Se con la quinta stagione HTGAWM sembrava aver fatto un salto di qualità, ritornando ad essere la serie che ci aveva fatto innamorare, con questo terzo episodio ci rendiamo conto che non tutto ciò che è dorato, luccica.
The baby was never dead sfuma il confine tra serietà e trash, declassando ufficialmente questa serie convincente e ben riuscita per le prime stagioni, ad un passatempo meramente fine a se stesso, senza alcun coinvolgimento mentale.
Questo episodio è a tratti inaccettabile: da una parte vediamo un caso che ha poca consistenza nel concreto, un CEO talmente innamorato della propria moglie che, non solo accetta il suo tradimento, ma decide di assumersi la responsabilità di un omicidio che non ha compiuto, pur di proteggerla.
Questa scelta, decisamente forzata, vuole mettere in luce come i personaggi di questo show abbiano scelto in un modo nell’altro la carriera all’amore e quanto si sentano frustrati a riguardo.
Legate da questo fil rouge, l’episodio risulta essere come una carrellata di scelte sbagliate in campo amoroso, di cui a nessuno interessa sul serio.
Come al solito, il dissidio interiore di Michaela la vede divisa tra la sua ambizione, la voglia di risultare migliore a tutti i costi e il crollo emotivo pronto ad esplodere. Il tutto culmina in una scena patetica dove la vediamo ubriaca sulle scale di Asher, qualcosa che avremmo preferito evitare a questo personaggio, diventato troppo umano, nel senso più negativo del termine.
A proposito di Asher, la sua tempistica nel dire a Ronald Miller di essere l’ex della sua ragazza è del tutto sbagliata. Non solo complica le cose tra i due, ma anche tra i due, ma rende ancor più complicata la sua sopravvivenza in campo accademico, dopo essere stato escluso dalla classe.
Sicuramente vedremo una sua svolta inaspettata, d’altronde le stagioni passate ci hanno insegnato che Asher non ha saputo mantenere la calma in momenti critici e la sua avventatezza lo ha portato a compiere azioni a cui non c’era rimedio. Non dubitiamo che una situazione simile potrebbe ripetersi, considerando la mortificazione del sentirsi emarginato dai suoi compagni di studio.
E senza dubbio il lato più trash e surreale di questo episodio è stato dedicato a Bonnie. In cinque anni di devozione verso questa serie, di analisi su analisi, speculazioni e teorie pazzesche, mai avrei pensato di dire che saremmo
arrivati ad un punto così basso.
L a questione del figlio perduto sembrava orchestrata in maniera atipica, ma convincente, riusciva a intrigarci sotto ogni aspetto: la figura enigmatica di Bonnie, di cui non eravamo convinti se dicesse la verità riguardo al bambino, Gabriel che ormai risulta più sospetto della madre naturale, ma la presenza della sorella gemella è inaccettabile.
Vi sfido ad aver dimenticato quegli sketch di Mai dire dove i protagonisti citavano “TUA SORELLA”, ecco il livello di trash nello scoprire che Bonnie ne abbia una, magari pure malvagia, è stato praticamente uguale.
Il personaggio di Liza Weil è sempre stato più controverso di tutti gli altri, impossibile da inserire in un archetipo standard, proprio per il grande alone di mistero che si è sempre celato intorno alla sua figura. Non si conosce bene il suo passato, ma è impossibile anche da prevedere le sue scelte nel presente, proprio per questo amore/odio nei confronti della sua mentore, perché non è difficile capire quale sentimento prevale in lei.
In questa stagione non dubitiamo che si possa accedere un po’ più da vicino alla sua psiche, dopotutto sappiamo che c’è lei dietro il mistero di questa stagione.
Come avevo predetto la scorsa settimana, Oliver sembra il più quotato ad essere il membro del cast che ci lascerà quest’anno, ma che ce l’abbiano solo voluto lasciar credere?
E non ditemi che non avete urlato vedendo la faccia tumefatta del povero Connor. E mentre cerchiamo di capire cosa sia effettivamente successo, commentate con noi con le vostre teorie e passate dalle pagine amiche How To Get Away With Murder Italia e Matt McGorry Source