È una moda sempre più in voga, quella di creare delle serie tv che si ispirino a dei film, che si tratti di un reboot, di una rivisitazione, di un prequel o di un seguito. È, inoltre, una pratica molto chiacchierata perché a lungo andare appare sempre di più come una mossa di marketing piuttosto che una scelta artistica. Vale a dire, invece che creare un fandom nuovo e aspettare che il pubblico vi si affezioni, cavalcano l’onda di un prodotto già piazzato ed amato.
E questa cosa fa arrabbiare, intendiamoci bene… fino a quando, però, non iniziano a rivisitare il mondo dell’horror e a farlo anche molto bene – insomma, nella maggior parte dei casi. E visto che il genere horror è tornato recentemente molto in voga, il mondo del piccolo schermo ha deciso di trarne degli evidenti benefici reinterpretando più o meno bene alcuni intramontabili classici.
Ecco a voi una lista di molte delle serie tv che traggono origine da film horror, alcuni consigliati ed altri un po’ meno, da poter guardare la notte di Halloween! Il mio consiglio è quello, eventualmente, di visionare i pilot!
Ash VS Evil Dead by anna_who
È dall’alba dei tempi che il genere horror letterario, cinematografico e televisivo si nutre degli incubi più primordiali dell’uomo e li fa uscire dall’angolo buio e oscuro in cui riposano per terrorizzare le notti di tutti gli appassionati. Mai nessuno però avrebbe immaginato di condire il genere horror anche con un tocco di humor, così da conferirgli quel quid in più capace di mandare alla ribalta un prodotto che nasce senza troppe pretese, ma che è riuscito a imporsi come uno dei franchise più originali e deliranti del suo genere.
Sam Raimi ci ha visto lungo in quel lontano 1981, quando decise di dar vita alla saga The Evil Dead, conosciuta in Italia come La Casa.
Un protagonista cazzone, gradasso, amante del bere e delle donne, demoni da ammazzare a colpi di motosega e fucile, e le forze del Male da rispedire a calci in culo dal buco infernale da cui sono uscite fuori: è tutto ciò che serve per riportare in vita la celebra saga cinematografica di cui tutti noi sentivamo tantissimo la mancanza, dopo la debole parentesi del remake del 2013 firmato da Fede Alvarez.
Sam Raimi e suo fratello Ivan recuperano in toto tutti quegli elementi che hanno dato vita, negli anni 80, ad un vero e proprio fenomeno cult: la combinazione di trash, horror, splatter e comedy, mescolati a un tocco di brillante scadenza tipica di quei film di serie B e a un genuino sentimento di intrattenere il telespettatore con punte di follia e di genialità.
Diciamolo in tutta onestà: Ash Williams (interpretato sempre dal mascelloso Bruce Campbell) ci era mancato un casino.
Ci era mancato il suo squallido e abitudinario impiego presso un centro commerciale, la sua sgangherata Oldsmobile Delta 88 Royal, il suo pessimo senso dell’umorismo e le sue battutacce, la sua perenne voglia di bere, sballarsi e rimorchiare belle donne.
Sono passati 30 anni da quando ha combattuto la sua epica battaglia contro le Forze del Male, ma Ash è rimasto il solito idiota che non ha imparato la lezione.
Stordito dal fumo e dall’alcol, si ritrova una sera a rispolverare il Necronomicon Ex-Mortis risvegliando stupidamente un’orda inferocita di demoni.
Si uniscono alla sua caccia infernale due giovani e sprovveduti compagni Pablo (Ray Santiago) e Kelly (Dana DeLorenzo), marcando ancor di più la tragi-comicità del tutto.
Storyline interessante che si sviluppa in un intreccio condito da sangue a iosa, splatter a non finire, idiozia, battute squallide, un tocco di horror e di genialità rendono Ash VS Evil Dead un prodotto in grado di accontentare i nostalgici del genere e di avvicinare nuovi adepti ad un genere di trashissimo ma godibilissimo intrattenimento.
