Siamo solo all’inizio della seconda stagione di Defiance, la serie targata SyFy, ma il personaggio di Jaime Murray, Stahma Tarr, si è già stabilita come una degli antagonisti più formidabili di tutti i generi nella fantascienza. Defiance è ambientato 35 anni dopo lo schianto sulla terra di 7 razze aliene, chiamate complessivamente Votan. Una di queste specie è la Castithan, gruppo che ricopre una particolare importanza. Stahma è una Castithan di nobili origini che ha sposato Datak Tarr, interpretato da Tony Curran, che ha un ruolo di spicco all’interno della città di Defiance, l’ex St Louis del Missouri. Stahma è una moglie rispettosa, ma manipola senza vergogna sia il marito che il figlio e chiunque altro non riesca a vedere oltre la sua maschera di buone maniere. Ha ucciso per mantenere la sua famiglia e la sua posizione, persino la sua amante* quando sembrava che potesse comprometterla. Adesso che Datak è stato arrestato per aver ucciso uno sgradevole umano, Stahma potrebbe prendere alcune responsabilità del marito, mettendo un umile facciata sulle grandi ambizioni.
L’attrice britannica ha interpretato numerosi ruoli particolari, H.G. Wells in Warehouse 13 (SyFy), la vampira Gerri Dandridge nel film Fright Night 2, l’amante piromane di Dexter nella seconda stagione dell’omonimo telefilm e Gaia in Spartacus: Gods of the Arena. Ciononostante, Stahma Tarr è il primo ruolo che le ha richiesto di essere totalmente truccata di bianco e di parlare la lingua Castithan, inventata – come le altre lingue Votan – dal consulente di Defiance, J. Peterson.
Durante la conferenza stampa organizzata da SyFy per Defiance, la Murray ci racconta com’è interpretare il ruolo di Stahma, apparentemente dolce, ma nello stesso tempo estremamente clandestina.
Hai mai interpretato prima personaggi come Stahma? Hai interpretato persone pressoché manipolatrici, sia in Warehouse 13, che in Dexter che in Spartacus, ma quelle sembrano essere state un po’ più dirette nella loro manipolazione. È divertente interpretare ruoli più perspicaci?
È interessante. Credo che Gaia in Spartacus stesse vivendo all’interno di un mondo patriarcale, ma si era ribellata totalmente contro di esso. Invece, nei panni di Stahma, sto vivendo all’interno di una relazione uomo/donna che proviene da una cultura con un storia e delle tradizioni patriarcali molto rigide, quindi spesso puoi solo reprimere qualcuno così tanto prima che il loro personaggio o il loro spirito possa provare a trovare un altro modo di raggiungere i loro obiettivi. Quindi Stahma deve stare in disparte – in realtà, ho avuto tanta empatia per lei – a volte è la persona più intelligente della stanza, ma non può essere diretta con il marito ed essere la sua partner in quel modo. Deve manipolarlo di modo che lui pensi che sia una sua idea, quindi suggerirgliela in un modo in cui non ferisce il suo orgoglio maschile. Quindi è un ruolo interessante da interpretare.
È sincera nella sua voglia di mantenere la pace? Per esempio, nel pilot, cerca di convincere Datak a non uccidere il ragazzino innocente. Quanto desiderio ha di proteggere il bambino, se quel desiderio esiste, e quanto desidera che le miniere Macauley diventino di proprietà della famiglia Tarr?
Oh, non posso rivelarlo [ride]. Quello è un percorso che non vedo l’ora di esplorare e non voglio rispondere, perché vorrei che voi guardaste e vi chiedeste cos’è la cosa che la sta motivando e perché è così dolce e gentile in quel momento, se perché fa parte della sua arte di manipolazione, o se è stata male interpretata? Quindi per adesso lascio perdere questa domanda.
Sembri molto diversa nei panni di Stahma. Indossi qualche protesi, viene coinvolta la tecnologia per il tuo look?
Beh, sono completamente truccata. Le protesi si mettono quando indossi dei pezzi. Mi dipingono da capo a piedi. In passato ho indossato diverse protesi, quindi sono felice di non farlo nei panni di Stahma, perché comportano l’utilizzo di colla e quant’altro. L’unica cosa negativa dell’essere truccata in toto è quando il povero Tony, che interpreta mio marito, durante le scene prova a toccarmi il viso ed io gli dico “Non toccarmi la faccia”, perché lascio piccole impronte bianche del mio personaggio ovunque vada [ride].
Quindi sei come Madaline Kahn in Young Frankenstein. Ti lasciano delle parti da cui la pelle può respirare? Ricordo che quello fu un punto di svolta in Goldfinger – se qualcuno è pieno di trucco su tutto il corpo e i pori non possono respirare, può essere pericoloso.
Il trucco non è come il cellofan o nient’altro del genere, quindi non c’è bisogno di farlo, ma quando ti prendono lo stampo del tuo volto per fare le protesi, a volte ti mettono le cannucce nel naso quando mettono il gesso sul viso.
Il trucco condiziona il modo in cui interpreti Stahma?
