Good Girls ci è stata presentata come un drama farcito di black humor dove tre mamme sono costrette a gettarsi nel mondo dell’illegalità pur di rimanere a galla e salvare le proprie famiglie, assolutamente imperdibile per tutti i nostalgici di Breaking Bad o Weeds presenti lì fuori.
Almeno, questo era ciò che mi aspettavo dopo aver visto il trailer.
La realtà di Good Girls è ben diversa.
La prima stagione di Good Girls, composta da dieci episodi dalla classica durata di 40+ minuti, si è appena conclusa ed il network ha appena rinnovato la serie per una seconda stagione. Al centro delle vicende vediamo Beth (interpretata da Christina Hendricks), sua sorella minore Annie (Mae Whitman) e la loro amica Ruby (Retta). Queste donne si ritrovano ad affrontare complesse situazioni economiche legate all’infedeltà del marito per Beth, le pratiche di affidamento della figlia per Annie e i problemi di salute della figlia per Ruby, che richiedono di essere gestite in fretta.
Ed è così che tre normalissime donne si ritrovano a compiere una rapina e a finire nel cuore della criminalità organizzata di Detroit, pur di salvare le loro famiglie.
Sì, suona davvero come qualcosa di visto e rivisto, ma non è questo il fattore di maggiore disturbo della serie. A causa del suo network di trasmissione, la NBC, Good Girls si ritrova con molto da dover dire ma pochi mezzi per farlo. La serie TV non osa, rimane sempre ai margini del politically correct, con il risultato di apparire come un prodotto adatto per passare il tempo, ma non particolarmente soddisfacente.
Trovandosi a metà tra il drama e la black-comedy, Good Girls risulta troppo family friendly per rientrare nella prima categoria e non abbastanza pungente per appartenere alla seconda. Le tre protagoniste mancano dell’introspezione che le può rendere dei modelli nei quali rivedersi, e per la maggior parte del tempo ci limitiamo ad assistere alle loro pessime decisioni senza davvero comprenderne le ragioni. Si divertono? Subiscono il fascino di qualcosa di illecito? Provano rimorsi per le loro azioni? Queste sono tutte domande alle quali non riusciamo a darci una risposta ed il vero peccato di una scrittura così povera è quello di avere a disposizione tre attrici meravigliose, che avrebbero potuto trasmettere moltissimo in ruoli scritti meglio.
Ad affiancare queste bellissime e bravissime donne ci sono uomini altrettanto belli e bravi. Il mio preferito, Manny Montana, interpreta Rio, un criminale con il quale le tre donne si metteranno disgraziatamente in contatto. Matthew Lillard veste i panni di Dean, marito fedifrago di Beth. Reno Wilson è Stan, marito perfetto di Ruby. In ultimo abbiamo David Horsby come Leslie, il viscido datore di lavoro di Annie. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a dei personaggi bidimensionali, che mancano di quella caratterizzazione in grado di renderli personaggi davvero interessanti, soprattutto nel caso di Leslie che, macchiatosi di azioni davvero deplorevoli, avrebbe tutte le carte in regola per essere un personaggio controverso ed interessante. Invece, con l’introspezione ridotta ai minimi termini, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di “mi comporto in questo modo perché sì, non fatevi domande“.
Non fraintendetemi, non ci troviamo di fronte ad una brutta serie TV. Good Girls è molto godibile e di poche pretese, si lascia guardare e non annoia (ad esempio, io ho recuperato gli episodi centrali in un pomeriggio senza sentire la stanchezza della visione), ma allo stesso tempo non ti lascia nulla, nessuno spunto di riflessione, nessun brivido. Abbiamo troppo poco tempo per vedere serie TV che non ci fanno desiderare di vivere all’interno di esse!
Questa serie tv è davvero incredibile.
Personaggi coinvolgenti e ottima trama!
Credo che l’articolo non regga molto , o per lo meno secondo il mio parere non ho assolutamente perso tempo nel vederlo!
Aspetto con ansia la seconda stagione.
Se potessi dare un voto darei 5 stelle.