Ma ciao a voi, giraffe ubriache!
Non mi perderò in chiacchiere, e passerò subito a recensire, commentare e sì, anche criticare questo particolarissimo episodio di Natale.
Plot (mmh, what plot?)
Non mi dilungherò nemmeno troppo sulla trama, che ormai saprete sicuramente a memoria.
Il Dottore si ritrova attirato da un messaggio misterioso che viene diffuso in tutto il tempo e lo spazio; tale arriva da una frattura spazio-temporale, posta in un edificio del paese Christmas (“Natale”), un paese di un anonimo pianeta, che si scoprirà poi essere Trenzalore. Come tutti sappiamo, Trenzalore non è un bel luogo per il Dottore.
Questo messaggio, tradotto, rivela la domanda più antica dell’universo: “Doctor Who?”.
Il Dottore capisce che i Signori del Tempo hanno trovato un modo per passare dall’Universo Tasca in cui sono confinati, nell’Universo normale, ma per accertarsi che il luogo in cui si vogliono trasferire sia sicuro, chiedono la conferma al Dottore, dato che è l’unico che può rispondere alla domanda.
Il Dottore però si ritrova in una situazione di stallo: non può far entrare i Signori del Tempo perché intorno a Trenzalore sono parcheggiati nemici di ogni genere e tipo, e non può nemmeno abbandonare la cittadina di Christmas, che vuole continuare a proteggere.
Perciò spedisce Clara a casa con un imbroglio e rimane a vivere a Christmas con la sola compagnia della sua testa di Cyberman Handles (“Maniglie”), proteggendo la città dagli assalti nemici per anni, decenni e secoli.
Clara, ritornata su Trenzalore dopo essersi agganciata al TARDIS, e il Dottore capiscono che la situazione di stallo sta per smuoversi: la Chiesa si oppone ai Dalek, il Dottore e i Silenti si alleano sul campo di battaglia.
Dopo altri secoli di battaglia, il Dottore ormai vecchio, arriva il momento in cui decidere cosa fare: morire e lasciar morire Trenzalore oppure liberare i Signori del Tempo e scatenare un’altra Guerra del Tempo. Naturalmente sceglie di morire su Trenzalore, come vuole la storia. Ma dopo che Clara parla ai Signori del Tempo, al Dottore vengono concesse altre rigenerazioni: Eleven diventa Twelve (o forse Thirteen), sconfigge i suoi nemici e riporta la pace su Trenzalore.
My Impossible Girl
Clara mi è piaciuta molto, più del solito. Nonostante non abbia fatto praticamente nulla fino alla fine dell’episodio, sono stata felice di vederla come si è comportata da amica del Dottore, quasi da nipotina. Il tocco di classe sono state le sue parole rivolte ai Signori del Tempo.
“Avete fatto una domanda. Ma è arrivato il momento che qualcuno vi dica che l’avete posta male. Il suo nome, il suo nome è il Dottore. È il solo nome che ha, è tutto ciò di cui avete bisogno per conoscerlo. E se lo amate… E dovreste… Aiutatelo. Aiutatelo.”
Ha riassunto l’essenza stessa del Dottore in poche parole, e mi ha fatto piacere.
Ora sono davvero curiosa di vederla interagire con un tizio come Capaldi.
Drunk Moffat
Ora, per quanto riguarda la puntata, che molti hanno considerato eclatante e bellissima, io mi devo esprimere in maniera contraria. Non dico che sia stata una vera schifezza, però mi ha lasciata incredibilmente insoddisfatta.
L’ho trovata un’accozzaglia esagerata e inutile di personaggi. A che pro mettere Weeping Angels, Cyberman, Dalek, Silenti, Sontaran, Slytheen tutti insieme senza mai farli interagire con senso? I Dalek sono ormai ridicoli, i Weeping Angels stanno perdendo credibilità, il significato stesso dei Silenti è stato stravolto. L’inserimento del “fantasma” di Amy Pond che, carinissimo eh, ma si poteva evitare. E non solo perché non sopporto Amy e avrei voluto rivedere River.
Per non parlare delle incongruenze temporali e delle cose lasciate in sospeso.
-In primis, l’invecchiamento del Dottore. Come tutti sappiamo, Eleven è stato incredibilmente longevo: nel periodo dei Pond si è ritrovato a viaggiare per più di trecento anni, senza mai dare segni di invecchiamento. Ora invece, in un lasso di tempo di circa cinque secoli, lo vediamo invecchiare notevolmente, cosa che non era mai successa prima.
-Per non parlare dell’incongruenza relativa al Campo di Verità presente su Christmas: passano la prima metà della puntata a proclamare che non si può mentire, e rovinano tutto il lavoro con le battute del Dottore: “Ho un piano. No, non ho un piano ma a loro piace sentirmelo dire.”. You had one job, Moffat!
-Glisserò con eleganza sull’alquanto deludente rigenerazione, tanto attesa e che ci si poteva facilmente perdere se si battevano le palpebre.
-Tra le altre cose, sembra che abbiano un po’ perso la mano con gli eventi dell’episodio del Cinquantesimo: Eleven sapeva di aver salvato Gallifrey, giusto? E allora perché si ritrova in questo episodio a dire che non è assolutamente possibile che il suo pianeta sia salvo?
-E la storia di Trenzalore è quindi conclusa? Il Dottore ha ingannato la morte e cambiato il futuro? Oppure è destinato a ritrovarsi nuovamente su quel pianeta per morire? In più, sono l’unica ad aver notato l’anello che indossa la nonna di Clara, così spaventosamente simile a quello di Amy Pond (lo si vede chiaramente mentre il fantasma della rossa sfiora i disegni, nel TARDIS).
Insomma, tanti dubbi.
Non è stato affatto l’episodio meglio riuscito della serie: potevano limitarsi, a mio parere, ad un semplice e magari più banale episodio di Natale, senza andare a tirare fuori così tanta roba.
Avevano fatto un lavoro meraviglioso con lo speciale dell’Anniversario, e sono caduti molto con questo speciale di Natale.
Concludo la mia arringa con un saluto e un affettuoso abbraccio virtuale a Matt Smith: non è stato il mio Dottore preferito, non ha raggiunto l’epicità di Tennant e la particolarità di Ecclestone. Ma è stato un gran Dottore e mi mancherà davvero moltissimo.
E ora vi saluto, pregando con voi perché la sanità mentale non abbandoni Moffat e sperando di rivedere il volto talentuoso e affascinante di Peter Capaldi il prima possibile, con l’ormai certezza (recentemente confermata) del fatto che Alex Kingston tornerà a vestire i panni di River Song!
Stay tuned!
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