Homeland non smette di stupirmi, mai.
Why is this night different?, sulle prime battute mi era sembrato un episodio sonnacchioso, e invece –inaspettatamente- ci sono stati momenti che mi hanno commosso, grazie soprattutto a Claire Danes che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che è il suo talento la chiave di tutto il telefilm e il motivo per il quale ci siamo tutti innamorati delle mille sfaccettature di Carrie Mathison.
L’aspetto materno di Carrie, cosi tante volte celato dietro a quel suo senso di responsabilità e di dovere, irrompe durante questo episodio ed è lacerante lo strazio quando davanti ad una fredda telecamera DEVE dare l’addio a Frannie, per proteggerla da chi vuole farle del male: è stato impossibile non immedesimarsi in quella frustrazione e dolore.
Quello che dà forza a Carrie per affrontare il delirio emotivo nel quale si è immersa è ovviamente Quinn, che da potenziale carnefice ne diventa complice prima con una foto inviata al mandante dell’assassinio nella quale la donna si finge morta e poi supportandola e spingendola a fuggire il più lontano possibile da Berlino.
Abbiamo evidenza, quindi, di quanto ancora forte e profondo sia il rapporto tra Quinn e Carrie, che è stima, affetto e probabilmente amore.
Un bel personaggio Quinn, un bel cuore e una bella testa. Cerca la giustizia con molta più razionalità di Carrie e, assieme all’intuito della donna, sono una coppia invincibile.
Ed è lei, infatti, che trascina il povero Peter alla ricerca della verità dietro alla sua condanna a morte: Carrie si fida del suo istinto e non può credere ci sia Saul dietro tutto questo. E, sinceramente, neppure io lo credo possibile…è vero, non sembra abbia più interesse per l’umanità, ma addirittura volere morta la sua figlioccia è troppo crudele persino per lui.
Ma in tutta questa ricerca della verità scopriamo che anche Quinn è un bersaglio e si prende una pallottola che non lo uccide solamente grazie a Carrie: non possono fare a meno uno dell’altro.
E quell’abbraccio tra i due, con Peter ferito,con la testa di lui che cerca conforto e si accoccola perfettamente tra le spalle di lei, con quell’espressione di chi non desidera altro che essere lì in quel momento…quello per me é conforto, sicurezza, fiducia, forza e amore.
Ma non c’è spazio solamente per questa botta di tenerezza in questo episodio, dato che Saul é intento a rovesciare il governo di Assad per metterci il Generale Yousseff, ricattato dal governo americano mentre portava la figlia malata in Svizzera per un trapianto.
Pura politica selvaggia, mi vengono i brividi a pensare che effettivamente il mondo potrebbe girare proprio così. Democrazia comprata con mazzette da un governo occidentale interessato solo al controllo del Medioriente.
Ma questo episodio ci lascia con ancora più dubbi quando é Alison, in quel momento assieme a Saul in Svizzera, a rispondere al cellulare dell’uomo che voleva far fuori Quinn…cosa significa questo? C’é lei dietro a tutta la faccenda Carrie? Ha agito da sola o per conto della Cia? É una questione di potere o di cuore, di gelosia nei confronti della preferita di Saul e soprattutto, lui ne é a conoscenza o ignora quanto sia in pericolo Carrie?
Come sempre, Homeland ci getta addosso una serie di dubbi che si stringono attorno ai personaggi e che tra di loro si intrecciano e la soluzione diventa sempre più difficile dato che l’aereo sul quale era Yousseff scoppia appena dopo il decollo.
Qualcuno ha fregato Saul e vuole Carrie e Quinn morti … forse Alison non é così pacata come appare..e come se non bastasse, i Russi sono entrati in gioco impossessandosi dei file segreti che i due hacker avevano rubato alla Cia.
Viene spontaneo da chiedersi, quindi, se tra i russi, le strategie politiche mediorientali della Cia e l’assassinio di Carrie non ci siano delle connessioni che ora non riusciamo ancora a capire fino in fondo.
Ora come ora sono tutti colpevoli, fino a prova contraria: questa quinta stagione di Homeland mi sta appassionando come solo le prime avevano fatto e mi fa ben sperare sulla sua evoluzione fuori da ogni mia possibile previsione.
Claire Danes è stata bravissima! Ci ha dimostrato di non meritare tutti i premi che ha vinto solo quando interpreta Carrie la matta, ma anche quando la drammaticità prende il sopravvento. Anche io ho pianto perché è stata una scena commoventissima!
Anche in un episodio che sembra piatto rispetto agli altri, Homeland riesce a stupirci!