Jessica Jones – Il tema del “consenso” e dello stupro

[Questo articolo è una traduzione. L’originale, pubblicato sul sito www.tor.com, è citato come fonte in fondo alla pagina.]

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Kilgrave: “Facevamo molto di più che tenerci le mani.”
Jessica: “Sì. Si chiama stupro.”
Kilgrave: “Cosa? Quale parte dello stare in hotel a cinque stelle, mangiare nei migliori posti, fare tutto quel che diavolo ti pareva, è stupro?”
Jessica: “La parte in cui io non volevo niente di tutto ciò! Non solo mi hai stuprata fisicamente, ma hai anche violato ogni singola cellula del mio corpo ed ogni pensiero nella mia dannata testa.”
Kilgrave: “Non era quello che stavo tentando di fare.”
Jessica: “Non importa cosa stessi cercando di fare tu. Mi hai violentata ancora e ancora e ancora”
Kilgrave: “Come posso saperlo? Non so mai se qualcuno sta facendo quello che vuole o quello che gli dico di fare.”
Jessica: “Oh poverino.”
Kilgrave: “Non ne hai idea, vero? Devo scegliere scrupolosamente ogni mia parola, una volta ho detto ad un uomo di andare a farsi fottere – immagina il risultato.”

Jessica Jones, 1×08 “AKA WWJD?”

Marvel’s Jessica Jones è uno show sullo stupro, senza mezzi termini. La serie a fumetti Alias, nel dipingere il villain chiamato The Purple Man e la sua abilità del controllo mentale, sceglie di aggirare l’argomento, ma la serie Netflix lo affronta direttamente, usando il termine “stupro” in maniera risoluta e affermando in ogni episodio cosa Kilgrave abbia fatto a Jessica. E come avrebbe potuto non farlo? Il 2015 è stato l’anno dello stupro sia nella cronaca che nella fiction (si pensi a Mad Max: Fury Road).
Ma Jessica Jones non tratta solo di una sopravvissuta che ottiene vendetta per i crimini del suo stupratore, bensì ci presenta proprio quest’ultimo, ancora e ancora, con il suo convincimento di non aver fatto nulla di sbagliato.
Nella serie a fumetti Alias, Jessica specifica a Luke Cage che The Purple Man non l’ha mai fisicamente violentata, ma comunque torturata in altro modo (facendola guardare in lacrime i suoi rapporti sessuali con altre donne, facendola implorare di andare a letto con lei ogni notte per otto mesi) ed obbligata ad usare i suoi poteri per uccidere persone innocenti ed altri supereroi, erodendone l’identità e rimuovendo il suo senso di sé. Gli showrunner della serie tv, capeggiati da Melissa Rosenberg (Dexter), hanno deciso di rendere lo stupro fisico, pur mantenendo i restanti abusi mentali ed emotivi, come si capisce poi dal disturbo post-traumatico di Jessica.
Come la Rosenberg ha recentemente spiegato in un’intervista:

“L’obiettivo fin dal principio era quello di renderli nella maniera più onesta possibile. Il tono vuol essere vero e realistico e così deve porsi lo spettatore nei confronti di qualsiasi problematica si stia trattando. Quindi non abbiamo glissato sul tema. Si è trattato dell’esplorazione di una sopravvissuta e della sua guarigione, al punto che affronta in maniera alquanto letterale i suoi demoni. Dal di fuori, si voleva davvero affrontare l’argomento nella maniera più diretta possibile.”

Non ricordo nemmeno quale sia il primo episodio nel quale si usa il termine “stupro”, perché è presente fin dall’inizio, senza mai un eufemismo, mai sottinteso o attenuato, ma una dichiarazione di fatto, diretta. Ad essere onesti, non so se lo show avrebbe avuto tutto questo successo se Jessica non fosse stata una sopravvissuta di una violenza sessuale: così come il suo status la rende l’unica che può arrivare a Kilgrave nella sua lista di vittime, in continuo aumento, gli spettatori devono poterla catalogare come qualcuno che ha vissuto quell’esperienza. Soprattutto in virtù del fatto che Kilgrave è così insistente nel negare la verità nelle parole di Jessica.

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Varie discussioni online, parafrasando, stigmatizzano Jessica come un’eroina monodimensionale che non riesce a superare la sua identità di vittima di stupro e sostengono l’empatico cattivo umanizzato. Quest’ultima parte è quella che suscita in me maggior timore: ossia che le persone si riconoscano in Kilgrave.
“AKA WWJD?” è uno degli episodi più bizzarri della stagione, nel quale Kilgrave e Jessica giocano alla convivenza nella casa di infanzia di lei, facendo colazione nel portico e scambiandosi aneddoti sulle relative infanzie. Ma, dopo che usa i suoi poteri per umiliare una vicina impicciona e proteggere Jessica dal giudizio di quella donna, la ragazza esplode e porta alla luce la questione citata ad inizio articolo. Kilgrave ha il coraggio di porsi come vittima, comportandosi come se non fosse consapevole di quando usa i suoi poteri e come se dovessimo essere dispiaciuti per lui, che non sa quando qualcuno vuole genuinamente stare con lui. Sorprendentemente, riporta alla mente la difesa usata da alcuni uomini accusati di stupro: “non sapevo che lei non lo volesse, non ha detto di no. Eravamo ubriachi, come facevo a saperlo?”.
Questi uomini provano a far rimbalzare altrove la colpa, rifiutando di vedere le proprie responsabilità o capacità, non paragonabili al controllo mentale ma comunque intimidatorie: la loro stazza e forza fisica, la forzatura di spingere le donne ad essere oggetti sessuali, l’aspettativa che vede il sesso come qualcosa che si persuade la donna a fare, piuttosto che qualcosa che ella concede di sua volontà. Si tratta di un privilegio, ma non viene universalmente riconosciuto.
Per un minuscolo momento in questo episodio, ho simpatizzato con il piccolo Kevin Thompson, topo di laboratorio alla mercé dei genitori scienziati. I suoi poteri sono gli effetti collaterali di questi esperimenti, come mostra il momento catturato nel video che vede Jessica. Ribadisce di non aver capito i suoi poteri dietro le parole, ma, pochi episodi in là, i suoi genitori svelano che li ha trattati come schiavi ai suoi ordini, facendo diventare i suoi momenti di rabbia delle torture. Questi attacchi di rabbia proseguono nell’età adulta, come dimostrano le sue interazioni con Jessica, specialmente il flashback del momento successivo alla morte di Reva, quando Kilgrave le urla: “Come back, Jessica. NOW, JESSICA!”.

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La verità è che, sia prima che dopo questa conversazione, noi abbiamo visto i suoi poteri all’opera, siamo stati testimoni degli ordini incredibilmente sadici e specifici che dà, dall’ “EVERYBODY QUIET!” al “walk over that fence and stare at it forever”. Non poteva non essere consapevole del suo operato.

Kilgrave: “Non ho mai avuto questo—una casa, dei genitori amorevoli, una famiglia.”
Jessica: “Incolpi la cattiva educazione? I miei genitori sono morti, ma non vado in giro a stuprare la gente.”
Kilgrave: “Odio quella parola.”

Jessica Jones 1×08 “AKA WWJD?”