Blade: The Series by Clizia
Pur essendo Blade un personaggio che nasce nel 1973 dall’estro di Marv Wolfman (testi) e Gene Colan (disegni), che danno vita all’iconico ammazzavampiri Marvel prima come comprimario e poi come protagonista, Eric Brooks – questo il suo vero nome – è maggiormente conosciuto per la trilogia di film in cui è interpretato da Wesley Snipes: Blade (1998), Blade II (2002) e Blade: Trinity (2004, il peggiore della serie). Ed è proprio dal successo di questa operazione cinematografica, che vide nel primo film della saga il suo punto più alto, che nasce Blade: The Series (anno 2006).
Con il poco carismatico rapper e attore Sticky Fingaz come protagonista, la bella Jill Wagner (vista in Teen Wolf) come controparte femminile e Neil Jackson (l’Horseman of Death di Sleepy Hollow) come antagonista, Spike TV e David S. Goyer – già dietro i film – cercarono replicare invano in tv il successo che questo mezzo vampiro cacciatore di vampiri aveva avuto sul grande schermo.
Composta da soli 13 episodi e cancellata dopo la prima stagione lasciando un finale piuttosto aperto che avrebbe meritato una degna conclusione, Blade: The Series non è certo una pietra miliare della serialità, ma è un piccolo must see per gli amanti dei vampiri e per i fan della trilogia cinematografica. Tra l’altro, ad essere onesti, neppure sul grande schermo il personaggio di Blade ha avuto un gran trattamento: se il primo film si lascia guardare e ricordare con piacere (anche grazie a Stephen Dorff nei panni del succhia sangue e villain principale Frost), già il secondo perde colpi nonostante la mano di Guillermo del Toro che fa virare la saga verso un più deciso horror, mentre col terzo film assistiamo al declino e alla ridicolizzazione di quanto di buono era stato fatto con i primi due.
Insomma, questa serie tv non è certo il punto più basso toccato da Blade e merita un’occhiatina, se non altro perché è un onesto – seppur sempliciotto – intrattenimento che fonde vampirismo, spionaggio, azione e un pizzico di orrore e sensualità.
Bates Motel by Clizia
Parlando di serie tv tratte da film, davvero non si può evitare di parlare di Bates Motel, show del canale A&E sviluppato da Carlton Cuse e Kerry Ehrin e ispirato nientemeno che a Psycho di Alfred Hitchcock. Con un cast notevole che colpisce subito per la presenza dei veterani Vera Farmiga (candidata all’Oscar per Up in the Air), Freddie Highmore (Charlie and the Chocolate Factory di Tim Burton) e Nestor Carbonell (Lost), questa serie trae linfa vitale dal capolavoro cinematografico del re del brivido, ma al contempo se ne distanzia nettamente: ove Psycho era ambientato nel 1959 e raccontava del morboso rapporto di Norman Bates (un Anthony Perkins entrato così nella leggenda) con la madre Norma imbastendoci attorno una storia di orrore e mistero, questa serie è ambientata ai giorni nostri e, pur raccontando – seppur in forma un po’ diversa – quello stesso rapporto, lo fa strizzando l’occhio a tutta una serie di generi.
Bates Motel è un racconto che sfiora il thriller, l’horror e l’azione, ma che non lascia certo sullo sfondo l’indagine della psiche umana: in particolare, ci racconta con dovizia di particolari la discesa nell’abisso della follia del giovane Norman (un carnefice/vittima) e il suo rapporto morboso e altalenante con la madre Norma, interpretata da una grande Vera Farmiga.
Con quattro stagioni all’attivo e una quinta di chiusura già in cantiere, Bates Motel è un prodotto seriale notevole che, pur avendo un film importante e ingombrante a fargli ombra, è riuscito a trovare una sua individualità e una sua personalità. Non è Psycho, ma una sorta di prequel/omaggio a quello che è uno dei film più celebri della storia del cinema (tratto, è bene ricordarlo, da un romanzo di Robert Bloch) di cui prende alcuni personaggi per poi creare un universo a parte dove farli muovere e in cui campeggia – minaccioso e cupo, quasi fosse un personaggio a sé – il celebre Motel.
From Dusk Till Dawn by Clizia
E come non spendere due parole anche su From Dusk Till Dawn, creatura seriale di Robert Rodriguez tratta dal suo omonimo film cult del 1996? Era la metà degli anni Novanta, quando l’eclettico e talentuoso cineasta, con la complicità dell’amico Quentin Tarantino, diede vita a una pellicola a basso costo che fuse horror, commedia, pulp e trash generando un riuscitissimo calderone di generi e una storia di vampiri molto particolare.
