Ducktales (2017) – Recensione 1×08 – The Living Mummies Of Thot-Ra

DuckTales ci porta finalmente in una vera e propria avventura: Zio Paperone e la famiglia partono alla ricerca e scoperta dell’ultima delle piramidi perdute e inesplorate alla ricerca del tesoro di Toth-Ra!

Diciamolo: Ducktales è senza ombra di dubbio una delle serie dell’anno tuttavia due sono gli elementi dei quali si è sentita la mancanza fino ad ora: una presenza sulla scena maggiore per il vero protagonista dello show (Zio Paperone) e le avventure in giro per il mondo. Tuttavia, come siamo ormai abituati, la puntata non è solo fine a se stessa e all’intrattenimento ma vuole anche prendere in esame alcuni comportamenti, modi di pensare e di comportarsi e mostrarne la fallacia; se, nell’episodio precedente, vi era una critica non troppo celata al mondo dei social network qui quello che viene preso in esame sono il concetto di fede, politica, il suo senso civico e anche la propria coscienza personale.

Tutti questi elementi sono riscontrabili nei co-protagonisti presenti: gli abitanti della piramide ovvero la tribù dei discendenti dei servitori del Faraone Toth-Ra.

Subito ci viene messo in mostra come il loro modi di vivere sia incentrato sugli stenti (coltivano in campi ricoperti di sabbia e polvere e ciò che cresce sembra una versione impolverata delle nostre verdure) e sulla schiavitù: emblematica in questo caso è la scena dove gli abitanti offrono del cibo al Faraone in cambio di pochi frammenti di secondo della sua “ricompensa dorata” (giusto per riprendere quanto si leggerà nella profezia): la visione del sole. Questa scatena una grande agitazione tra di loro ma non tanto per la voglia di scoprire cosa ci possa essere all’esterno quanto spinti dalla voglia (o costrizione?) a sfruttare i pochi nutrimenti che le piante all’interno della piramide possono ricevere per ottenere nuovo cibo per il loro sovrano e guadagnare nuovi attimi di luce.

La scena fa sorridere, vedendo l’ingenuità degli abitanti, ma fa anche riflettere su come la fede, vissuta in modo sbagliato, possa essere in grado di ottenebrare il nostro giudizio nei confronti di quello che, a tutti gli effetti, è una forma costringente di schiavitù.

Sempre la critica nei confronti della comunità del sottosuolo permette di introdurre l’altra grande tematica presente, tema che potremmo definire ironicamente: validi motivi per far scoppiare una rivoluzione.

Da una parte abbiamo Zio Paperone che si indegna del modo in cui queste persone vengano trattate e si erge a paladino dei diritti con anche un accorato discorso, dall’altra abbiamo gli stessi abitanti afflitti da una grande pigrizia nei confronti di ogni cambiamento. Pigrizia è la parola giusta perché loro non si ribellano non tanto per paura di una possibile punizione divina (anche, sia chiaro) quanto per mancanza di una vera motivazione, come se la lotta per i diritti non fosse sufficiente ad eccezione della cucina dell’esterno.

Come sopra, fa sorridere ma anche riflettere amaramente il fatto che a scatenare la rivolta sia il cibo e non la ricerca di una condizione di vita migliore ma dopotutto siamo abituati alle rivolte, specialmente nel mondo occidentale, fondate sul nulla e non per qualcosa per la quale valga davvero la pena combattere.

Per concludere: un’ottima puntata da guardare con occhi diversi dal semplice intrattenimento ma che ci lascia con l’amaro in bocca visto che Ducktales decide di prendersi una pausa.

P.S. Il richiamo a “Zio Paperone Alla Ricerca Della Lampada Perduta” fa scendere una lacrimuccia di emozione.

P.P.S. Quo che si improvvisa coreografo e balla con le mummie Thriller di Michela Jackson vale tutta la puntata!

Come sempre ringraziamo la pagina Facebook: Le frasi più belle di Ducktales

Ikki

Ikki (nome vero sconosciuto) nasce vicino Milano e passa la sua giovinezza tra Hogwarts, La Contea e come capo supremo sulla Morte Nera per scoprire poco dopo la sua passione per i videogiochi e le serie tv.
Si rappresenta ovunque come una spirale gialla, al pari del protagonista della sua seguitissima (circa) web comic!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *