La grande abilità di Cough e Millar nell’intrecciare vicende in modo perfetto, ci è nota dai tempi di Smallville, Into the Badlands però fa un ulteriore salto di qualità verso una profondità toccata raramente da altre serie a tema diciamo action drama a me note. Sono stati certamente due episodi “Sunnycentrici” se mi passate il neologismo, puntate nelle quali la determinazione dell’ex Reggente si è palesata subito anche negli incubi vissuti dopo l’avvelenamento da parte di quei simpaticoni degli Abati.
L’incubo dentro il quale si ritrova Sunny è la paura di essere perseguitato da coloro che nella sua lunga carriera di “Lama” ha ucciso. Eppure il sogno è anche tale perché ha vicino a se Henry e Veil, cosa desiderare di più che non una bella fattoria con dei maiali, un terreno da coltivare, aria fresca, una stupenda moglie e un figlio che lo adora? L’effetto del veleno però pervade anche questo idillio e lentamente e inesorabilmente, i fantasmi del passato si inseriscono dolorosamente nella immaginaria vita, trasformandola in qualcosa di indicibile orrore.
Daniel Wu è un attore sottovalutato a mio parere, perché pur non avendo una grande mimica, mi ha comunque trasmesso tutta la sua angoscia, tutte le paure legate all’impossibilità di raggiungere il suo sogno proprio perché troppe morti alle sue spalle ne impediscono la realizzazione. Si spiega così dunque perché l’uomo appena salvato da Baijie e MK si ritrova determinato a portare avanti la sua personale vendetta nei confronti di Quinn e di tutti coloro che hanno a vario titolo impedito di star vicino a Veil e al piccolo Henry.
Dentro le Badlands invece Quinn si rende conto di non avere molto da vivere, ma purtroppo per i suoi nemici, non si ritirerà a vita monastica in un eremo Benedettino, ma ha tutta l’intenzione di scassare l’esistenza quanto è possibile al prossimo. Se poi questo prossimo è una giovane donna, bellissima a cui lui vuole levare ogni più piccola speranza di salvezza, allora comprendiamo bene il terrore e l’avvilimento che pervade la sua vittima, costretta a un matrimonio che non può rifiutare. Siamo certo che senza Henry, Veil si sarebbe ammazzata piuttosto che sposarsi, ma il piccolino è l’unico legame che le da la forza di continuare a vivere.
Veil è una donna buona lo sappiamo, ma credo che maledica se stessa per aver curato Quinn e lo dice a chiare lettere a Tilda: “Tu non hai avvelenato la Vedova e io ho curato Quinn” in pratica abbiamo il destino che ci siamo meritati per non aver avuto il coraggio di affondare il nostro passato e ricominciare. Va detto però che la Vedova in fondo è solo una buona profittatrice, ma non è così cattiva come la si dipinge. Auspica un mondo libero dalla schiavitù e vuole eliminare il tarlo dei baroni.
Una dimostrazione della sua destrezza sia con la spada che con le parole l’abbiamo avuta all’incontro di Sunny, MK con lei e le sue Farfalle. Pur avendo la lama di Sunny alla gola, riesce a sorridere e spiegare in due parole la situazione delle Badlands, parole sufficienti a trovare nell’ex Reggente, un alleato formidabile. Insomma la Vedova fa sicuramente i propri interessi ma non è una folle sanguinaria senza controllo. Bello anche l’incontro di Tilda con MK.
La seconda stagione volge dunque al termine. Sapere che ci sarà una stagione estesa non aiuta a capire bene come si svilupperà la trama, ma siamo quasi certi che il nodo focale sarà il confronto fra Sunny e Quinn, che da una parte potrebbe trasformare la storyline personale di alcuni personaggi, dall’altro aprirebbe nuove strade allo sviluppo della lotta di potere fra Baroni o meglio dire Baronesse Chau, Jade e la Vedova. Prevedo anche sviluppi interessanti circa MK e la ricerca della famosa Città della luce. Gli intrecci non mancano ma prima di fare ipotesi voglio godermi il finale di stagione, un finale che arriva all’apice di una stagione praticamente perfetta.
Passo e chiudo.