Bentornati a Chicago, mie cari fan! Se ancora non vi siete ripresi dai momenti Linstead, non preoccupatevi perché questo episodio riprende lì dove era finito… più o meno. Finalmente i due colleghi hanno dato sfogo alla tensione sessuale che aleggiava sopra le loro teste dalla prima stagione e noi ragazze ci siamo rifatti gli occhietti guardando il nostro Jay semi nudo – anche i maschietti e non solo hanno potuto ammirare Erin! Non abbiamo nemmeno il tempo di gustarci questa vittoria che dobbiamo affrontare la “rottura”: Erin sgancia la bomba che dovrà partire in Bolivia per sei mesi. E qui son sicura che il fandom ha rischiato di spaccare lo schermo del pc o della tv. Mi era piaciuta l’idea della taskforce per come tutti l’avevamo intesa: vedere Lindsay al comando; di sicuro non avremmo mai pensato che il ruolo fosse quello di andare farsi le unghie e i capelli con la moglie di qualche malavitoso. Poteva essere un ruolo interessante per lei, ma evidentemente è stata una mossa calcolata dagli autori per far sì che il Linstead potesse prendere il volo, e ora che Erin è tornata in squadra la situazione tra i due si farà più piccante… cosa dite? Non so quanto Voight possa essere favorevole alla relazione tra i due, anche se per i Burzek avrebbe fatto un’eccezione.
Jay mi è piaciuto particolarmente questa settimana, i suoi sentimenti nei confronti di Erin son sempre stati chiari fin da subito. Abbiamo visto come la difenda senza esitazione, ci sia sempre nei momenti in cui lei ha bisogno di conforto e poi, dai, la guarda come io guardo una crepe alla nutella: immenso amore. Jay vuole di più – e anche noi – e anche le espressioni di Erin di questi ultimi episodi ci dicono che anche lei vuole altro. #Linsteadforevah
Ancora una volta Chicago PD ci fa capire quanto la famiglia sia un punto centrale dello show, non solo le persone facenti parte dell’Intelligence si prendono cura l’uno dell’altro durante il lavoro ma soprattutto fuori da esso. E non importa cosa succede, possono sempre contare l’uno sull’altro. Il caso settimanale è stato interessante, perché anche io d’istinto ho pensato che potesse essere il marito l’omicida – oggi se ne sentono talmente tante di storie simili che viene istintivo credere che potesse essere lui – ma anche l’ex ragazzo di Shelby non mi ha fatto una bella impressione… tanto è vero che era colpevole tanto quanto chi ha premuto il grilletto. Ma quello che rende Chicago PD interessante, a parte i vari casi, è la storia di fondo dei personaggi.
Abbiamo avuto l’onore di conoscere finalmente Ruzek senior, Bob, anch’egli nella polizia ma come semplice poliziotto. Ben diverso quindi da Adam e soprattutto da Voight, per il quale non nutre una particolare simpatia. Grazie a Olinski, Adam verrà a conoscenza della ragione per la quale tra il padre e il suo capo vi è così tanta ostilità. Ma quello che più ho apprezzato è il motivo per il quale Bob Ruzek ha deciso di rimanere un semplice poliziotto, nonostante avesse tutte le qualità per diventare detective: ha scelto la famiglia, rinunciando alla possibilità di ottenere una promozione sul lavoro. Un gesto nobile da parte sua, Adam proviene da una famiglia che crede fortemente nel senso di giustizia e dà la giusta importanza allo spendere il più tempo possibile con i propri figli. Non ho dubbi che questo faccia di Adam uno splendido personaggio.
Burgess in questo episodio torna sul campo insieme a Roman che, stavolta, non la lascia sola nemmeno per un istante – il suo senso di colpa è ancora forte. Nonostante Kim non lo volesse intorno, ho apprezzato il fatto che lui sia testardo di carattere e non le abbia dato retta perché anche se la donna pensa di essere pronta a lavorare di nuovo come prima, il fatto che non riesca a suonare un campanello la dice lunga e non la biasimo per questo, d’altronde chi non avrebbe paura a suonarlo dopo quello che le è successo?
Episodio promosso a pieni voti… tutto torna alla normalità e noi siamo contenti! Il prossimo episodio sarà un crossover con Chicago Fire… quanto amo questi doppi episodi!! Qui sotto il promo