Buffy – Teen Drama o Mostro Sacro?

Buffy TVS
Ho sempre voluto scrivere qualcosa su uno dei miei telefilm preferiti: Buffy – L’Ammazzavampiri, ma come per tutte le cose a noi più care, proprio a causa di questo mio viscerale attaccamento ho sempre temuto di non essere all’altezza. D’altronde cosa si può dire su quest’opera di Joss Whedon che non sia già stato detto? Che sia innovativo, non banale e che apporti qualcosa di nuovo alla discussione che da decenni critici televisivi e appassionati portano avanti? Come e dove trovare le parole?

Si potrebbe parlare degli episodi più iconici e indimenticabili, oppure degli innumerevoli messaggi che lo show cerca di fornire al suo pubblico, o ancora di come il telefilm rappresenti una critica alla società americana del suo tempo, ai suoi stereotipi e alle sue contraddizioni. Troppe cose da dire, troppe cose già dette. L’ispirazione per questo articolo è arrivata dopo l’ennesima discussione, letta su uno dei vari gruppi FB, sul perché tanto rumore per Buffy e come mai questo telefilm fosse paragonato ad alcuni mostri sacri della TV americana come The Sopranos, Mad Men, Breaking Bad e via dicendo. Come se il suo posto fosse un gradino sotto. Chiaramente poi la discussione – come sempre su FB – è degenerata in insulti e commenti del tipo “tu non capisci niente” oppure “buffy fa schifo” ed ecco che se ne va l’opportunità di una bella e sana discussione e l’autore del post lo ha cancellato, penso proprio per evitare questo tipo di risposte infantili. In questo pezzo vorrei provare a spiegare le mie motivazioni sul perché Buffy meriti il suo posto al sole tra i mostri sacri della TV e visto che molti critici televisivi sono della mia stessa opinione, per una volta tanto mi sento dalla parte della ragione.

È vero che Buffy, avendo la patina di un teen drama, non può certo sembrare questa gran cosa alla persona che lo fagocita – o per usare un termine molto in voga al momento, lo guarda in binge-watching – in un’orgia di episodi che non può far altro che confondere e stordire. È vero che la trama stessa a volte ti porta a voler vedere più di un episodio al giorno, ma come si può assaporare l’assoluta perfezione di episodi come “Hush” (4×10) o “The Body” (5×16) o “Once More, With Feeling” (6×07) se si è assorbiti dal seguire pedissequamente la trama per vedere se Buffy sconfiggerà – e in che modo – il cattivo di turno o per capire se il suo futuro sarà insieme a Angel o a Spike o qualche altro? Probabilmente persi nella trama, si perde l’assoluta innovazione rappresentata da questi episodi in particolare: senzabuffy once more with feeling Once More, With Feeling forse non avremmo avuto Glee, subito dopo la messa in onda di questo episodio musicale molti altri show copiarono Buffy: ricordiamo Grey’s Anatomy, Scrubs e tanti altri. Un episodio interamente cantato adesso sembra una banalità, ma vent’anni fa non era mai stato fatto prima. Addirittura molti critici televisivi, tra cui quelli del New York Magazine, definiscono questo episodio come il “gold standard” per qualsiasi episodio musicale all’interno di una serie TV. Voi potreste dirmi: non è vero che è stato il primo, anche Ally McBeal aveva delle canzoni al suo interno, e avreste ragione, ma il modo in cui è usato il musical è completamente diverso nei due show. In Ally McBeal l’improvviso inizio di una canzone indica solamente un momento divertente, un tocco bizzarro se vogliamo definirlo così, per aggiungere qualcosa allo show. In Buffy, invece, l’episodio musicale è completamente inserito nella trama e quello che avrebbe potuto essere al massimo un eccentrico diversivo o peggio un grande imbarazzo è diventato invece un successo da ogni punto di vista. Una dimostrazione ulteriore della grandezza del suo autore Joss Whedon, che dopo 6 stagioni di dialoghi intelligenti, personaggi ben sviluppati e trame sempre interessanti,  ha saputo dimostrare anche di avere un’uguale scioltezza anche con testi e melodie nello scrivere un episodio musicale che si inserisce perfettamente nella struttura narrativa della sesta stagione.

