Siamo giunti quindi alla metà di questa prima stagione di Crossbones, è arrivato il momento di tirare qualche somma. Purtroppo la serie non pare avere il riscontro che si aspettavano i produttori. Il nome di John Malkovich sembra non bastare ai telespettatori americani, il cui numero è vertiginosamente diminuito con il passare degli episodi. Infatti dai quattro milioni e passa del pilot si è arrivati alla misera somma di due milioni di spettatori per quanto riguarda “The Return”. La serie però non è ovviamente spazzatura, anzi, le storie offerte da Crossbones non sono affatto noiose, ma purtroppo non sono paragonabili a quelle cui è stato abituato il pubblico negli ultimi cinque o sei anni.
Passando agli avvenimenti riguardanti la serie, il quarto episodio ci catapulta in quelle che ormai sono le sempre più frequenti visioni di Barbanera, tanto frequenti da diventare “reali”. Ovviamente riusciamo ad intuire che quelle visioni non sono fantasmi o generiche visioni paranormali, ma il tutto pare richiamare qualche ricordo del povero Edward, qualcosa che lo ha profondamente turbato in un passato apparentemente lontano.
Intanto lo sguardo si sposta sul piano, ancora non tanto chiaro, di Edward. Abbiamo capito che ormai il piano comprende alcune navi kamikaze, ma purtroppo non pare abbastanza. Barbanera ha bisogno di uomini per poter attaccare la flotta inglese. Una volta trovata la mano d’opera però (alcuni mercenari di Archangel Island), il pirata “pensionato” si dovrà adoperare per pagarli, visto che questi “innocui” mercenari vogliono essere pagati un occhio della testa. Sembra scontato a dirlo, ma Barbanera decide di derubare gli spagnoli. Ora ho capito che si tratta di spietati pirati, per carità, ma non sembra un po’ tutto troppo scontato? Ok, il pirata deve depredare e uccidere, ma le scene mi sono sembrate forzate e un po’ troppo ovvie e poi lasciatemelo dire: la faccenda della parrucca è una pagliacciata assurda.
Oltre ai piccoli difetti sopra citati, il dubbio più grande che si annida nei miei pensieri è questo: la serie è partita parlando di sto benedetto cronometro, ora, dove diavolo sta? Cioè ci sono solo copie in giro per il mondo, ormai anche i mendicanti ne possiedono un personale e la storia pare essere totalmente slittata verso altre trame. Sinceramente mi intrigava la faccenda quasi di spionaggio industriale che riguardava il cronometro, ma vabbè.
Il quinto episodio, invece, forse ci regala qualcosa in più della solita azione un po’ sfiatata alla quale mi ero ormai abituato. “The Return” appare in qualche modo più filosofeggiante. Oltre a dare qualche nota di colore ai vari personaggi “umanizzandoli” ci porta alla scoperta della figura femminile in una società piratesca che, fino ad ora era stata ghettizzata per far spazio alla vita alquanto “noiosa” di Barbanera.
Tom Lowe intanto è combattuto dal gioco del tradimento nel quale si è invischiato fin dall’inizio. Da una parte ci sono gli inglesi e la sua missione, dall’altra Kate e Fletch, persone a cui l’uomo pare essersi più che affezionato. Intanto quello che dovrebbe essere il grande stratega non pare accorgersi affatto di quello che sta succedendo tra Charlie e Selima, così Barbanera deciderà addirittura di designare proprio Selima come suo successore al comando, dopo la sua morte ovviamente. Questa decisione regalerà anche un po’ di sicurezza alla povera Selima che sembrava impaurita anche delle mosche.
Il quinto episodio (per intenderci: quello meno visto) pare essere proprio quello più interessante della stagione, ma i due milioni di spettatori che hanno probabilmente ormai abbandonato lo show non lo sapranno mai e quindi si proseguirà con un pubblico ristretto, ma che con ogni probabilità si aspetta grandi cose dopo questo quinto episodio.
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