Beh, indosso un sacco di corsetti e cinture e vestiti lunghi. Ho sempre avuto molto rispetto per il guardaroba ed il trucco e l’effetto che hanno queste cose su di me, e dato che è un trucco molto fragile e devo starci molto attenta, mi dà una sorta di portamento che ho pensato fosse comunque interessante per il personaggio, quindi l’ho usato ed ho deciso “Ehi, è così che una donna Castithan dovrebbe comportarsi”. [Ride]
È difficile lavorare con le lenti a contatto?
Ne ho avute di peggio. Ho fatto un film in cui indossavo lentine totali. Queste qui sono molto, molto più comode in confronto. Tra il trucco e queste lentine ho una sorta di aspetto da serpente e anche in questo caso ho utilizzato questo fatto per ispirarmi e dare a Stahma un aspetto ultraterreno nel modo in cui si muove o gira gli occhi quando è nervosa. Quindi qualsiasi sfida presenti, io cerco di utilizzarla.
Cos’era il film in cui hai dovuto indossare lenti a contatto totali? Oh, eri un vampiro.
Esatto.
È stata la prima volta che interpretavi quel ruolo?
Sì, era la prima volta. È stato interessante perché stavo già utilizzando elementi di quell’essere per Stahma e poi, mentre studiavo i vampiri, ho dato un’occhiata alle analisi della mitologia dei vampiri di Freud e Jung, e qualsiasi altro mito che è molto popolare è generalmente qualcosa che è nella coscienza popolare, e credo che quel narcisismo sia molto diffuso in questo momento nella nostra cultura. Infatti basta vedere i reality show per rendersi conto di quanto sia premiato nella nostra cultura, di come vuota questa possa essere, di come il fatto che le persone usino gli altri per i propri scopi sia piuttosto nocivo e succhi la vita degli altri.
Ritornando a Defiance, molto spesso gli alieni creati dagli americani hanno un accento britannico. Tu ce l’hai nella vita reale, ma non per Stahma. È stato deciso così perché gli alieni che sono atterrati in America avrebbero dovuto imparare l’accento americano?
Beh, prima di tutto se ne è parlato tantissimo, un sacco di cattivi sono britannici, ed io non volevo quello, dato che l’avevo già fatto in passato. L’accento di Stahma è diverso da quello di Datak perché lui ha imparato la lingua nei bassifondi e nelle strade. Io forse ho avuto un tutor e l’ho imparato dai libri, quindi il mio americano - il modo in cui parlo, il mio accento e la mia intonazione – è un po’ forzato. È la mia seconda lingua, quindi è stato divertente.
C’è una versione video game di Defiance che va pari passo con la serie TV, anche se il gioco e lo show sono ambientati in diverse parti del paese. Quello che Trion fa con il gioco ti condiziona, come attrice, in quello che fai nello show?
In realtà no, è piuttosto bello per gli attori perché a volte la mitologia e alcune strutture devono essere pensate in modo meticoloso e, piuttosto che chiedere qualcosa e non ricevere nessuna risposta, in questo caso per noi è molto più facile ottenerla. E a volte farai qualcosa e loro diranno “Beh, non puoi farlo perché questo, questo e questo è in tale episodio”. Quindi sono sempre le circostanze date, ma è simpatico perché le persone hanno davvero pensato a quelle circostanze.
Defiance è più pianificato rispetto ad altri show in cui sei stata? Immagino, ad esempio, Spartacus, se non altro per la presenza del green screen, che era piuttosto ben progettato.
Sì, sono stata molto fortunata a lavorare in progetti dove le persone erano super appassionate. Ho lavorato su progetti piuttosto esotici, credo, e credo anche che le persone che lavorano a quel tipo di installazioni non si annoiano, il che rende quelle pièce qualcosa di ben progettato.
Vorresti dire qualche altra cosa su Defiance?
Sai, ci sono molti colpi di scena nella storia, ma è essenzialmente una pièce portata avanti dai personaggi, è piena di ambizione e speranza ed è anche divertente. È un mondo molto ricco e divertente ed i personaggi sono al centro dell’attenzione. Inoltre è uno show ricco di strati ed io ne sono assolutamente appassionata. Come attrice, a volte guardo quello che fa Tony Curran nei panni di Datak e dico “È frustrante come non riesca ad infuriarmi e buttare le cose fuori dalla macchina come fa Datak”, invece devo indossare la maschera di persona servile e interpretare quel ruolo, ma mi chiedo, chissà dove sarà Stahma tra tre stagioni? Potrebbe dire a Datak di ficcarselo dove non batte il sole. Credo davvero di averla interpretata in un modo più servile di quanto non avessi pensato - perché non volevo che in lei si vedesse qualcosa dei personaggi che ho interpretato prima – ma sento come se questo fatto sia stato un grande punto di inizio, perché nel momento in cui si ribellerà causerà sicuramente dei problemi .
*Pensiero personale: io non credo che Kenya sia morta!
Allora, cosa ne pensate voi di Stahma Tarr? Se non siete ancora convinti su quanto sia splendido questo personaggio, date un’occhiata a questa sorta di vignetta creata da Death to Dickens!
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