Game of Thrones – Recensione 6×09 – Battle of the Bastards

Jon

So’ talmente euforica che scenderei in strada a festeggiare che manco se la Roma avesse vinto lo scudetto. Quando ho preso coscienza del fatto che mi toccava recensire la nona puntata, ho avuto paura, tanta ma tanta paura. Se fosse stata rispettata la tradizione, avreste sicuramente letto qui di seguito una sfilza di parolacce in lingua italiana e non, per l’occasione avrei anche rispolverato quelle che pronunciai per il Red Wedding. Tirando un lungo sospiro di sollievo, così non è stato. Winterfell batte bandiera Stark (le lacrime quando hanno steso lo stendardo con il metalupo), Dany finalmente ha capito come usare i draghi (mi è sempre dolce la melodia della parola ‘Dracarys‘), Arya sta tornando a casa, tutto sembra volgere per il meglio… o no?

Jon

Dopo l’esaltazione della vittoria, ma soprattutto del suo significato, bisogna un attimo fare il punto della situazione. A King’s Landing, Re Tommen brainwashed, anche se per ora è impegnato con questioni di religione e di patate, non sarà molto contento del ritorno degli Stark. E’ molto probabile che invii il suo esercito guidato dallo zio/padre, come ha fatto con Riverrun (io, comunque, ancora non ci credo alla morte del Pesce Nero). Al di là della Barriera, sappiamo benissimo che il Night King sta avanzando verso sud e con lui la Lunga Notte, e, dato lo sparuto numero di Guardiani della Notte rimasti, ci metterà un attimo a superarla. Così ora gli Stark si trovano tra due fuochi, ognuno dei quali richiede molta acqua per essere spento, e da quello che abbiamo visto non sono rimasti né molti uomini del nord né molti bruti. A meno che la bionda per eccellenza non arrivi in tempo da record ad attaccare Approdo del Re, Jon e Sansa avranno una bella gatta da pelare sia a nord che a sud di Winterfell.

Jon

Ma queste sono cose che molto probabilmente vedremo nella settima stagione (devo cominciare a farmene una ragione che questa è la penultima puntata), per ora godiamoci la gioia che stavamo aspettando da circa sei stagioni. Ovviamente partiamo dal nord, dove si svolge l’evento che da il titolo all’episodio, la Battaglia dei Bastardi. Jon Snow che affronta Ramsay Bolton, i due bastardi a confronto, solo a scrivere questa frase mi ritornano i brividi. Un capolavoro della regia di Miguel Sapochnik, che ha anche diretto la battaglia di Hardhome, che davvero nulla ha da invidiare ai migliori film di guerra. Ha tutto, violenza, sangue, ansia, caos, rabbia, fisicità, colpi di scena e una fotografia semplicemente perfetta.

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Lyanna può fare tutto, sempre!

Il primo scontro tra i due contendenti, come tutte le battaglie che si rispettano, è verbale. Entrambi si studiano, l’uno saggia la forza e le debolezze dell’altro. In questa fase è importantissimo riuscire a mantenere un primato mentale, non mostrare di essere colpiti da alcune sentenze, si lotta con i nervi, e Jon, sorprendentemente, dopo il fallimento nelle scorse puntate nel mantenere la spina dorsale dritta, riesce ad essere all’altezza di Ramsay, essendo noto che questo è il laghetto in cui si diverte di più a sguazzare. E infatti la mattina della battaglia Ramsay mette in scena il suo gioco preferito, la caccia all’uomo senza speranza, e la vittima è niente meno che Rickon, che ha la brillante idea di correre dritto per dritto invece che a zig zag, ma non l’hai mai visto Apocalypto?! Il ragazzo, ovviamente, viene trapassato da una freccia al cuore nel momento in cui sfiora la mano di Jon, che lo vede così morire davanti ai suoi occhi. Davvero un brutto colpo per l’ex Comandante, che decide così di affrontare l’esercito nemico, mandando letteralmente a puttane tutti gli schemi fatti la notte prima.

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E qui ci stava, sono convinta che l’abbiano tagliata, la scena con Melisandre che, davanti a questa folle impresa, si scaldava le mani, pronta a un nuovo miracolo. Ma Meli, Jon ti ha detto chiaro e tondo di non portarlo indietro di nuovo e tu nemmeno gli hai fatto il più incoraggiante dei discorsi. Come avevamo intuito già nelle precedenti puntate, Jon ha bisogno di risposte, vuole sapere perché R’hllor (a cui io ormai sono devotissima) o chi per lui, abbia deciso di riportarlo indietro, ha bisogno di certezze e scopi. Ma anche Jon sa che i suoi dubbi dovranno aspettare perché ha una battaglia da vincere, pena la probabile estinzione della casata Stark.

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Mentre Jon sta lì immobile aspettando la carica, con un’espressione da ‘o la va o la spacca’, arriva in suo aiuto la cavalleria, e da qui la strada verso le atrocità e la crudeltà della guerra è tutta in discesa. Dopo la prima fase si crea una montagna di corpi, ammassati gli uni sugli altri, che creano una sorta di barriera, nella quale Ramsay, furbescamente, riesce a mettere alle strette ciò che rimane dell’esercito di Jon, per lo più bruti, facendoli circondare dai soldati Umber (dannati traditori, fino all’ultimo ho sperato che Small Jon si girasse e facesse fuori Ramsay). Dopo lunghi minuti di sofferenza, per loro come per noi, e la resa claustrofobica della situazione più convincente che abbia mai visto, come un novello Gandalf, arriva in aiuto Baelish (no ma con calma Petyr, tanto mica stanno a morì), accompagnato da Sansa, con l’esercito della Valle dell’Aquila.

