Girls – Recensione 3×10 – Role-Play
Questa stagione si concentra sempre di più sul personaggio di Hannah, sulla ragazza che prova ad avere un po’ di sostanza nella sua vita, che prova a rendere alternativa una vita ordinaria. Nonostante le già sentite critiche che riservo al personaggio, devo dire che questa volta ho apprezzato i suoi sforzi, il suo gioco di ruolo. Decide di mettercela tutta per salvare il rapporto con Adam, decide di interpretare insieme a lui questo gioco delle parti della vita. Lei lo insegue, lui non l’ascolta. Lei cerca il pepe e la concretezza in una vita che le sembra così tanto “svuotata”, soprattutto dopo la morte della nonna e la (penso collegata) ubriacatura, lui è impassibile ai bisogni della ragazza.
Hanna cerca di compiacerlo, crea situazioni che l’attore a senso unico che Adam è diventato potrebbe apprezzare, ma non appena lei cerca di cambiare il gioco in una direzione che desse a lei un po’ di piacere, lui dà di matto. La madre aveva predetto tutto, Adam è un sociopatico e non cambierà mai, nemmeno per ciò che lui crede sia amore. Ha una parte per una sceneggiatura e non riesce più a gestire la sua vita, la sua relazione con la donna che dice di amare. La Dunham ha deciso di mettere in scena una delle fasi quasi obbligatorie delle relazioni umane: il momento in cui i due perdono la sintonia, non sono più sulla stessa lunghezza d’onda e finiscono per agire in maniera esasperata per salvare il rapporto, realizzando solo un effetto controproducente. Che sia questo il primo passo verso una relazione con il collega Joe?
L’amico a cui si rivolge Hanna, inoltre, è Elijah, non certo una delle tre girls. Usa, però, Marnie per sfruttarne l’appartamento. La gallerista/cantante con il cappello alla Daniel Potwter che non la rende per niente carina viene bidonata dall’attore musicista amico di Adam. Whatever, really….
Piccoli passi avanti, invece, per le due cugine: Shosh riesce ad aiutare Jenna, riesce a liberarla da quel rapporto malato e riesce a farle affrontare la sua realtà: quella di una tossicodipendente. Non ritengo ci sia altro di rilevante da sottolineare in questo episodio Hannah-centrico che ci porta solo un po’ avanti nella storia delle Girls, sperando che ci riservino un finale più coinvolgente del resto di questa stagione.
Vi lascio con un video del Saturday Night Live che, ancora una volta, è tornato ad avere come tema la serie di cui qui discutiamo, ma questa volta in maniera un po’ più velata: Lena Dunham sta lavorando molto al SNL ed ha preparato un pezzo davvero memorabile, a voi il giudizio!
About Memory717
Ama definirsi “just a small town boy”, richiamando un po’ alla memoria una vecchia canzone dei Journey (se state già pensando a Glee c’avete azzeccato), e i telefilm sono da sempre stati la sua via di fuga dalla soffocante realtà dei nostri giorni e dalla calda città di Palermo, troppo lontana dal mondo che ha visto nei suoi viaggi. Oltre ad essere un Gleek (almeno fino alla terza stagione, ci tiene a precisare), è addicted to Grey’s Anatomy, serie che, a suo dire, gli ha cambiato la vita, nonostante la recente degenerazione dello show di Shonda. Altre serie che segue con passione sono Mad Men, Parks & Recreation, Girls, Game of Thrones, Scandal, Downton Abbey, Homeland, VEEP e molto altro. Nonostante le pretese di alta qualità dei suoi show, in realtà Andrea si scioglierà sempre davanti ad un family drama e sarà sempre un incallito sostenitore della superiorità di Ally McBeal.
I 28 minuti più lunghi della mia vita! Una noia mortale, puntata di un ridicolo assoluto e, mi dispiace, ma Hannah se l’è meritato! Ok, Adam sarà stato pure un po’ egoista, ma non sarebbe stato meglio parlare delle cose che non andavano?
Jessa mi ha urtato proprio; Marnie inutile; Shosh almeno ha fatto qualcosa di buono. Delle 4, nonostante sembri la più cretina, è forse quella che ragiona di più.