È quasi una battuta messa lì per caso, ma dimostra bene l’intento degli sceneggiatori: difatti, uno studio del 2015 ha dimostrato come gli stupratori siano più disposti ad ammettere la violenza se non si usa il termine “stupro”.
La domanda di Kilgravecome posso saperlo?” è pura retorica. Non ha voglia di scoprire la risposta. Paura o rifiuto? Paura di lasciare il controllo a qualcun altro? Fino a che non comincia a stalkerare di nuovo Jessica.
A livello narrativo, l’ottavo episodio è una svolta per l’intera stagione, dal momento che Kilgrave spiega perché ha fatto sì che Malcom la seguisse e perché ha lasciato una scia di vittime da farle tracciare: la ama. E vuole che lei stia con lui, ma stavolta scegliendo di farlo. Ovviamente ciò non gli impedisce di avvalersi di altri mezzi di manipolazione, come comprare la casa di infanzia e ricrearne ogni singolo dettaglio usando una lente di ingrandimento su di una foto (quanto è inquietante tutto ciò?). Vale la pena notare che la casa è l’unico posto in cui cerca di resistere all’impulso di avvalersi dei suoi poteri, la compra al doppio del prezzo di vendita per spingere i proprietari ad andarsene. Dovrebbe essere un genuino segno di una volontà di cambiare, ma perde di valore per il fatto che la obbliga a non andare troppo lontano, soggiogando i membri dello staff affinché si taglino la gola o non chiudano mai le palpebre fino al di lei ritorno.
E, come se non fosse già abbastanza brutto, le altre persone, da Simpson a Trish, dubitano di Jessica quando vedono che si è trasferita da lui: non importa se solo per pochi giorni, se è parte di un piano più grande, vedono solo una donna che ritorna dal suo aguzzino… Quindi, è tornata al suo fianco? In qualsiasi altra serie sarebbe stato chiaro che si trattava di un inganno, ma siccome qui si parla di stupro e controllo mentale, ogni mossa di Jessica viene messa in dubbio.

Jessica: “Sei un sacco di cose schifose, ma non ho mai pensato che delirassi.”
Kilgrave: “Oh, io vedo le cose molto chiaramente.”
Jessica: “Non se pensi che avrei mai potuto provare qualcosa per te che non fosse puro disgusto.”
Kilgrave: “Beh, è una stronzata.”
Jessica: “Non ho mai provato altro, nemmeno per un secondo.”
Kilgrave: “No, non un secondo solo 18.”
Jessica: “In quale universo?”
Kilgrave: “Il nostro. Su quel tetto. Te lo ricordi. Erano passate 12 ore, l’avevo cronometrato. Non ti avevo detto di fare alcunchè e poi, per 18 secondi, non ti stavo controllando e tu sei rimasta con me. Con me, perché lo volevi.”
Jessica: “È per questo che pensavi di avere una chance con me?”
Kilgrave: “Non puoi negare di ricordarlo.”
Jessica: “Me lo ricordo vividamente. Avevo aspettato così a lungo per quell’istante, una singola possibilità di allontanarmi da te.”

Jessica Jones 1×10 “AKA 1,000 Cuts”

Nonostante il fatto che l’episodio 9, “Sin Bin”, ha visto Kilgrave chiuso in una stanza sigillata ermeticamente, lo scambio che ci ha preso di più non è stato quello in cui lei lo picchia, ma quello, nell’episodio 10, successiva alla sua fuga: appare nel di lei appartamento e i due hanno una conversazione su quei 18 secondi della loro “relazione”. È stato il più difficile da guardare, perché ha ricordato tanti casi giurisprudenziali reali, in cui ci si è accaniti contro la vittima con motivazioni non molto diverse da quella di Kilgrave: “avresti potuto andartene e non lo hai fatto”. La povera Jessica non ha avuto assolutamente modo di farlo, a stento sapeva dove fosse. Prima che potesse fare un pensiero razionale, ecco un altro comando. Guardate come è molle e poco coinvolta nell’abbraccio: è questo che lui si convince sia amore, desiderio, scelta.

jessica-jones-18-secondsSappiamo tutti come funziona uno stupro”, dichiara la Rosenberg in merito alla decisione di non mostrarlo nello show. “L’abbiamo visto più volte in tv e non abbiamo bisogno di vederne ancora, ma volevo esplorare il danno che causa”. Non ho potuto fare a meno di comparare le sue parole con uno dei danni maggiori della violenza sessuale: il fatto che nessuno al di fuori della stanza sa cosa sia accaduto (e sovente anche chi c’era ha opinioni confliggenti). Abbiamo solo la parola di Jessica e all’inizio non basta nemmeno quella: Luke, con la sua pelle indistruttibile, ha difficoltà nel credere al controllo mentale fino a che non lo prova sulla sua pelle. Infatti, l’unico modo che ha Jessica di convincere la gente è far sì che lo provino a loro volta, alla resa dei conti, a far sì che vengano violati a loro volta e si uniscano al gruppo dei sopravvissuti.

