Dopo il pilot trasmesso ad agosto, Ducktales (2017) è pronto a ingranare la marcia e iniziare ufficialmente il suo percorso… o forse no?
Dopo il cliffhanger del primo episodio (l’introduzione “ufficiale” di Della Duck, madre di Qui, Quo, Qua) ci saremmo aspettati un proseguimento e approfondimento della storia e invece no, Ducktales decide di prendersi fin da subito una pausa per farci capire come il fulcro narrativo di questa serie non saranno tanto le avventure, quanto le dinamiche famigliari che legano i protagonisti. Non dimentichiamoci che finalmente anche i tre nipotini hanno personalità diverse e questo viene messo ben in mostra fin da subito.
Stupisce, almeno in principio d’episodio, il fatto di voler lasciare Zio Paperone in disparte. Infatti, dopo aver provato a risolvere i primi problemi di una difficile convivenza nella nuova casa (si sono tutti trasferiti a vivere a casa dello Zio dopo che la barca di Paperino ha avuto un “piccolo” incidente nella prima puntata), sparisce e diventa un personaggio secondario. Il motivo? Introdurre il tema vero della puntata: il femminismo.
Il tema del femminismo
Ducktales decide di affrontare un tema complesso e non facile da spiegare: quello del femminismo… e ci riesce in pieno! Non una nota stonata o un frammento fuori posto, la puntata riesce nel suo intento prendendo in esame tre figure femminili completamente diverse ma che gli eventi porteranno a incontrarsi.
Mamma Bass (la mamma della Banda Bassotti, introdotti ufficialmente con questa puntata): matriarca brillante della Banda e in costante contrasto con i figli, non proprio il culmine dell’intelligenza; Mrs. Beakley: la tata- governate e vera boss della villa di Zio Paperone, è lei a stabilire le regole che la porteranno in contrasto con Paperino. Donna di stampo militare ma sempre pronta a lanciarsi in aiuto dei nipoti in difficoltà; infine, Gaia, ragazza cresciuta nella Villa, esperta in ogni tipologia di tattica militare ma incapace di rapportarsi in modo normale nel mondo.
Come detto: una puntata di transito che interrompe la trama ma le battute, le animazioni e l’azione la rendono un’ottima puntata che porta il nostro hype per questa serie alle stelle!
Un nuovo setting
La terza puntata decide di introdurre ufficialmente una nuova location per lo svolgersi dell’avventura: il deposito di
Zio Paperone. Finalmente riusciamo a vederlo dall’interno, riusciamo a visitare l’ufficio dello Zio con la celeberrima prima moneta conquistata (un dime) e il trampolino sulle monete d’oro. Ma come ci arriviamo al deposito? Tramite una puntata che spezza completamente con la serie vecchia (infatti è l’unica per ora dove i nipoti non compaiono assieme) e che tratta un tema importante, per tutti noi giovani o anziani che siamo: il valore non del denaro ma dell’impegno. Ed è per questo che Zio Paperone mette bene in luce come, nonostante tutto il suo denaro, la moneta più importante sia proprio quel decimo di dollaro, il primo da lui conquistato e che lo ha spronato a dare sempre il meglio per raggiungere i suoi obbiettivi. Una puntata quindi dedicata alla fatica e alla conquista ed egregiamente spiegata attraverso quattro personaggi.
Il primo è proprio lo Zio, chiamato dal consiglio della società e gestito da avvoltoi, per provare a convincerlo a compiere dei tagli sulle spese o licenziare qualcuno, cosa assolutamente non voluta e per la quale si batterà fino alla fine, vincendo. È qui che scopriamo una parte del suo passato e di come da giovane facesse il lustra scarpe in Scozia. Stupendi i flashback che sembrano tavole a olio dipinte sul nostro schermo;
Qua viene portato al deposito appunto per fargli capire il valore dell’impegno anche se non lo comprende del tutto: decide di usare il famoso dime per comprare una soda e solo in un secondo momento comprende il valore reale delle cose e si lancia in una rocambolesca avventura per recuperare quell’unica moneta e rimetterla al suo posto… scoprendo che in realtà “è solo uno specchietto per le allodole” (Zio Paperone docet).
Quo e Gaia, da considerarsi come un personaggio unico, sono invece alle prese con la bibliotecaria, Miss Paperett, dell’archivio dello Zio per provare a scoprire qualcosa sul passato di Della e, dopo aver risolto i vari enigmi e superato le prove, riescono a entrare in una stanza segreta: una sorta di mausoleo dedicato proprio alla madre scomparsa. Curioso il fatto che Quo decida di condividere le sue preoccupazioni con Gaia e non con i fratelli, quale sarà la conseguenza della sua scelta?
Il quarto personaggio
Bizzarro, un po’ pazzo e incompreso: ecco a voi il nuovo Archimede Pitagorico! Esatto, non esiste più l’inventore buono e mite, il nuovo personaggio ha una sete di scienza e costruzione senza precedenti. Nella puntata lo vediamo alle prese con la nuova invenzione, Edi, un robot capace di fare “tutto quello che gli viene chiesto”. Ottimo per aiutare Qua a recuperare la Numero Uno… se non fosse che Edi rientra nelle invenzioni malvagie e non ci metterà molto a prendere il comando e provare non solo a distruggere il deposito, anche se involontariamente, ma a compiere in ogni modo la missione affidategli: recuperare tutti i decimi di dollaro presenti!
Il cliffhanger finale poi, è una degna conclusione per un’ottima puntata: Archimede infatti realizza che l’unico modo per controllare le sue costruzioni robot è diventare a sua volta un robot. Ha inizio così il progetto Blatherskite, chiaro riferimento a Robopap. Dopotutto Fenton Paperconchiglia per poter indossare l’armatura robotica doveva pronunciare la fatidica frase: “Blathering Blatherskite!”
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