Il web è impazzito e i soliti spoileratori della domenica o del lunedì che dir si voglia, hanno invaso i social al grido di “Hold the Door” da cui per assonanza si arriva all’origine della parola che il gigantesco accompagnatore di Bran Stark ripete in continuazione: Hodor. In realtà in molti avevano intuito per logica che il senso sarebbe stato alla fine quello, ma il passaggio per arrivarci ha più il sapore della fantasia che non quello crudo e amaro che abbiamo respirato finora con questa stagione.
Anche nel mondo di Game of thrones c’è chi si eleva sopra gli uomini, personaggi dotati di poteri speciali chiamiamoli così, in grado di rovesciare le sorti a loro favore o salvarsi da situazioni complicate facendo ricorso ai doni che la natura ha conferito loro. Forse non è un aspetto fondamentale per la comprensione del fenomeno legato a questa serie, ma nell’episodio in questione e in quelli precedenti, abbiamo visto che effettivamente esistono anche in questa serie i supereroi.
Daenerys Targaryen comanda i draghi e le fiamme non la toccano, La Strega Rossa Melisandre in grado di magie del sangue potentissime, Bran Stark capace di entrare nel corpo di altri e ora di poter viaggiare nel tempo e nello spazio (anche se non sappiamo ancora se è in grado di farlo senza il Corvo).
Tornando all’episodio, Bran Stark raccoglie l’eredità del Corvo e lo fa nel modo più cruento e improvviso che possiamo immaginare: L’assalto da parte del Re della Notte. Ma questo non è solo il risultato di un incontro fra Bran e il padrone degli Estranei avvenuto durante una delle dislocazioni nel tempo e nello spazio da parte del Corvo, ma un qualcosa che fa capire a Bran di essere responsabile di quanto accaduto a Hodor.
Bran appare in questo momento come l’unico vero ostacolo al Re della Notte e sebbene le ragioni possa essere intuite facilmente viste le capacità acquisite dal giovane Stark, resta il dubbio sul come la vicenda degli Estranei si inserirà stabilmente nei tanti rivoli che questa serie ci sta offrendo.
Gli Stark malgrado morti e tradimenti sono ancora vivi e questo nel mondo immaginato da Martin ha il sapore del miracolo. Jon Snow redivivo, Sansa Stark più che maturata, Arya e il già nominato Bran. Rickon in questo momento non so se è già stato dato in pasto ai cani da parte di Ramsay Bolton e quindi lo escludo dal conteggio degli Stark diretti e acquisiti.
Ho trovato il breve dialogo fra Sansa e Ditocorto sintomatico di come Sansa sia il personaggio che ha subito l’evoluzione e la maturazione migliore di tutti. Non è impazzita di dolore di fronte alla testa mozzata del padre, ha subito in silenzio la convivenza con quella carogna di Joffrey. Ha sopportato per gratitudine la vicinanza di Baelish e ha retto anche l’urto di vedersi consegnata ai massacratori e usurpatori degli Stark, i Bolton. Ha subito violenza sessuale e fisica da parte di Ramsay e alla fine di tutto percorso, Sansa è pronta a dominarla la vita e non più a subirla.
Ora è cosciente della forza che gli deriva dall’essere una Stark e la vediamo partecipare alle questioni di guerra con occhi diversi da quelli a cui eravamo abituati finora. Grande Sansa Stark.
Altra Stark da tenere d’occhio è certamente Arya che sta servendo il Dio dai mille volti e si imbatte in un incarico che credo sia più una prova di vita che non un incarico di morte. Il Dio vuole sapere quanto “Questa ragazza” ha imparato a estraniarsi dal suo essere Stark e lo fa facendola assistere a uno spettacolo teatrale che mette in scena la morte di Ned Stark e tutte le vicenda ad esso collegate in chiave ovviamente goliardica.
Sarà in grado Arya di andare oltre i sentimenti che la legano al passato e servire bene il Dio? A gudicare dall’effetto avuto dallo spettacolo, direi che non ci siamo proprio, ma Arya come Sansa è una ragazza che ora ha scelto un percorso e lo seguirà qualunque sia la sorte che l’attende.
Anche dall’altra parte del mare, le cose si muovono e lo fanno rapidamente (considerati i tempi delle opere di Martin). Tyrion e Varys, forse le menti più astute ed esperte dei sette regni sono al servizio di Daenerys e malgrado la sua assenza, ottengono buoni risultati con la diplomazia. Perfino la collega di Melisandre, Kinvara, sacerdotessa del Dio della fiamma a Volantis, si unisce a loro in questa opera di rafforzamento dell’immagine della madre dei Draghi.
Dal canto suo la bellissima Regina non si fa certo crescere l’erba sotto i piedi e dopo aver perdonato in parte “Mai na Jorah” Mormont lo esorta a trovare una cura e tornare da lei quanto prima e si prepara a tornare a Meeren con non meno di 100.000 Dothraki.
Se poi sapesse che nell’isola del Ferro si sta consumando una lotta intestina che ha portato al trono lo Zio di Theon Greyjoy, allora saprebbe che la flotta distrutta dai figli dell’Arpia, sta per essergli sostituita da quella degli uomini del Ferro. Insomma io vedo una lotta in cui mi sento più partecipe e cioè quella degli Stark contro i Bolton per la riconquista di Grande Inverno con tutte le derivazioni possibili, vedo all’orizzonte una guerra che invece coinvolgerà tutti i regni e cioè quella contro gli Estranei e infine la lotta per il trono di spade che vede Daenerys in vantaggio per uomini e mezzi rispetto ai Lannister.
Ma come sappiamo bene dai Lannister ci si può aspettare tutto. Resto in attesa di capire come finirà però la lotta contro Alto Passero perché non credo sarà così semplice da derimere la questione e siamo certi che comunque vada lascerà degli strascichi importanti.
Non ho trovato, se non da un punto di vista emozionale, la scena di Hodor così fondamentale per capire l’economia della serie. Certo è un personaggio a cui ci si è affezionati e spiace che esca di scena ma lo fa per salvare proprio Bran Stark che ora è cosciente del suo grande potere ma anche del grande potere del Re della Notte ma soprattutto sa da dove originano e la causa per cui è stato creato: Fermare gli uomini.
Passo e chiudo.