Lo show in questione si ispira al film (la prima stagione ne è sostanzialmente il reboot) per poi partire verso nuovi lidi ed allargare nettamente la Mitologia che sottende alla storia, che nella versione cinematografica era appena accennata. Il risultato è un qualcosa di vicino e al contempo lontano dal film – vedere per credere! -, tanto che certamente alcuni puristi storceranno il naso, ma basta guardare lo show scevri da pregiudizi e aspettative di fedeltà all’originale per godere di un piacevole intrattenimento senza pretese. Se ciò non bastasse a convincervi, forse sarà d’aiuto ricordare che From Dusk Till Dawn vanta i pregevolissimi contributi attoriali di Don Johnson, Robert Patrick, Danny Trejo e Tom Savini, nonché i bellissimi (ed in parte) D.J. Cotrona, Zane Holtz ed Eiza Gonzalez come protagonisti.
Scream by Marco301
Premetto che sto per parlarvi di un cult degli anni ’90 e premetto anche che è stato uno dei film che mi ha terrorizzato di più di quel periodo. La serie, appunto basata sull’omonima saga cinematografica slasher Scream, al contrario del film, si concentra sulle vicende di Brandon James, bullizzato per la sua deformità e preso in giro perché follemente innamorato di una compagna molto bella, e ovviamente non ricambiato. Impazzito, nella notte di Halloween assassina dei coetanei. C’è da notare alcune differenza tra il killer del film è quello del telefilm cominciando dalla maschera, tutto ciò non per un motivo specifico ma solo per via di fini commerciali. Ricordiamo benissimo che la maschera di Gosthface nel film appunto è alla “urlo di munch” mentre quella di Brandon James è una maschera post operatoria. Altra differenza i vestiti che indossano i due killer. Uno ha una tunica mentre l’altro indossa un impermeabile, nulla di differente sull’arma perché entrambi usano un coltello. Molti particolari all’interno della serie ricordano il film. Il contatto con la prima vittima per esempio sia in un caso che nell’altro le vittime vengono contattate al telefono, solo che nel film (essendo anche ambientato in un’altra epoca) l’assassino contatta a voce la sua vittima, a differenza del telefilm in cui scrive messaggi di testo. La cosa mi è piaciuta molto, ha attualizzato il tutto. Molti attori conosciuti hanno fatto la spola nel telefilm tra cui Bella Thorne (My Own Worst Enemy). Insomma, per gli amanti della serie Cult non temete, non rimarrete delusi da questa attualissima serie che riporterà alto il nome dell’assassino più conosciuto di sempre. Nella serie non mancheranno anche sarcasmo e ironia, e molta molta ansia. Godetevelo.
Damien by Serendipity
Damien è una serie tv di genere horror nata dalla mente di Glen Mazzara (produttore esecutivo di The Walking Dead fino al 2013), prodotta da 44 Strong Productions, Fineman Entertainment e Fox 21 Television Studios, mandata in onda sulla rete televisiva A&E Network dal 7 marzo 2016 al 9 Maggio 2016 e cancellato dopo solo la prima stagione. Il telefilm è stato dichiaratamente pensato come sequel della serie di film The Omen, più precisamente sul primo capitolo del 1976 diretto da Richard Donner (Superman, I Goonies e Arma Letale). L’idea è semplice ma molto inquietante, raccontare la storia dell’Anticristo dalla nascita (nei film) alla maturità (serie tv). La pellicola originale del ’76, che cavalcò l’onda del successo dell’Esorcista, è diventata negli anni una pietra miliare del genere horror cinematografico, grazie a scene inquietanti e richiami alla religione cattolica. Purtroppo alla serie televisiva non è andata così bene. Il cast del telefilm annovera volti noti come Bradley James (Damien Thorn), Barbara Hershey (Ann Rutledge) e Scott Wilson (John Lyons), che hanno dato prova di grandi capacità recitative, ma questo non è bastato. Le critiche maggiori che gli sono state fatte riguardavano i dialoghi e l’assenza di forti scene di paura. In merito alla prima, devo dare ragione alla critica purtroppo. I dialoghi sono effettivamente sciapi e banali, e non riescono ad esprimere pienamente il conflitto interiore dei personaggi riguardo alla scelta tra bene e male, in primis del protagonista principale. Per quanto riguarda la mancanza di scene paura, sinceramente ho sempre pensato che fosse una cavolata. L’horror che viene espresso qui è una qualcosa che colpisce più a livello mentale che fisico. Sono veramente poche le scene splatter in stile Saw, per capirci. Sono invece tante le scene di terrore puro, quella paura che nasce dal percepire la presenza di un’entità aleatoria ma fortemente maligna. Un horror che si insinua nella parte più primitiva del nostro cervello e che si basa sul nostro istinto di sopravvivenza, cioè la paura di ciò che non conosci o che non capisci.
