L’avevamo tanta aspettata, e tra sneak peak e trailer non è stato facile sopperire all’assenza, ma finalmente è tornata, la migliore (non credo di essere la sola a pensarlo) e pluripremiata serie italiana. Gomorra torna con i primi due episodi, e noi siamo qui per commentarla con voi. Ho pensato molto a cosa scrivere in questa prima recensione, e devo dire, non è stato per niente facile dover inaugurare la serie di recensioni che ci accompagneranno durante questa terza stagione. Primo motivo perché è una serie talmente grande che temevo di sbagliare, e secondo perché quando ami talmente tanto una serie quasi non vorresti criticarla. Ma siamo qui per questo, e sono pronta a ricevere qualsiasi tipo di commento contrario al mio pensiero.
Devo ammettere che ho adorato il riassunto iniziale, perché non era un semplice “nelle puntate precedenti”, ma un vero e proprio riassunto dalla prima stagione fino all’ultimo episodio, cosa che non fa mai male quando (come me) non hai avuto tempo di fare un rewatch prima del ritorno. Ma veniemao al sodo. Come al solito, ho posto le mie aspettative ad un livello alto, forse troppo e, a malincuore, devo dire che sono state deluse. Da sempre valuto gli episodi in base a quante volte controlli il telefono, e nel secondo episodio ho: sistemato la galleria immagini, cancellato le email spam e fatto una pulizia amicizie su facebook. Il primo episodio è quello che ci ha lasciato di più con il fiato sospeso, e che ci ha fatto capire quanto le carte in tavola siano state cambiate. In questo episodio si comprende quanto Genny sia più un Genny 3.0 e quanto abbia imparato. Capiamo senza incertezze che è stato lui a far uccidere suo padre e che, soprattutto, è lui che muove i fili di tutto l’impero dei Savastano. Mente, uccide e fa uccidere senza risentimento. Devo ammettere, ogni volta che guardo questa serie e decido da che parte stare, troppo spesso dimentico cosa questi personaggi rappresentino veramente, ma rinsavisco subito dopo il primo omicidio.
Pietro è morto, come sappiamo, per mano di Ciro. Ora l’impero è in mano di Gennaro, che non aspetta troppo per uccidere tutti i fedeli di suo padre. Patrizia è distrutta, ha perso l’uomo che amava e non ha più una famiglia, i suoi fratelli l’hanno rinnegata, e suo zio le mente spudoratamente. Cerca quindi un alleato in Genny, non sapendo che è lui il vero mandante dietro la morte di Pietro. Gennaro nel frattempo diventa padre e sorpresa, chiama suo figlio proprio come il padre che ha appena ucciso? Ok. Va bene. Genny ha un nuovo contabile, Gegè, incensurato e per niente preparato a tutto quello che lo aspetta in questa malavita. L’impero è suo, ma suo cognato esce dal carcere e non ci mettee tanto a capire con chi ha a che fare: un genero che non solo mente, ma è responsabile della sua incarcerazione. Genny non ha neanche dimenticato dei suoi amici in Honduras, e continua a fare affari con loro, senza dimenticare anche le famiglie di Napoli e Roma.
Salvatore Esposito è cresciuto nella serie e ammiro tantissimo la sua interpretazione. Negli anni è riuscito a trasmettere alla perfezione il cambiamento di Genny, dal Gennaro spaventato e quasi rinnegato dal padre, allo spietato erede. Ora è padre, è marito, ed è soprattutto Don Gennaro, e non ha più paura.
Ciro (Marco D’Amore), dal canto suo, fa una breve apparizione sulla scena, il tempo di uccidere l’assassino di sua figlia e sparire dalla circolazione. La frase detta prima di andare via è stata abbastanza criptica. Ha compreso perfettamente di avere una grande parte nella morte della bambina, e decide di “pagarla” anche lui. Ma in che modo? E soprattutto, domanda prettamente personale e, lo ammetto, anche un po’ inutile, tornerà con la testa completamente rasata, di come l’abbiamo sempre conosciuto? Cirù, per piacere, rasati quei capelli.
Cosa dire, in generale, se non fosse per la completa noia del secondo episodio, è stato un ritorno lento ma convincente. Mi ha convinto infatti a continuare a guardare la serie, in attesa della soddisfazione di avere la vera Gomorra. In attesa di vedere la meravigliiosa Scianel e del ritorno di Ciro.
Voi cosa ne avete pensato? Fatecelo sapere nei commenti.