Kilgrave: “Quante stronzate revisionistiche!”
Jessica: “Mi ricordo tutto.”
Kilgrave: “Non sei saltata.”
Jessica: “Perché non sono stata abbastanza veloce. Toglierti dalla mia testa è stato come rimuovere della muffa dalla finestra. Non riuscivo a pensare.”
Kilgrave: “Conosco il tuo viso. Ti ho vista.”
Jessica: “Hai visto solo quello che volevi vedere.”

Jessica Jones 1×10 “AKA 1,000 Cuts”

Parliamo del comando preferito da Kilgrave: “sorridi”. Lo dice costantemente a Jessica, a tutte le donne che soggioga – mostrami che ti sta piacendo – ed è il modo tramite cui lei individua una sua vittima. Ovviamente non è diverso dall’ordinare a qualcuno di suonare il violoncello fino a che le mani sanguinano: vuole celebrare la bellezza femminile in vari modi, scegliendo come e quando si debba manifestare, catturandola.
Come in molte storie di stupro, non è la violenza che conta. È la consapevolezza di essere stati violati, che la persona che ha preso il controllo ha anche lasciato una parte di sé dentro di te. In Alias, Jessica spiega che non si riesce a differire fra un comando di Kilgrave ed un proprio desiderio, perché finiscono per diventare la stessa cosa. Ancora una volta, lo show differisce nei dettagli e fa sì che la volontà delle vittime sia contraria agli imperativi di Kilgrave: anche se lui afferma di star solo portando alla luce desideri già insiti in loro, è chiaro dalle espressioni torturate che non vogliono farlo, che sono costretti da una forza più grande. Quando la donna di Kilgrave sorride, lo fa per autoconservazione.

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E, quando si tratta di potere, Kilgrave non si accontenta delle persone che gli stanno a pochi metri, vuole proiettare la sua voce più in là, quanto è necessario per raggiungere Jessica. Lo vediamo avvalersi di messaggeri per nascondere dove si trovi, spedire un intero ospedale a caccia di lei, usare un microfono in una music hall. Ma niente di tutto ciò funziona, perché Jessica ha interrotto il legame.
In Alias, succede quando colpisce Scarlet Witch, nella serie tv è uccidere Reva il fattore scatenante. Era la cosa che più non voleva fare, ma che non è riuscita a trattenersi dal fare, a disconnetterla dal suo comando.
È ironico che questa stagione abbia visto Kilgrave cercare di ampliare la portata della sua voce, visto che riflette le crescenti discussioni e dibattiti sullo stupro a livello mondiale.

jessica-jones-kilgrave-voice-1E tuttavia, sono ancora preoccupata che chi guarderà Jessica Jones si schiererà con Kilgrave, uomo vittimizzato con tutto il potere. A questi, io dico: per favore, guardate l’uomo che tramuta regali in armi, che dice di non comprendere il suo controllo sugli altri ma al contempo esplora ogni piccola opportunità. Riconoscete che nessuno ottiene mai esattamente quel che vuole, che il fatto di poter piegare qualcuno al nostro volere non ci dà diritto a farlo. Credete a Jessica Jones e non a Kilgrave.

Fonte

Allegra Germinario

Un mix letale fra Buffy Summers e Lorelai Gilmore, trova da sempre conforto in un mondo fatto di libri e serie tv. Fra i preferiti vanno annoverati Buffy l'Ammazzavampiri, Dexter, Justified, Banshee, Sherlock, Gilmore Girls e Jessica Jones.

3 Comments

  1. Articolo stupendo,siete riusciti a comprendere i temi profondi di questa serie come purtroppo non tutti in Italia sono riusciti a fare,vista la forte cultura sessista presente in questo paese. Complimenti davvero 🙂

    1. Questa è una traduzione di un articolo in lingua inglese (se clicchi sulla fonte, presente in fondo alla pagina, puoi leggerlo in originale), che non potevamo non divulgare proprio per le ragioni che hai sottolineato! Lieta che sia stato apprezzato 🙂

  2. Volevo ringraziare per questo commento che mi ha fatto capire appieno che cosa stessi guardando. Grazie davvero.

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