di Blaire Watson, ma credo che c’eravamo arrivati tutti. Quello che non sapevamo è che il signor Ford è, come la maggior parte degli abitanti di White Pine Bay, uno spacciatore, ma non uno qualunque, bensì il capo dell’operazione rivale a quella di cui fa parte Dylan. E questo fa subito pensare a Remo che la famiglia Ford c’entri qualcosa con l’omicidio di Gil Turner, il che porta il nuovo sostituto di Gil, uno spocchioso di nome Zane, a rapire ed uccidere Johnny B.
Nel frattempo, lo sceriffo Romero cattura il presunto assassino della signorina Watson, ex fidanzato o quantomeno amante, il cui campione di seme è stato ritrovato sulla vittima, insieme ad un altro non ancora identificato. Insomma, la bella professoressa, che sembrava una santa, in realtà si dava alla pazza gioia! Kyle dice che si comportava così perché aveva daddy issues (Nick ammette a Romero che avevano litigato anche prima che la ragazza morisse). Apro una piccola parentesi che potrebbe sviare un attimino l’attenzione su Norman: proprio ad inizio puntata mi è venuto un flash e ho ricordato che la signorina Watson aveva ricevuto quella strana telefonata… Che sia un altro sospettato? O i produttori vogliono sviarci?
Comunque sia, Romero, siccome conosce la situazione in città, è costretto a trovare un capro espiatorio e arrestare Kyle una volta per tutte, anche se in cuor suo sa che il ragazzo, vista la nomina che aveva la Watson, è molto probabile che non c’entri per niente.
Lasciando da parte le vicende cittadine, concentriamoci sul fantastico duo Bates. Norma è particolarmente preoccupata per il figlio – non so, ma ho come l’impressione che si sia svegliata tutto d’un tratto – e per farlo distrarre gli propone di partecipare insieme alle audizioni di un musical. Vediamo un Norman che sembra quasi infastidito che sua madre gli stia così troppo addosso. La scena fuori dal teatro è stata epica, sia a livello recitativo, che a livello di significati. Sì, perché Norman ha tirato fuori la rabbia nei confronti della madre, la quale, di conseguenza, ha espresso tutte le sue preoccupazioni riguardo l’omicidio della signorina Watson, soprattutto dopo aver trovato le sue perle sotto il materasso di Norman.

Credo che Norma sia davvero convinta che il figlio abbia ucciso la Watson, ma che abbia paura ad ammetterlo. Quando Emma le rivela che è stato arrestato un uomo per quell’omicidio, Norma, oltre ad essere felice, sembra si sia tolta un grosso peso dalle spalle. Ma sarà proprio così? O rimuginerà ancora a lungo sui suoi sospetti? L’interpretazione della Farmiga è qualcosa di straordinario perché trasmette al telespettatore tutti, e dico tutti, i sentimenti che prova Norma, dalla pazzia, alla gioia, alla preoccupazione. L’amore per il figlio è talmente forte che quasi si annulla per lui ed è solo grazie a lui che trova la forza di esibirsi con quella splendida interpretazione di “Maybe This Time”, famosissima canzone del musical Cabaret.
Devo ammettere che non conoscevo le doti canore e musicali di Vera e sono rimasta molto colpita. Ho apprezzato sia la scena in casa quando madre e figlio cantano insieme, sia quella in teatro.
Per quanto riguarda Norman, sappiamo tutti che è un assassino. Possiamo pensare che non abbia ucciso lui la signorina Watson, ma sappiamo pure che ha questi blackout, e come ci insegna Emily Thorne di Revenge, la mente è talmente fuori di sé in quei momenti, che potrebbe succedere di tutto.
Il rapporto con la madre continua ad essere contraddittorio: da una parte, come dicevo prima, Norman si sente oppresso, vorrebbe essere più libero di fare come gli pare, ma dall’altra continua ad assecondare Norma; “Andrò a rendermi ridicolo per te”, dice dopo aver cantato insieme a lei al piano. Una cosa che ho trovato interessante è stata la frase detta da lui prima che Norma si esibisse: “We can pretend”. Credo sia molto significativa perché descrive proprio quello che hanno fatto sin dal pilot della prima stagione, fingere, nascondere. Ma del resto è un po’ tutto quello che fa la città, no?
Altra donna che possiamo considerare importante, soprattutto perché è colei che ha commesso l’omicidio di Gil, è Bradley. Dopo aver chiesto aiuto a Norman, il ragazzo la nasconde nello scantinato e l’aiuta a fuggire. Nel momento in cui deve accompagnarla a prendere l’autobus, Norman si trova in teatro con la madre, e quindi è costretto a chiedere aiuto a Dylan. Non credo che questo personaggio possa farla franca così, sono sicura che la rivedremo presto.
Anche lo stesso rapporto con Dylan sembra che stia prendendo piede. Norman si è reso conto che può fidarsi ciecamente di lui e non ci pensa neanche due volte ad affidargli Bradley. Sono proprio curiosa di sapere come si evolverà questo rapporto fraterno.

La puntata è stata davvero interessante! Questa seconda stagione è partita benissimo, a differenza della prima che secondo me era un po’ lentuccia… I colpi di scena non sono mancati, ultimo dei quali… Norma’s brother has come to town! E adesso? Cosa vorrà? Quale sarà il rapporto tra lui e Norma?

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, Caleb, e vi invito a passare da Bates Motel Italia.

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Claire

About Claire

Superfan di Rizzoli&Isles, ha visto talmente tanti crime e procedural che vorrebbe diventare un cop americano o addirittura entrare nella FringeDivision. Sin da piccola ha nutrito la passione per i libri di Patricia Cornwell ed è molto incuriosita dalla medicina legale. Da un paio d’anni a questa parte, ha quadruplicato le serie da seguire ed è soprattutto diventata una EvilRegal accanita, grazie al fantastico Once Upon a Time e alla splendida Lana Parrilla! Sogna di vivere a Los Angeles per respirare appieno l’aria telefilmica, anche se negli ultimi anni Vancouver sta rubando la scena alla famosa località californiana. Se non fosse che fa troppo freddo, non sarebbe male vivere lì.