A Portland, si sa, le fogne non funzionano benissimo. Prova ne è che nell’episodio faccia bella mostra di sé un Ratto di 6 metri che mi ha ricordato più un Mostro Haniwa che un Wesen. La vicenda del topolone però a mio avviso è marginale e se non fosse per l’introduzione del concetto che i Wesen, nel caso specifico i Reinigen, possono unirsi per diventare dei giganti, la vicenda non occuperebbe le già troppe righe di questa recensione. Per la cronaca il topolone Haniwa è stato cotto a 10.000 volt.
Il menu più gustoso ce lo offrono due prospettive nuove e inaspettate per certi versi: Il ritorno di Trubel, malconcia invero, e il coinvolgimento di Meisner. Ma andiamo con ordine.
Intanto va detto che sto avendo seri problemi con l’arco temporale della serie. A volte sembra siano passati pochi giorni e a volte sembra sia passata un’eternità. Il mio punto di riferimento è Kelly, che a occhio dovrebbe avere un mese o poco più, e quindi mi domando come Trubel sia riuscita in così breve tempo a diventare una specie di super agente dei ribelli, quando fino a due puntate fa era segregata e pure mezza pesta.
Al di là dei miei problemi con il tempo, va detto che sono molto felice di rivedere il faccione di Trubel. Certo, è stato ridotto male, ma il fatto che sia viva e soprattutto che torni a contatto con Nick mi fa piacere perché insieme a Juliette è uno dei miei personaggi preferiti della serie.
Adalind intanto riceve una chiamata di Meisner e riaffiorano i ricordi della loro fuga dai Reali e di come quest’ultimo si sia prodigato per proteggere lei e la piccola. Meisner sembra saperne molto sulla questione “Occultatum Libera”, ed è anche ora che Nick si unisca in questa che sembra essere una lotta senza quartiere con un’organizzazione Wesen che ha radicazioni profonde.
Ammetto che all’inizio della stagione avevo qualche dubbietto sullo sviluppo di questo nuovo filone, ma puntata dopo puntata mi sono reso conto, invece, di come il perfetto dosaggio fra trama verticale e trama orizzontale ci offra ogni settimana il giusto mix di eventi che ti fanno sempre desiderare che la settimana passi in fretta per capire cosa accadrà.
Quando Trubel è stata portata in ospedale indossava una sorta di armatura e la sua moto sembra uscita dall’ultimo film di James Bond con tanto di frecce che escono dal retro. È chiaro che la giovane Grimm è sicuramente sia cacciatrice che preda e questo risulta palese quando un gruppo di Wesen tenta di portarla via dall’ospedale. Resta ora da capire i vari ruoli che questa vicenda sta per adesso tenendo misteriosi.
Innanzitutto sappiamo che Meisner è in stretto contatto con Renard, ma quest’ultimo sa di che si occupa Meisner? Conosce la situazione relativa a Trubel? Certamente Renard, come al solito, sembra sempre saperne più di quanto dia a vedere e il personaggio ha questo alone di mistero che lo rende alquanto fascinoso e indispensabile nell’economia della storia anche se a volte sembra fuori dai giochi.
Nick ora sa che Trubel è coinvolta in questa specie di guerra con i Wesen di OL (scusate, abbrevio Occultatum Libera) e non si tratta di una questione di lieve entità. Comprendiamo perfettamente la confusione del gruppo, confusione che nasce dal fatto di sapere davvero così poco di quello che sta accadendo.
Meisner è l’uomo giusto per avere maggiori chiarimenti e forse comprendere meglio anche i fatti che avevano caratterizzato il finale di stagione. Che Trubel sia stata rapita e successivamente convinta a collaborare con i rapitori (o costretta?) ci può anche stare. Ma a noi resta il dubbio su cosa se ne fanno del cadavere di Juliette (sempre che sia cadavere) e come tutto questo si intersechi con la lotta contro OL.
Di sicuro si può dire in conclusione che questa stagione 5, contrariamente a quanto si pensava, è forse tra le più interessanti per lo sviluppo delle vicende e per la maturazione dei personaggi. Tutti, chi più chi meno, hanno subito nel corso delle stagioni dei traumi. Da Monroe a Rosalee, da Hank a Renard per passare a Juliette (torna!!!) e Adalind. Ognuno ha subito una maturazione e una crescita, incluso il nostro Grimm.
Questa stagione è un po’ il compimento di questa maturazione e il nemico che si affaccia alle porte aggiunge, semmai ce ne fosse stato bisogno, pathos e interesse per una serie che forse non fa grossi ascolti, ma che gode di uno zoccolo duro di appassionati come il sottoscritto che si compenetra in modo totale con la storia comprendendo perfettamente gli stati d’animo dei protagonisti, anche quelli che apparentemente sembrano marginali ma che marginali non lo sono mai.
Aspettiamo con ansia il Fall Finale per capire quanto sia grossa la grana OL per il team Grimm.
Passo e chiudo.