Girlboss – Pilot Review – Sophia

Basata sull’autobiografia di Sophia Amoruso, Girlboss è la nuova serie che si aggiunge al catalogo Netlfix.
Ambientato nei primi anni 2000, questo nuovo show ci mostra la vita di Sophia, una ragazza nel pieno dei suoi venti anni che cerca disperatamente di acquisire la sua indipendenza e di trovare il suo posto nel mondo.

Come Sophia lotta in ogni modo per evitare di diventare un’adulta noiosa, questa serie si discosta totalmente dal canone inflazionato di tvshow aventi la ragazza della porta accanto come protagonista, battendo forte sul trend della selfmade woman.
E come Netflix non poteva cavalcare quest’onda, se non trasformare un bestseller in una nuova hit ?
Tra abiti vintage, indie rock e ribellione, Girlboss potrebbe avere il potenziale di diventare il nuovo Girls e riuscire a colmare il lutto della perdita prima del tempo.
Sfortunatamente la serie di Kai Cannon non sembra aveva gli stessi toni graffianti che hanno contraddistinto la Dunham nel corso di questi sette anni.
Ovviamente non è giusto paragonare un pilot a una serie che ha rivoluzionato i canoni della televisione, ma se questo era il loro intento, non sembra che abbiano colpito nel segno.
Girlboss, come tanti altri prodotti Netflix, dal punto di vista tecnico è assolutamente eccellente, fotografia calzante e dai colori brillanti, colonna sonora curata nel minimo dettaglio e un’ottima recitazione, ma manca di incisività.
Sembra di sfumature forti, ma se ci avviciniamo, non riusciamo a sentirne l’impatto, la scossa e questo non è dovuto solo alla scrittura, ma alla mancanza di empatia verso la protagonista.
È difficile stabilire un contatto con Sophia, con il suo essere viziata mascherato dalla parola ribellione, con la sua inettitudine, che la rendono un’antieroina, ma del tipo insopportabile senza troppa ironia.
Poteva essere facile empatizzare la sua situazione, specialmente per chi sta affrontando la crisi del passaggio all’età adulta, ma in realtà, nonostante sia tratto da una storia vera, Girlboss sembra allontanarsi fortemente dalla realtà.
La serie non è del tutto da demolire, ma è difficile andare avanti con una protagonista volutamente difficile da sopportare e un cast composto da così poche unità, ma un tentativo vale la pena farlo.
Gli episodi da trenta minuti fanno sì che questa sia una serie dalla facile digestione, probabilmente da vedere in uno o due pomeriggi, e i continui riferimenti ad elementi pop degli anni 2000 rendono effettivamente difficile l’abbandono.
Girlboss per me non è un no categorico, ma non riesce ad essere un sì, probabilmente la serie ha bisogno di più episodi per sbocciare (ammetto che ho visto i primi sei e ve lo confermo, ma shhhh!), ma per quanto riguarda il pilot è difficile promuoverla, se non per l’ambientazione che i nostalgici di Myspace, croptop e pantaloni larghi apprezzeranno.

About missdanastood

Parlo troppo e il mio corpo è fatto al 100% di caffeina e rabbia. Se fossi un personaggio di un telefilm, sarei entusiasta come Leslie Knope, pazza come Charlie Kelly, ossessionata da Got come Ben Wyatt il tutto con le fattezze di Kimmy Schmidt e l'armadio di Hannah Horvat

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