Emerald City – Recensione 1×10 – No Place Like Home

Ci sono serie Tv strane. Strane perché da spettatore e fruitore di serie TV incallito, proprio non riesci a capire come sia possibile che passino per essere definiti capolavori certe serie TV e passano quasi snobbate dal pubblico e dalla maggior parte degli appassionati altre.

Emerald City è stata un’esperienza telefilmica splendida.

Emerald City è proprio quel genere di produzione televisiva avvolta in questo mistero. Non capisci bene il motivo per cui non ha il riscontro di pubblico che meriterebbe e rischia di venire cancellata dopo una strepitosa (almeno per lo scrivente) prima stagione lasciando noi, che l’abbiamo amata, con molta amarezza.

Badate non sto etichettando Emerald City un capolavoro, forse lo diremo fra dieci anni o non lo diremo mai, ma di certo sta una spanna sopra ad altre serie che la maggior parte delle persone definisce tali. Ovviamente l’opinione è soggettiva e ci mancherebbe, ma visto che tale resta anche la mia in questa recensione, mi permetto di dire che questa serie TV si avvicina al mio concetto soggettivo di capolavoro.

Dorothy e il Mago, due ruoli per i quali i due attori non si sono risparmiati.

Il perché lo dico è presto detto: 10 episodi in un crescendo rossiniano di eventi, incastrati in una storia nata per i bambini e trasformata in qualcosa di completamente inaspettato, cupo, maturo e drammatico, con attori così ben calati nei ruoli e con un’abilità recitativa sorprendente. Un D’Onofrio magistrale che ha riscritto completamente il ruolo del mago, ha dato potenza drammatica e carattere a una figura che è la negazione stessa della bontà, un vigliacco capace di sparare a una bambina, che nel mondo di Oz ha trovato la sua reale dimensione, la sua vera casa, il posto nel quale il suo ego, la sua smisurata sete di dominio hanno potuto esprimersi senza quasi limite.

Ana Ularu ha dato prova di grande versatilità in un ruolo per nulla semplice.

Cosa dire poi di Dorothy? Non avrei scommesso una lira sulla Arjona, ve lo giuro. Mi è sembrata a primo impatto la solita #gnoccaseriale incapace di dare spessore al personaggio, una specie di soprammobile di scarsa bravura ma di notevole bellezza. Invece mi sono dovuto rimangiare i soliti preconcetti che sia hanno davanti ad un’attrice bella e sono ben felice di essermi sbagliato perché Adriana Arjona è non solo bellissima, ma anche brava e anche in questa ultima puntata è riuscita a infondere nel suo personaggio, una forza drammatica e un vigore davvero intensi. Non la Dorothy dei balletti o delle canzoncine, non una bambina con il suo piccolo Toto, questa Dorothy è diventata grande, ha preso schiaffi dalla vita, ma ne ha anche restituiti, è una ventenne dei nostri giorni, una donna intensa e forte che non si è piegata nemmeno di fronte a un evento così assurdo come il viaggio nella terra di Oz.

Una madre può mentire per salvare la propria figlia? Sì.

Altra menzione personale la faccio per Anna Ularu, l’attrice rumena che interpreta West. Credo sia difficile, almeno per me, non fare paragoni con questa strega dell’Ovest. L’attrice ha ricavato dal soggetto che gli era stato affidato, il meglio possibile. l’ha resa materia viva, gli ha dato una profondità, una capacità di occupare la scena davvero unici. anche nelle scene più cupe, West era ben presente e palpabile era il suo desiderio di vendetta, prima e poi quella rabbia mai del tutto calmata. Una grande attrice per un ruolo complicato.

La rilettura dei personaggi della saga di Oz è stato profondo e dettagliato.

Ma nel complesso tutto di Emerald City mi è piaciuto. Ho apprezzato questa riscrittura geniale del libro di Baum che non si è limitata a cambiare età e aspetto dei protagonisti, ma ha osato rimetterli in gioco dentro una mondo assolutamente adulto, fantasy e drammatico, cercando di costruire una storia avvincente che ponesse le basi per un nuovo modo di vedere Oz con occhi diversi. Troppo facile prendere dei libri già fantasy per adulti, già sanguinosi, già cupi e farne una serie TV di successo. Più difficile prendere una favola della buonanotte da bambini e farne Emerald City. Chi vuol capire capisca.

Tip/Ozma,altro colpo di genio dei creatori della serie, ma potrei citare anche Lady Ev o Roan.

Concludo dicendo che purtroppo gli ascolti difficilmente permetteranno a questa serie di avere una seconda stagione, ma la mia speranza è che NBC possa darci almeno la possibilità di chiudere il capitolo senza lasciare questo immenso vuoto che il finale apertissimo ha evidenziato. Anche una mini stagione da 6 episodi che dia una degna conclusione a questa serie Tv che davvero non merita di essere lasciata come un’opera incompiuta come qualcosa di non concluso come un quadro a cui mancano i colori.

Passo e chiudo.

About Linox23

Nato nell'universo alternativo di Fringe diversi secoli fa. Mio padre alternativo mi ha iniziato alla visione delle serie tv fin dal 1975 con Kojak. Da quel momento le serie TV sono entrate nella mia vita. Top 5: Castle, Fringe, X files, Game of Thrones, Once upon a time. Hobby: Archeologia, misteri, cinema, anime e manga, lettura e scrittura.

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