Rosemary’s Baby by Jeda
Non avete mai sentito parlare della mini-serie tv del 2014 remake del celeberrimo film del 1969 di Roman Polanski? No? beh, sappiate che, se non ne avete mai sentito parlare, una ragione c’è! La mini-serie tv della durata di circa 4 ore, divise in due episodi, non è altro che un identico rifacimento del suo omonimo, che non aggiunge e non toglie nulla alla pellicola originale se non un diverso numero di scene filler che, alla fine della storia, non ti lasciano con la sensazione di aver avuto un approfondimento. Il setting è diverso e invece di trovarci a New York ci troviamo a Parigi ma, per il resto, le dinamiche e le vicende sono esattamente le stesse che gli amanti del genere horror conoscono dal capolavoro di Polanski. Ed è un vero peccato perché, se trattato in maniera corretta, una serie tv su questo argomento avrebbe potuto aggiungere moltissimo alla storia. Come, ad esempio, raccontarla dal punto di vista di Guy (Patrick J. Adams), esplorando le dinamiche e le ragioni che lo hanno spinto a cedere a Roman e Margaux Castevet (rispettivamente Jason Isaacs e Carole Bouquet). La protagonista è interpretata da Zoe Saldana, che è stata anche co-produttrice del progetto. Con un cast del genere, è davvero triste pensare a quanto poco è stato aggiunto alla storia.
Insomma, intendiamoci bene, non ci troviamo di fronte a qualcosa di inguardabile, tutt’altro. Le due puntate sono assolutamente godibili ed il prodotto è di elevata qualità – così come lo è l’interpretazione dei personaggi – ma tralasciando qualche aggiunta che giustifichi il doppio della lunghezza rispetto al film, ci troviamo di fronte ad una identica trasposizione della storia che ripercorre le vicende del film per filo e per segno. Insomma, non si tratta del tipo di serie tv che consiglierei di vedere con imminenza a chi ha molte serie tv da recuperare ma che, magari, può guardare chi ha ha tanto amato la pellicola originale e vuole godersi qualche scena estesa senza troppe pretese.
Scream Queens e Stranger Things by Jeda
Con questi due prodotti, il primo della Fox mentre il secondo della Netflix, non ci troviamo esattamente di fronte a due serie tv che si ispirano ad un film horror in particolare ma, all’interno di esse, troviamo moltissimi riferimenti a film di genere rappresentati in chiavi diverse.
Scream Queens, che si presenta come serie tv dai forti tratti parodistici e demenziali incentrata sugli assurdi omicidi che ruotano intorno ad un gruppo di ragazze, soprattutto nel corso della sua prima stagione cita moltissimi film di cultura horror, tra cui Hellreiser, Psycho, Urban Legend, il magnifico Mammina Cara e moltissimi altri ancora.
Stranger Things, che al contrario si presenta con una serie tv molto più concreta e di genere, trae ispirazione dai capolavori dell’horror anni ’80, mescolati ed inseriti magistralmente della storia di fondo della serie tv. È facilissimo ritrovare influenze da Nightmare, La Cosa, ET, Incontri ravvicinati del terzo tipo, I Goonies, It, solo per nominarne alcuni.
Noi di Serial Crush abbiamo messo insieme alcune delle moltissime serie tv che si basano su film horror più o meno di successo degli anni passati e aspettiamo con ansia le vostre testimonianze sulle serie di questo genere viste da voi e se avete visto e amato quelle che vi abbiamo proposto.
Colgo l’occasione per ricordarvi di votarci ai Macchianera Awards a questo link come Miglior Sito Televisivo!