Non c’è nessun dubbio: la morte di Nadia ha sconvolto tutti, non solo noi fan e soprattutto al distretto 21, ma più di tutti ha colpito notevolmente Erin, e questo c’era da aspettarselo. Anche se mi aspetto un funerale molto più struggente, l’episodio That’s My Girl mi ha colpita in modo del tutto inaspettato perché, anche senza vedere il rito funebre. l’attenzione si è spostata sulla possibilità, poi avveratasi, di onorare Nadia con una targa all’ingresso del distretto. Sarà che la Platt ha fatto di tutto per ottenerla, diventando una sorta di mamma orsa che protegge i suoi cuccioli e quindi rabbiosa nei confronti di chi si mette sul suo cammino, ma tutta questa situazione mi ha fatto riflettere su come la ragazza fosse davvero un personaggio importante. Il fatto che volessero farci vedere una Erin come una mentore è riuscito a metà: è vero, ha portato Nadia sulla buona strada, le ha dato una seconda opportunità ma poi tutto è andato in fumo. E non dico che sia colpa sua, anzi, però non mi piace vedere Lindsay spezzata, che si dà la colpa per quello che è accaduto, che si butta nell’alcool e nella droga – come abbiamo potuto vedere nell’ultimo episodio – pur di non pensare. Una Erin diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere, forte e salda nel lavoro che si lascia, in questo momento, andare all’impensabile. Soprattutto durante gli interrogatori e quando vorrebbe farsi sparare dal ragazzo pur di testargli il coraggio. Questa non è la Erin che mi piace. ma penso che questa sia solamente la punta dell’iceberg, perché la morte di Nadia ha minato seriamente la sua stabilità e tranquillità. E in tutto questo nessuno dei suoi colleghi se ne accorge, preferiscono darle spazio – giustamente – per permetterle di andare avanti. Elaborare un lutto non è mai facile e il più delle volte le persone pensano sia giusto lasciare in pace un caro amico, lasciarlo piangere, soffrire in silenzio da solo. Per certe persone questo può andare bene, ognuno elabora il lutto con i propri tempi e con le proprie modalità, ma nel caso di Erin lei lo sta elaborando dannatamente in modo sbagliato. Droghe e alcool non sono la risposta e in questo caso ci dovrebbe essere qualcuno a ricordarle questo, ma a ricordarle soprattutto che in primis lei ha salvato Nadia da un destino molto brutto, le ha dato una seconda possibilità che forse nessuno le avrebbe dato, le ha fatto sperare e sognare in un futuro migliore. È questo che Erin deve capire, purtroppo non può salvare tutti, ma adesso ad essere salvata – da se stessa – è proprio lei.
Nel frattempo Atwater commette uno degli errori che un bravo poliziotto non dovrebbe mai commettere, anche io mi sono resa conto che aveva lasciato una lattina dentro la sala interrogatorio e pure il più stupido sa che una persona, se non vuole parlare, con quella lattina può fare di tutto. Per questo errore Voight lo ha rimandato di pattuglia e fatto salire ai piani alti Burgess, la quale non si aspettava una promozione di questo tipo.
Voight non riesco a capirlo, sa benissimo che Erin sta passando un periodo – passatemi il termine – di merda e non fa nulla a riguardo. Spesso, quando si attraversa un lutto, si pensa – giustamente – che le persone debbano essere lasciate in pace a piangere e a soffrire da sole, questo va bene fino ad un certo punto. Va bene fino a quando non ci si rende conto che la persona sta prendendo una strada sbagliata, in quel caso bisogna intervenire. Hank sa bene in cosa Erin si sta cacciando ma non fa niente, perché? Questo mi fa davvero arrabbiare!! Sul piano lavorativo, invece, è sempre impeccabile e non ho niente da ridire…
Mi è piaciuta tantissimo Kim, sembra essere a suo agio nell’Interrligence e spero che ci rimanga perché ci vuole un’altra donna ai piani alti e poi perché il suo posto è lì!
Questi due episodi hanno spianato la strada a un season finale che non promette niente di buono, e non riesco a non pensare che possa accadere qualcosa di brutto. Sapete, è una sensazione che non riesco a togliermi di dosso quando guardo i Chicago, non sai mai cosa aspettarti!