Hush buffyE cosa dire di Hush? Un episodio che di 43 minuti di screen time totali ben 27 minuti sono completamente senza dialoghi, con pochi effetti sonori e poca musica. Risulta forse noioso? No. Anzi, è sicuramente uno dei migliori episodi della 4a stagione, se non addirittura dell’intera serie. Sicuramente un episodio che ti rimane impresso. Possiamo forse dire che in questo panorama televisivo caratterizzato da una confusione di trame, intrecci, musica e sostanzialmente una cacofonia di rumori, non sia una vera perla trovare un episodio dedicato esclusivamente ai nostri occhi invece che anche ad altri recettori sensoriali? Non è forse una boccata di aria fresca, per così dire? Chi altri ha avuto il coraggio di provare a fare una cosa simile? Prima o dopo di Whedon, non ci sono altri esempi di muto in un episodio. Anzi, il silenzio assoluto è sempre aborrito, e riempito di sottofondi musicali. Quanta fiducia bisogna avere nel proprio cast per anche solo pensare di scrivere e produrre un episodio simile? Fiducia che gli attori impegnati sul set siano capaci di convogliare solo con il corpo e le espressioni facciali i sentimenti e l’azione. “Hush” è un episodio creato da Whedon come risposta a tutti quelli che dicevano che la ragione principale del successo di Buffy era il dialogo, quale metodo migliore per dimostrare il contrario che produrre un episodio interamente muto?

buffy-bodyE infine arriviamo a quello che io considero il capolavoro assoluto di tutta la serie: The Body. Questo episodio è l’incubo di ogni figlio: la realizzazione che non ci saranno più i tuoi genitori a sorreggerti quando cadrai, ma che da ora in poi sarai da solo. Il continuo cercare di affannarsi a comprendere qualcosa di incomprensibile: la morte. Il senso di responsabilità e solitudine che consegue la scoperta di un proprio genitore trovato morto: in un’istante è finita l’infanzia, la giovinezza, la spensieratezza. Soprattutto se devi badare anche ad una sorella minore, ancora in età scolastica. Per scrivere questo episodio Joss Whedon trasse spunto proprio dalla sua esperienza, infatti anche sua madre morì proprio come Joyce, per un aneurisma cerebrale. Nel corso degli anni, poi molti critici si sono succeduti nel dire quanto fantastico sia stato questo episodio in particolare. Quello che posso dire per la mia esperienza è che nessun altro episodio mi ha mai saputo trasmettere con questa spietata accuratezza la desolazione che si prova dopo aver perso qualcuno di caro, i vari stadi del lutto, accompagnati anche delle reazioni di chi è vicino alla famiglia: il monologo di Anya sul significato della vita, la sua innocenza nei confronti della morte, il pugno di Xander per la rabbia repressa, l’incredulità di Willow che non sa cosa indossare per rendere omaggio ad una donna che ha conosciuto ma anche per consolare la sua migliore amica. Questo è anche l’episodio dove Willow e Tara si baciano per la prima volta, bacio fortemente voluto da Whedon e fortemente contrastato dal canale, The WB. E si baciano per cercare conforto dopo un momento tanto triste.

Certo, io sono molto di parte, dopo Buffy ho seguito Joss Whedon in maniera quasi religiosa, dedicando tutta me stessa a qualsiasi suo progetto televisivo: Firefly, Dollhouse, Dr. Horrible’s Sing-Along Blog e  anche a quelli sul grande schermo, il vero asso nella manica dei film Marvel, infatti secondo me, rimane lui, non Robert Downey Jr., Chris Hemsworth o i vari altri registi che si sono messi a capo dei film. Ma stiamo divagando.

