Game of Thrones – Recensione 6×01 – The Red Woman

La stagione più attesa della serie tv in assoluto più discussa è finalmente arrivata. Dopo un’estate piena di congetture e teorie, la première di Game of Thrones, alla sua sesta stagione, è andata in onda questa domenica, ma se ci si aspettava di avere le risposte a tutte le nostre domande, non potremo che rimanere delusi. Jon Snow è vivo o morto? È resuscitato? Melisandre lo ha riportato in vita? Queste sono alcune delle questioni sulle quali i milioni di fan si sono arrovellati in questi lunghi mesi di attesa, e  – diciamolo subito – sono proprio quelle che non hanno ricevuto risposta in questo primo episodio dal titolo ”The Red Woman”.

L’episodio si apre esattamente dove ci aveva lasciati. Jon Snow, morto dissanguato, a causa delle ferite inferte dai Guardiani della Notte, viene trovato da Ser Davos, aiutato dagli altri confratelli a portare al riparo il corpo senza vita del (ormai ex) Lord Comandante. Dalla sua c’è ovviamente Edd l’Addolorato, pronta a cercare vendetta, che non esita a trovare rinforzi. Intanto, a Winterfell i Bolton possono festeggiare la vittoria contro Stannis Baratheon, nonostante non tutto sia andato per il verso giusto: Sansa e Theon, infatti, sono riusciti a scappare. Li ritroviamo in fuga, tra foreste e laghi ghiacciati, sporchi e ansimanti, consapevoli di avere i Bolton sulle loro tracce. Solo l’intervento tempestivo di Brienne di Tarth potrà salvarli da morte – anzi, tortura – certa.game of thrones

Subito dopo, ci spostiamo a King’s Landing, dove ritroviamo una Cersei pronta ad accogliere la figlia Myrcella, che suo malgrado dovrà invece accettare un’altra grande perdita, aiutata da suo fratello/amante Jamie, che promette vendetta. Vendetta che andrà ad abbattersi in primis contro Ellaria e le figlie della Vipera Rossa, a loro volta impegnate nelle loro vendette personali contro il Principe di Dorne, Doran Martell. Mentre Tyrion e Varys si aggirano per la città di Meereen, Jorah Mormont e Daario Naharis sono sulle tracce di Daenerys. Quest’ultima è prigioniera dei Dothraki, che decidono di portarla innanzi al nuovo Khal. Infine, Arya deve fare i conti con la cecità dopo aver disobbedito ai suoi doveri, indifesa ma sempre combattiva.

La vendetta va servita su un piatto d’argento, come si suol dire. E la vendetta, quella messa in atto, quella progettata, quella solo sognata è al centro di questo primo episodio di Game of Thrones, tornato alla grande, nonostante alcune cadute di stile, frutto di scelte sbagliate prese nelle stagioni precedenti. Il grande mistero intorno a Jon Snow rimane ancora tale, e senza dubbio si dovrà attendere ancora un po’ per avere una risposta definitiva sulla spinosa questione. Ma i confratelli, quelli leali all’ex Lord Comandante, non possono aspettare. La vendetta è diventata ora il loro unico obiettivo, e si presume che l’aiuto dei Bruti sarà cruciale per ristabilire l’ordine alla Barriera, nonché per far fronte alla minaccia che inesorabile incombe sul Nord e su tutta Westeros. La vendetta è anche quella promessa da Jamie a Cersei, distrutta dopo la morte di un altro figlio, ma anche molto più consapevole e dimessa di quanto non lo sia mai stata. La terribile ”Walk of Shame” che l’ha spogliata letteralmente dei vestiti e di ogni orgoglio e superbia, sembra l’abbia resa più umile e cosciente dei propri errori. È una nuova Cersei, insomma, che ci lascia piacevolmente stupefatti. Per una vendetta auspicata, però, ce n’è subito una che si compie. A Dorne, le Serpi delle Sabbie insieme ad Ellaria mettono in atto il loro piano, uccidendo senza troppe cerimonie prima Doran Martell, e poco dopo suo figlio Tristane. Ma è proprio qui che arrivano le noti dolenti: che siate a conoscenza o meno della profonda diversità dalla storyline dei romanzi di R. R. Martin, le figlie di Oberyn sono una delle più grandi delusioni della serie tv. Uccidere il Principe di Dorne è stato un grave errore, in quanto si elimina senza troppo riguardo un personaggio che avrebbe potuto giocare un ruolo importante nella storia, per non parlare del big fail nella morte di Tristane, ucciso da Nymeria e Obara, salite sulla nave – non si sa bene come. Ciò non è altro che la conseguenza di una storyline  – debole e scadente – iniziata e portata avanti dalla precedente stagione. A dare grande soddisfazione è invece il personaggio di Brienne di Tarth, che finalmente trova e salva Sansa Stark, tenendo fede al solenne giuramento fatto e stipulandone un altro. La scena è di grande impatto e senza dubbio renderà felici i tanti fan del personaggio (tra cui la sottoscritta), che hanno aspettato a lungo questo momento.

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Tra colpi di scena, note dolenti e scene emozionati, dunque, la première della sesta stagione scorre veloce e senza troppi intoppi, presentando un quadro generico delle storie che verranno approfondite nel corso dei dieci episodi e conducendo all’incredibile e inaspettato (ma forse non del tutto) finale, che dà significato al titolo dell’episodio: ”The Red Woman”, Melisandre, la Sacerdotessa Rossa. È lei la protagonista degli ultimi minuti che chiudono questa prima puntata. Apparsa incredibilmente disorientata e quasi spaventata dagli avvenimenti che sfuggono alle sue previsioni e alla sua comprensione, la donna – nuovamente – si spoglia delle sue vesti ma questa volta l’obiettivo non è sedurre e incantare qualcuno. Per la prima volta, vediamo il vero volto (e corpo) di questa misteriosa e potente sacerdotessa, che ha saputo stregare e ammaliare con il suo fascino e il suo potere tanti uomini. L’esito, a pensarci bene, non è così inatteso, ma se gli autori volevo lasciarci a bocca aperta… ci sono riusciti.

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About Manuela

Manuela
Classe 1991. Laureata in Scienze della Comunicazione. Appassionata di cinema e serie tv. Genere preferito: commedia. Nel tempo libero si diletta con la pittura. Top 5: The O.C., Prison Break, Sex and the City, Will&Grace, Daredevil.

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