Daredevil – Jon Bernthal parla del suo personaggio e della nuova stagione

È stata da poco annunciato lo spinoff su The Punisher, interpretato da Jon Bernthal, ma l’attore è stato di recente intervistato da EW riguardo alla seconda stagione di Marvel’s Daredevil, durante la quale darà parecchio filo da torcere al protagonista.

L’attore vestirà i panni di un ex militare, Frank Castle, alias il Punitore, che userà un suo personale arsenale di armi per diventare il nuovo vigilante della città. Peccato che Hell’s Kitchen ne abbia già uno. Lo scontro fra il Punitore e Daredevil è dunque inevitabile. Nonostante l’attore non conceda importanti spoiler, ecco alcune delle domande e risposte più interessanti dell’intervista, che svelato alcuni dettagli e anticipazioni sul nuovo personaggio e sulla nuova stagione di Daredevil.

Che cosa ti ha spinto ad accettare questo ruolo?

Sono un grande fan della prima stagione. Ho adorato il modo in cui la prima stagione ha esplorato il mondo comic, con autenticità. E ovviamente, questo è un personaggio che è risuonato per molto tempo. Un importante personaggio, uno di quelli di cui sei onorato di interpretare. Questo è un ragazzo che significa molto per molte persone e il suo personaggio ha avuto a che fare con le forze dell’ordine e militari. La gente viene da me e mi chiede: ”Non rovinare tutto”.

Come vedi Frank Castle?

È un uomo che si mette in prima linea e ha fatto davvero dei sacrifici per questo paese con il coinvolgimento militare. È un ragazzo che ha portato la guerra a casa nel peggior modo possibile. Ci sono molte versioni di questo personaggio, e in tutte queste è un uomo che ha perso molto attraverso questo incredibile trauma, e ciò che è interessante nella nostra versione è il modo in cui il trauma rimodella la sua filosofia. Non posso dire molto, ma ciò che è interessante è il modo in cui [gli showrunners Doug Petrie e Marco Ramirez] hanno creato la sua storia in un lento crescendo. È interessante trovare questo ragazzo nel punto in cui si trova. Vuoi vedere un’evoluzione e un processo. All’inizio sarà in un posto e alla fine in un altro.

Quali sono state le scelte che hai fatto come attore per portare in vita il suo personaggio?

L’allenamento e la fisicità sono estremamente importanti per qualsiasi cosa io faccia. Fortunatamente, conosco persone dell’ambito militare di cui [il personaggio] fa parte. Mi sono allenato con loro e con molte armi. Ma con Frank, ciò che è importante è il vuoto dentro di lui. Lui deve affrontare questa perdita incredibile. C’è un rabbia incredibile, odio e vergogna. C’è un senso di responsabilità, come padre e marito, se avessi perso la mia famiglia sotto i miei occhi… sarei finito nel posto più oscuro possibile negli ultimi sei mesi.

E questo a cosa ha portato?

Specialmente all’inizio, la parte più forte era quella dell’isolamento. Nei primi mesi, ho fatto molte passeggiate sul ponte di Brooklyn verso il set, cercando di mettere da parte ogni influenza esterna di gioia. In ogni caso, che abbia avuto successo o meno resta ancora da vedere.

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È un ruolo molto fisico, qual è stata la sfida più grande?

La squadra di stunt che abbiamo ci permette di raggiungere un livello che nessuno può comparare con il cinema o la televisione. Abbiamo delle scene di lotta cinematografiche, non solo per l’aspetto fisico ma anche per la storia emozionale che c’è dietro ogni combattimento. Quello che stiamo facendo in otto giorni per ogni episodio, in un film ci vorrebbero mesi. Quello che stanno facendo è sbalorditivo.  Amo la fisicità, la lotta, penso che il modo in cui un personaggio lotta e affronta le avversità e il pericolo, dice davvero tanto sul carattere. Mentre questo personaggio si sviluppa in quello che diventa, diventa più violento e più crudo.

Ci saranno un sacco di spettatori che faranno il tifo per te e che tu uccida queste persone. Come ti senti a riguardo?

Una delle cose più eccitanti è sperare di vedere le persone cambiare idea più volte. Ci sono delle cose con le quali ti puoi identificare, e altre cose che invece spingono nel verso opposto e non riesci più a stare con loro. E questo è quello che voglio. Penso che sia questa la natura del personaggio. […] Lui è brutale, ma viene da una situazione che lo ha fatto soffrire in modo incredibile. E la cosa migliore del personaggio è che a lui semplicemente non importa. Ha una missione molto personale, e se lui ti offende, non gli interessa minimamente.

I supereroi di norma non hanno armi, ma il tuo personaggio sì. Pensi che il tuo personaggio sia nel giusto, o che sia un po’ incasinato?

Il mio lavoro è quello di entrare nel personaggio, nella sua storia ed essere un avvocato per questo personaggio al 100% del tempo, e credere in quello che faccio. Ed è davvero importante che quello che faccio e quello che dico potrebbe non essere il vero sentimento del personaggio.

Hai detto che il tuo personaggio evolve in questa stagione, puoi dirci qualcosa di più?

Ovviamente la Marvel tiene tutto segreto. Posso dire che c’è questo ragazzo, che succedono delle cose tragiche e orribili, e vediamo come le affronta. L’effetto che gli altri personaggi hanno su di lui lo spinge in una certa direzione. Penso che una volta che li vediamo scontrarsi, è tremendamente interessante, emozionante e avvincente. Sarà una stagione speciale. Se pensavate che la prima stagione di Daredevil fosse dark, la seconda lo sarà ancora di più.

Guardi ancora The Walking Dead?

Quei ragazzi sono e sempre saranno una famiglia per me. Faccio sempre il tifo per loro. Ma ho avuto un anno molto impegnato e sono rimasto indietro. Una delle grandi cose di terminare [Daredevil] è che posso passare il tempo con la mia famiglia e rimettermi in pari con The Walking Dead.

Marvel’s Daredevil tornerà il prossimo 18 marzo.

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