Scrivere la recensione di una serie che si ama tanto come Grimm, sapendo che questa sarà l’ultima stagione, non è semplice. Non lo è perché hai già dentro il dispiacere, la morte nel cuore, e facendo le debite proporzioni, ti sale una certa malinconia, come se si lasciasse un vecchio amico, un compagno di tante serate emozionanti e divertenti.
Comunque sia, vi devo pur una recensione il più possibile obiettiva di questo primo episodio e cercherò di esserlo. Innanzitutto ho apprezzato che l’episodio abbia ripreso esattamente lì dove l’avevamo lasciato. Non tutti, come sapete, lo fanno. Ma Grimm riprende le fila del discorso proprio dal punto in cui Nick e Renard si confrontano. Diciamoci la verità: è stato un po’ un ritorno alle origini stesse della serie vederli di nuovo l’uno contro l’altro.
Renard è un personaggio ambiguo sin da sempre. Lui, mezzosangue reale e Wesen. Un Zauberbiest forte e scaltro, capace di perseguire i propri interessi fregandosene degli schieramenti e alleandosi per parecchio perfino con il Grimm e la sua compagnia quando gli interessi coincidevano.
Un uomo come lui, abituato al controllo e al comando, deve aver mal digerito il fatto di essere stato usato a mo’ di marionetta da Diana che lo ha obbligato a trafiggere Bonaparte. In questo vedo la chiave della sua collerica rabbia, del suo cieco perseguitare Nick. Ho rivisto il cane sciolto della prima stagione, quello che cercava di eliminare sia il nuovo Grimm, Nick, che la vecchia Grimm, la zia. Ora ha il potere, quello vero. Domina una città, la polizia è al suo comando, Portland è un po’ come il suo regno tanto agognato e lotterà per non farselo portare via.
Dall’altra parte ci sono i nostri beniamini. In realtà si è notato nell’episodio un senso di smarrimento o confusione. Una sensazione di incertezza del futuro davvero inedita per certi versi. Tutto sembra ruotare attorno a due filoni principali: la lotta contro il Black Claw e il mistero intorno al bastoncino dei miracoli. Detto così potrebbe sembrare poca cosa rispetto a ben 5 stagioni dense di accadimenti. In realtà tutto questo è alla fine l’essenza stessa della serie. Il bastoncino magico è l’oggetto sacro dei Grimm e non si capisce ancora bene il suo potenziale. Ne sa qualcosa Juliette/Eve che ne ha subito le conseguenze e che ora non riesce più a trasformarsi in Hexenbiest. La bacchetta magica ha mondato la sua anima, la donna che era stata finora, quella che è passata dal bene al male, colei che è arrivata a far tagliare la testa alla madre di Nick per poi perdere le sue emozioni e servire il Vallo, ora è stata pulita dentro, nel profondo stesso della sua anima. Lei adesso è l’unica in grado di vedere cose che gli altri non vedono. Simboli misteriosi che sembrano legare passato, presente e futuro del mondo Grimm.
Il Black Claw è l’oppositore per eccellenza, il nemico supremo che ti aspetti per una degna lotta finale. Subdolo, potentissimo, spietato, l’artiglio nero può essere considerato l’anima nera dei Wesen, il vero nemico organizzato dei Grimm. Renard lo serve ma ne ha allo stesso tempo timore, proprio per le ragioni che abbiamo esposto prima: non ama essere comandato. Nick vive ora la situazione inedita della preda e non più del cacciatore, ruolo che finora lo aveva caratterizzato. Può contare su tutti i suoi amici e il fatto che per una ragione o per l’altra il gruppo si sia compattato è per il momento confortante. C’è un dubbio che mi si è insinuato in questo primo episodio: Monroe e Rosalee. Insomma, lei è in dolce attesa e ci si chiede per quanto tempo anteporranno gli interessi del gruppo a quello di protezione e tutela della creatura che cresce nel grembo di Rosalee… Trubel e Eve sembrano determinate a proseguire l’attività del Vallo e non sappiamo ancora per quanto tempo questa lotta coinciderà con il destino di Nick.
Finora l’unico approdo felice per Nick sembra essere Adalind. La passione con cui si sono abbracciati e baciati dà la misura dei loro sentimenti. Purtroppo anche qui c’è un grosso punto interrogativo, anzi due. Il primo è Diana. Sappiamo bene quanto sia potente la fanciulla e quanto veda bene solo un’unione fra Renard e Adalind e di conseguenza veda il Grimm come fumo negli occhi; dall’altra abbiamo il ritorno dei poteri di Adalind che è a tutti gli effetti tornata ad essere una Hexenbiest, cioè un essere che ha nel suo DNA l’odio per i Grimm. Dunque, come amare Nick veramente quando una parte di te lo odia?
Mi aspetto 13 episodi intensi, un finale che, per quanto degno, so già che mi farà disperare. Grimm appartiene a quella categoria di serie TV che non vorresti che finisse. Infatti, al contrario di altre serie che si trascinano stancamente come miseri zombie, Grimm ha tanto da dire, tanto da sondare. A ben pensarci, solo nella 5a e in questa ultima stagione stiamo scavando nel profondo significato del ruolo del Grimm e nell’animo contorto dei Wesen.
Non mi resta che consolarmi pensando al fatto che tutto, anche le cose più belle, finisce, ma fa male lo stesso.
Passo e chiudo.