I giuramenti nel mondo cavalleresco, sia in quello immaginario di Game of Thrones sia in quello reale, sono il metro di giudizio per definire l’onore e la grandezza di un Lord o di un guerriero. Abbiamo visto come Jaime si sia guadagnato l’astio di diverse persone per averne infranto uno, anche se così facendo ha salvato molte vite umane, e come il karma abbia infilzato Roose Bolton con la lama della giustizia attraverso la mano del figlio, dandogli la stessa morte dell’uomo a cui aveva promesso protezione. Ma in questa puntata rompere una promessa assume un nuovo significato e si libera dell’accezione completamente negativa. Ovviamente mi sto riferendo a Jon Snow, ma trasversalmente puo’ essere applicato anche al discorso fatto da Jon Umber a Ramsay, anzi potremmo anche dire che è proprio lui che ci fa capire come i giuramenti stanno perdendo valore.
L’episodio è stato diretto da Daniel Sackheim (tra le tante belle cose che ha fatto ci sono X-Files, Dr.House e Lie to Me), e sappiamo fin troppo bene che la sceneggiatura è stata scritta da quei sadici di D&D. Rispetto alla scorsa puntata non ci sono state grandi rivelazioni, but still quale potrebbe battere la resurrezione di Jon, che personalmente aspettavo da almeno cinque anni? Ci va vicino, ma sicuramente non provocherà le stesse reazioni, la conferma della teoria R+L=J. Possiamo dire che ai fan di questa ipotesi siano state fornite ulteriori prove, ma, se come me state aspettando da anni che si squarci questo velo di Maya, l’unica cosa che possedete in questo momento è la frustrazione e la rabbia verso Three-Eyed Raven che ha portato indietro Bran (sappi Old Man che se non manterrai la promessa di farci sapere tutto ti verrò a cercare!), e verso D&D che, ça va sans dire, stanno tirando per le lunghe la conferma o la smentita di quello che successe nella torre (da oggi detta anche Tower of Mai una Joy), seminando qua e là dubbi e informazioni.
Al di là della mancata rivelazione, questa è la scena che mi è piaciuta di più. Mi ha fatto piacere rivedere Ned, anche se praticamente un bambino, ma soprattutto, dopo averne letto tanto, aver potuto dare un volto a Sir Arthur Dayne, interpretato magnificamente da Luke Roberts. Ma quello che mi ha portato ad eleggerla come scena preferita è il modo in cui Three-Eyed Raven ha fatto capire a Bran come le grandi storie non sempre, se non mai, raccontano quello che è successo davvero perché vengono rivisitate dai vincitori per essere trasformate in leggende. Una lezione banale se vogliamo, ma che qui acquista un certo peso perché a mentire è stato Ned Stark, l’uomo rispettato da tutti perché schietto e nobile. Chissà quante altre bugie celano la verità dei fatti della Guerra dell’Usurpatore, chissà come questo si inserirà nelle dinamiche della storia del presente e nemmeno mi voglio domandare perché Bran debba venire a conoscenza per forza di tutto questo perché sennò non finisco più la recensione.
Rimanendo al Nord, Jon si sveglia (non ditemi che sono l’unica che ha notato come siano sparite magicamente le sue mutande). La prima cosa ovvia che si chiede a chi torna dalla morte è “Che c’è dopo?”, non “Come stai? Come ti senti?”. Ci pensa una ancora incredula Melisandre a far rispettare il cliché, peccato che la risposta sia “Al di là della morte non c’è un bel nulla!”, Sandrina incassa e porta a casa. Davos, che è un uomo molto materialista, comincia subito a bastonarlo con i suoi doveri tanto che Jon vorrebbe morire di nuovo in quel momento, glielo si legge negli occhi. Ironia a parte, nell’immediato futuro del Lord Comandante si prospettano decisioni molto difficili da prendere, non a caso dice a Davos che finora pensava di aver preso sempre la decisione giusta ed è finito pugnalato dai suoi stessi uomini, in pratica ha fallito. Con questo fardello sulle spalle si dirige dai suoi uomini per fargli vedere che è risorto, molti già lo credono un dio. Toccante il momento dell’abbraccio con Tormund e Eddy, che tra l’altro è l’unico che gli fa la sola domanda sensata.