Buffy ha avuto anche il pregio di rappresentare il femminismo nella sua accezione migliore: niente pippe mentali sull’aspetto fisico, o sulla sessualità: una delle prime coppie lesbiche sul piccolo schermo l’ha portata questo show con le amatissime Tara e Willow. Quando ancora matrimonio per omosessuali e coppie di fatto sembravano cose distanti anni luce. E ha fatto tutto questo non sulla televisione privata, ma su un canale della televisione generalista, quindi con un budget assolutamente ridicolo per la prima stagione e che è rimasto comunque ridicolo se paragonato a quello stanziato per i tanto amati “mostri sacri” che – guarda un po’ il caso – sono tutti stati prodotti da canali della TV a pagamento. Progetto finanziato – pochissimo – un po’ per noia e per riempire la slot del midseason, sul quale nessuno avrebbe scommesso due lire e che invece ha saputo stupire tutti con i suoi dialoghi, la critica pungente, la storia coinvolgente e il giusto mix di humor, esorcizzando paure e stereotipi che sopravvivono ancora oggi nella nostra società. Non è forse questo un merito? Game of Thrones – abbiate il coraggio di ammetterlo – ha vinto moltissimi premi portando sul tavolo molto meno di questo e con un budget stratosferico per effetti speciali e locations. Eppure Buffy non è all’altezza dei Soprano, perché? Perché la protagonista è una ragazzina adolescente che tra 1000 difficoltà cerca di diventare una donna forte e indipendente e non un boss della mafia italo – americana del New Jersey con la crisi di mezza età e un rapporto di co-dipendenza dalla sua psicologa? Perché si continua a insistere come se fosse un teen drama qualsiasi? Perché metterlo in mezzo a cose del tipo Beverly Hills 90210, Gossip Girls, Dawson’s Creek, (per citare i migliori della categoria) quando in realtà è nettamente superiore a tutti questi? Quando mai avete visto Buffy scadere nella banalità? O nel classico – e sopravvalutato – triangolo amoroso? Sebbene il fandom si divida in #Bangel e #Spuffy, questi due team non sono mai stati in una vera competizione, infatti prima di iniziare il secondo, il primo è già bello che morto e sepolto (e con uno show tutto suo).

Perché Buffy non può essere paragonato a Mad Men? Non affrontano entrambi temi spinosi? Un uomo alcolizzato che cerca per sette stagioni di essere migliore e di capire perché abbia tutti questi problemi di intimità con l’altro sesso che lo portano sempre ad essere un marito fedifrago e insoddisfatto della sua vita è forse meglio di una ragazza che per 7 stagioni cerca il suo posto nel mondo? Il modo per inserirsi nella società senza il terrore di essere isolata e lasciata a se stessa e ai suoi demoni, chiusa nel suo ruolo di prescelta, prima di accettare davvero il significato di questo termine e cercare di cambiare il suo destino non solo per se stessa, ma anche per quelle che verranno dopo di lei?

Cos’è che non piace? Cos’è che non convince? I dialoghi? Impossibile, alcune delle frasi sono troppo memorabili per essere dimenticate, Beneath You (7×02) ci mostra uno dei monologhi più belli di tutti i tempi della televisione, quando Spike parla della sua scintilla. La dichiarazione d’amore sempre di Spike a Buffy alla fine della settima stagione in Touched (7×20) non vi pare la cosa più bella e più onesta mai mostrata? Il pennarello giallo citato da Xander alla fine della sesta stagione, in Grave (6×22), non vi fa capire più di mille metafore il significato di amicizia? E cosa si può dire dell’episodio sulla passione, Passion (2×17), in cui Angelus ci mostra tutta la sua sensualità e la sua crudeltà in un intricato schema per destabilizzare la sua preda? E qui vi ho riportato solo i miei esempi preferiti di dialoghi, battute che sono impresse nel mio cuore e che hanno totalmente cambiato il mio approccio ad alcuni temi.

Sono d’accordo anche io che alcuni mostri siano oggettivamente ridicoli da guardare, ma ricordiamoci che la prima stagione è stata girata nel 1996, un anno in cui la CGI era ben lontana dalle meraviglie di oggi, con un budget ben lontano da quello degli show fantasy più in auge al momento. Ma i costumi e le scene datate hanno forse scoraggiato i fan di Star Wars – Episodi IV, V, VI? O gli hardcore della serie originale di Star Trek? No. Perché Buffy dovrebbe avere un trattamento diverso? Siamo davvero così privi di immaginazione da aver bisogno dell’assoluta perfezione della computer grafica per goderci un telefilm fantasy?