Jon

Le sorti della battaglia vengono completamente ribaltate. Ramsay, che ha capito che non è aria, si barrica all’interno di Winterfell. Ma la resistenza dura davvero poco, Wun Wun abbatte la porta d’entrata (strano che nessuno abbia gridato ‘hold the door‘) permettendo così a Jon di fare giustizia per le morti della famiglia Stark e anche di quella del gigante (ammettiamolo, avevamo un po’ tutti paura che D&D ci facessero il grande scherzo). Ned, Catelyn, Robb e Rickon vengono finalmente, veramente vendicati per la prima volta in sei stagioni. Sansa riesce a prendersi la rivincita per tutto quello che ha subito, pronunciando le ultime parole che mai sentirà Ramsay e assistendo alla sua morte. Ramsay viene sbranato dai suoi mastini e la legge del contrappasso colpisce ancora la famiglia Bolton. Una morte giusta per questo personaggio? Per me sì. Non fraintendetemi, io adoro questo personaggio, sia nella saga cartacea che in quella televisiva. Iwan Rheon è stato semplicemente sublime nella sua interpretazione, ed è proprio grazie alle sue capacità recitative che stavamo tutti lì ad aspettare che morisse male, in caso contrario voleva dire che il suo lavoro non l’aveva fatto bene. Iwan mi mancherai (cuoricini sparsi).

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Intanto a Meereen la nostra bionda preferita è sotto l’attacco dei Masters e l’unica cosa a cui riesce a pensare è quella di bruciare città e persone. Per fortuna Tyrion riesce a farla ragionare, in gran parte dicendole che comincia ad assomigliare la padre, e riescono a organizzare un piano, che consiste principalmente nel dargli una bella batosta che manco gli americani alla Baia dei Porci e far spargere la voce. Così Dany, dopo aver ovviamente bullizzato i Masters (ok Dany sei una badass, mòbbastaperò!), sale in groppa a Drogon, assistita anche dagli altri due draghi (ma quanto avranno speso per questa puntata?!). E un dracarys di qua un dracarys di là, incassa una bella vincita che a quanto pare consiste in navi e non in gettoni d’oro.

Jon

Ma oltre alle navi vinte ai Masters, guadagna anche quelle dell’Isole di Ferro. Non è arrivato Euron purtroppo (la lettrice che è un me sta sbraitando) ma Yara e Theon. Mentre Theon viene bullizzato da Tyrion, mi nasce la seconda ship della stagione, Yara e Dany. Le due donne si intendono subito e, sarà stato che gli piaceva l’idea di un’altra donna al comando o semplicemente che è disperata, nasce l’alleanza. In cambio del loro aiuto la Madre dei Draghi permetterà a Yara di comandare le Isole, a patto che il suo popolo cessi con scorribande e stupri. A Yara le è preso un coccolone, già si immaginava davanti agli Uomini di Ferro a dirgli che non devono più rubare e violentare (anche il Mastino, ormai mia misura standard di cazzutagine, avrebbe paura) per un attimo tentenna ma poi, in mancanza di alternative, è costretta ad accettare.

Jon

Insomma, Dany ora sembra avere tutti i mezzi per partire alla conquista di Westeros, non ha più scuse. Daje sù bionda, non cincischiare e parti, che noi aspettiamo di assistere a questa conquista da 6 stagioni e 12 libri nella versione italiana. D’altrettanto tempo aspettavamo di vedere la rivincita dei ragazzi Stark. Non parlo tanto della morte di Ramsay, ma quanto del fatto che Jon, Sansa, Arya e Bran sono maturati, adesso sanno quello che devono fare, hanno rialzato la testa e sono pronti a vendicarsi, nonostante abbiano provato in tutti i modi a spezzarli. Il sangue degli Stark pulsa forte nelle loro vene, sorprendentemente, soprattutto in quelle di Sansa, che tiene testa a Jon e salva la situazione. Sansa comincia a ricordarmi sempre di più la madre (Lady Stoneheart dove sei?!), mentre Jon sembra assumere le caratteristiche di Ned, anche se in modo più cupo.

Jon

A una puntata dalla fine della stagione possiamo dire finalmente alea iacta est (cit. uno che se ne intendeva di queste cose), e mò so’ cazzi.

Vi invito come al solito a commentare con noi e a passare alla pagina Le migliori frasi de “The Game Of Thrones”.

P.S.: La più badass comunque è Lyanna!

Valar Morghulis

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About Serendipity

Per descrivermi basterebbe dire che sono un'accozzaglia di immaginazione, sogni e passioni. Archeologa con mille interessi come la lettura, il cinema, il basket, la danza e la fotografia. Sono cresciuta a pane e serie tv. In tempi non sospetti ero già un'addicted di telefilm come Stargate SG1, Streghe, Buffy-l'ammazzavampiri, Xena:la principessa guerriera, Hercules, Sex and the city... fino ad arrivare ad oggi dove riconosco i giorni della settimana solo in base alla puntate che devo vedere.

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