Jon è tornato, ma è un’altra persona. Come se la parole del Maestro Aemon “Kill the boy, and let the man be born” fossero una profezia che si è avverata, Jon è un uomo ora. C’è dolore nei suoi occhi quando impicca Olly (Cos’è che dicevate della rottura dell’ultimo tabù della scorsa puntata?! Confrontata con la sua morte, secondo me è una bazzecola), ma anche decisione. La stessa che ha quando pronuncia le parole “My watch is ended”. E’ arrivato il momento per lui di prendersi le sue responsabilità, di vendicare la sua famiglia, di prendersi ciò che vuole, senza più sentirsi inadeguato nel ruolo di erede di uno Stark e nascondersi dietro a una giuramento fatto, prima che davanti all’Albero-Diga, a suo padre. Ma nessuno può proferire parola perché il Guardiano della Notte Jon Snow è tutt’ora morto, ad essere rinato è Jon Stark.
Ma anche questo, come i precedenti, è un episodio dei ritorni: Sam e Rickon. Le scene di Sam non occupano che pochi minuti, ma tanto ci basta per sapere che sta bene, a parte il mal di mare, e che è ben deciso a diventare Maestro, ma questo non gli impedisce di preoccuparsi e prendersi cura ancora di Gilly e di Little Sam. A Rickon invece non va così bene, anzi oserei dire che peggio di così non gli può andare. Jon “Small” Umber decide che piuttosto che giurare fedeltà a Ramsay, visto che proprio papà Bolton ha dimostrato come i giuramenti possano essere facilmente infranti, è molto meglio sigillare il legame con un dono, il più giovane degli Stark. Inutile dire che a Ramsay sono brillati gli occhi alla prova di trovarsi davvero davanti a Rickon, a noi sono brillati, ma per le lacrime, alla vista della testa mozzata di Cagnaccio. Ne rimangono solo tre (Spettro, Estate e Nymeria), che sia anche questa una sorta di profezia?
Spostandoci più a Sud, i Lannister rimasti combattono per riprendersi il potere. Cersei e Jaime cercando di imporsi sul Concilio Ristretto, e Tommen sull’Alto Passero. Tommen per me passa da “totalmente incompetente” a “in parte incompetente” grazie ad un paio di rispostine ben assestate, ma l’Alto Passero, da abile manipolatore di persone qual è, ci mette un attimo a rigirarselo. Tommen, apprezziamo lo sforzo ma era una guerra persa già in partenza. Cersei e Jaime forti del potere fisico della Montagna e di quello appena acquisito delle informazioni, attraverso Qyburn che ricicla gli uccellini di Varys, tentano di convincere il Concilio Ristretto a muovere guerra a Dorne, per vendicare sia la morte di Myrcella sia quella di Doran Martell. Devo ammettere che Cersei e Jaime non hanno tutti i torti, Ellaria è ben decisa a distruggere i Lannister, compreso il re, e quindi non sarebbe una cattiva idea attaccare per primi. Ma sarà che Olenna ormai non la può più vedere e a Kevan (non ci posso credere che mi ha fatto dei punti al Fantagot, nemmeno nei miei sogni più arditi l’avrei immaginato!) la situazione piace di più così, che decidono di alzarsi e andarsene, lasciando Cersei e Jaime, di fatto, con un pugno di mosche.
Al di là del mare Daenerys viene condotta con la forza dal Dosh Khaleen a Vaes Dothrak. Il Dosh Khaleen è un gruppo sacro composto dalle Khaleesi rimaste vedove. Come spiega la Khaleen più anziana, la legge Dothraki impone alle mogli dei Khal morti di entrare nel gruppo, ma Daenerys dopo la morte di Drogo se n’è andata in giro per il mondo invece di presentarsi da loro e questo è vietato, perciò sarà il Khalar Vezhven, un concilio di tutti i Khalasar, a decidere la sua sorte. Dany se la smettessi di sciorinare alla prima occasione tutti i tuoi nomi vedi che faresti incazzare meno persone. Scherzi a parte, l’insistente ripetersi dei titoli della Khaleesi negli ultimi episodi, mi fa sospettare che D&D abbiano in serbo una rivoluzione del personaggio. I molteplici nomi di cui l’hanno fregiata negli anni sono solo l’eco di imprese passate, che alla luce degli ultimi fatti si sono rivelati dei fallimenti. Se riuscisse a liberarsi dei titoli e di conseguenza anche di quello che gli altri vogliono che lei sia, potrebbe capire chi è davvero Daenerys e che cosa vuole, un po’ come Jon. Ha spezzato le catene degli schiavi ma nel frattempo si è avvolta nelle sue, e trovarsi davanti a un concilio Dothraki disinteressato dei suoi titoli, potrebbe farle acquisire una nuova visione delle cose. Di tutti quei nomi l’unico reale è Madre dei Draghi, è quello che è e quello che dovrà essere. Noi incrociamo le dita nella speranza che Dany abbia la sua epifania e che sprigioni la forza che il suo ruolo richiede. Intanto a Meereen, Varys, con la sua altamente sviluppata capacità di convinzione, riesce a venire a conoscenza del fatto che i Figli dell’Arpia vengono finanziati dagli schiavisti di Astapor e Yunkai, con un piccolo aiuto di quelli di Volantis. Ho come la sensazione che vedremo un altro capolavoro tattico di Tyrion, non mi aspetto niente di più e niente di meno di quello che ho visto nella battaglia delle Acque Nere.