Eppure Buffy non è all’altezza di Breaking Bad. Perché? Sapete darmi un motivo? Possiamo dire che magari Breaking Bad può piacerci di più perché rispecchia di più il nostro gusto, ma oggettivamente dov’è questa superiorità? In quale aspetto? Nella trama? Nella recitazione? Nei temi trattati? Nell’innovazione apportata al mondo della televisione? Qual è il parametro che permette di dire che Breaking Bad è un capolavoro mentre Buffy no? Walter White è forse un antieroe più convincente di quanto potrà mai essere Spike? Perché? Eppure quando si arriva al nocciolo della questione, la risposta è sempre la stessa: Buffy è un teen drama. Breaking Bad è un drama. E quindi? Solo perché i teen drama di adesso sono delle porcherie senza capo né coda, con trame, attori e situazioni che sfociano nel ridicolo, ed hanno quindi screditato tutta la categoria, allora noi non possiamo più distinguere un prodotto ottimo e di qualità da uno scadente? Anche Veronica Mars è un teen drama, ma vogliamo forse metterlo sullo stesso piano di Shadowhunters?

Teen Drama adesso è sinonimo di trash, ma non è sempre stato così. Allora sono i nostri stessi preconcetti verso la categoria a farci disdegnare un telefilm talmente farcito di significati e riferimenti culturali e innovazioni da essere studiato in alcuni corsi universitari? Siamo davvero arrivati a questo punto?

Non mi resta che lasciare la parola a voi: Buffy è solo un teen drama o anche lui merita il suo posto tra i mostri sacri?

About chiara_mini

Fin da piccola si è innamorata delle serie tv con Buffy The Vampire Slayer, ha passato l'adolescenza a Tree Hill dove ha vissuto grandi amori, versato tante lacrime e si è creata una famiglia tutta sua con tanti Brothers & Sisters! Sempre a Pasadena passa le sue giornate a ridere con i nerd più fighi del pianeta parlando della teoria del Big Bang. Nel tempo libero combatte i mostri assieme ai Winchester e dà una mano a Eric a Bon Temps. Game of Thrones è la sua bibbia.

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2 comments

  1. E’ raro trovare un articolo del genere su Buffy: coraggioso, ma paradossalmente così “banale” per l’affrontare un tema così scontato, ossia il paragone tra Buffy e i telefilm realistici, seriosi.
    Inutile dire che hai completamente ragione. Il problema è il pubblico generale, non certo tu.
    Prendi i Soprano: per molti un capolavoro assoluto; come Il Padrino, del resto. Curiosamente, trattano lo stesso argomento. Allora vuol dire che un prodotto narrativo è importante se parla di mafiosi, diversamente no. Breaking Bad: mi sembra una sciempiaggine, moooolto poca realistica, l’idea di base, quindi non gli darei importanza ben priva di vederlo. Mad Men: negli ultimi anni evidentemente si è scoperto che tra gli altri argomenti degni di essere trattati ci sono i pubblicitari, di cui a me personalmente interessa 0.
    Come vedi ti ho “stroncato” almeno du dei telefilm citati senza troppi problemi.
    Quindi potrei chiedere io a te: come si fa a paragonare certi prodotti a un tf universale come Buffy che attraversa innumerevoli generi e ha contenuti di altissimo livello?
    Il problema che tu poni quindi è assolutamente ribaltabile.
    P.S. Si capisce, e non è un caso, che non abbia visto se non due episodi di quei tre telefilm, mentre curiosamente su Buffy ho (quasi) tutto ciò che esiste.

  2. Allegra Germinario

    Sono assolutamente d’accordo: ancora oggi, sia nei momenti di sconforto che in quelli più felici, Sunnydale è come una casa per me (al pari di Hogwarts per i più incalliti Potterhead!) e ogni volta che riguardo Buffy trovo nuovi spunti di riflessione e di crescita. Per me è un mostro sacro a tutti gli effetti e chi non lo capisce – o non vuole farlo a causa di sciocchi pregiudizi – non sa cosa si perde.

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