Ultima ma non ultima, Arya. La vediamo alle prese con l’addestramento e con domande sulla sua vita passata, e come una provetta Daredevil impara a combattere utilizzando solo gli altri sensi e a sostenere l’interrogatorio. Jaqen decide che arrivato il momento per l’ultima prova e Arya, superandola, riacquista la vista. A parte la gioia per i punti al Fantagot, io non vedo l’ora che anche lei, come Jon, intraprenda il cammino alla quale è predestinata e ci mostri finalmente la forza di questo personaggio, che è uno dei miei preferiti, ma soprattutto la sua vendetta.
Dal mio punto di vista Oathbreaker, più che una puntata incentrata sulla rottura dei giuramenti sembra più rappresentare una rottura con il passato. Personalmente apprezzo la velocità della trama quest’anno, mi dà la sensazione che stiamo per assistere a qualcosa di grande, qualcosa che tutti noi volevamo vedere dalla fine della prima stagione.
Voi cosa ne pensate delle strade intraprese da questi personaggi? Fatecelo sapere nei commenti!
Valar Morghulis
Daenerys ormai è solo un elenco di nomi e basta. Nel quadro generale della serie tv la sua storia ha impatto 0, oscilla di qua e di là senza meta, non si capisce se vuole liberare il continente o conquistare Westeros, nemmeno lei sa quello che deve da fà e ci ammorba infinitamente con tutte le sue cantilene. Oltretutto il pathos recitativo della Clarke è riconducibile a una pozzanghera e questo non aiuta. Come solito verrà salvata dai suoi draghi. La parte più entusiasmante di questa parte di storia (e con Daenerys tutto il suo codazzo di seguaci) è il lavoro di CGI per fare i draghi. Stop. CENTO DRAGONI AL FANTAGOT PER COMPRARE LEI E TYRION PERCHÈ!! Gimme my money back… Ah, no, sono stata previdente e nemmeno li ho comprati B|
Spero che sia stato Daario a tradirla, giusto che mi hanno ricordato che deve ancora essere tradita per amore.
Io avevo letto una teoria che prevedeva che Il corvo con tre occhi non fosse altro che Bran da vecchio che si mette in contatto con se stesso da giovane per cambiare il corso degli eventi… e sarebbe davvero stupendo!!
Tutta la storia di Ramsay mi sembra davvero assurda, ormai è un cane sciolto e senza direzione – e la cosa ancora più assurda è che dopo aver ammazzato in quel modo il padre e dimostrando che è completamente inaffibaile, continuano a rimanergli fedeli. Ce volemo sveglià si o no?
Concordo pienamente sul discorso di Dany, infatti spero vivamente ci sia una svolta nel personaggio, anche perché è uno dei più fichi potenzialmente, diamine ha i draghi! Io l’ho anche presa al FANTAGOT! T_T
Si l’avevo letta anch’io quella teoria e sarebbe davvero bellissimo! Che sia Bran, il primo caduto se vogliamo in tutta questa storia, a risolvere alla fine la situazione secondo me è anche giusto, chiuderebbe il cerchio in qualche modo.
Non riesco a parlare male di Ramsay, ho un rapporto di odio e amore con lui, anche nel libro. Odio quello che fa, ma adoro il modo in cui lo fa. E’ così squisitamente psicolabile che più e più volte mi ha costretto a mettere in dubbio la mia moralità XD Comunque provo tanta pena per Rickon e Cagnaccio 🙁 che brutto modo di ritornare…