Dopo una massacrante campagna promozionale – ci mancava solo che Obama al discorso alla nazione parlasse di loro – ho finalmente posato gli occhi sul primo episodio di questa serie.
Le attese come sapete non mi piacciono troppo, specie se la serie in questione era nella lista delle mie serie 2016 più attese, seconda (a distanza comunque) solo a X-Files e alla pari con Vinyl. Comunque veniamo alla ciccia di questa recensione.
C’era un signore del tempo… come dite? Sto sbagliando recensione e sono passato a parlare di cabine blu, Dalek e cyberuomini? No tranquilli, non sono caduto in delirio da troppe serie TV, sto parlando proprio della nuova fatica di Greg Berlanti e compagnia.
Il fatto è che un ex signore del tempo, umano stavolta. e proveniente da un remoto futuro, il 2166, ha sottratto un’astronave in grado di spostarsi nel passato e nel futuro per fermare una specie di pazzoide criminale praticamente immortale: Vandal Savage. Per farlo riunisce 8 uomini dotati di particolari prerogative in grado di battersi per impedire a Mr. Savage di conquistare il mondo.
Questi eroi rispondono al nome di White Canary, Captain Cold, Atom, Heat Wave, Firestorm (sono due), Hawkgirl, Hawkman. Un gruppo eterogeneo di buoni e cattivi che il nostro amico Rip Hunter (questo il nome del signore del tempo) intorta per bene, prospettandogli un futuro leggendario.
In questo episodio ho potuto notare che la vicenda presenta molte differenze rispetto ai due fratelli di casa Berlanti, cioè Arrow e Flash. La prima definizione che mi viene da dire è pazza, confermando un po’ le parole del suo creatore, ma quella pazzia giusta, quella che ti fa dire: “Caspita, adesso sì che ci divertiamo”. Una sorta di insana follia che pervade un po’ tutti i protagonisti. A ben vedere nessuno di loro è esattamente sano di mente, chi più chi meno ha, nel suo bagaglio, abbondanti dosi di rametti di pazzia. Sara Lance, tornata dalla morte con una strana bramosia di morte e sangue, Heat Wave che ve lo dico a fare, matto come un cavallo, Captain Cold cattivo col cuore d’oro, ma tormentato da un passato familiare pesante, Hawkgirl e Hawkman, segnati da un terribile destino di morte e rinascita e legati indissolubilmente con Vandal. Il professor Stein, Jax Jackson e Ray Palmer solo in apparenza appaiono i meno bacati, ma nella realtà anche loro hanno comunque, nel loro passato, fantasmi sufficienti a renderli abbastanza folli e anormali.
Poi c’è Rip Hunter, un uomo che per diventare signore del tempo non avrebbe dovuto avere alcun tipo di legame sentimentale, e che invece lo ha avuto, con una donna che gli ha dato un figlio, Jonas, entrambi uccisi dal malvagio immortale e che diventerà poi la ragione ultima della sua volontà di eliminare Savage.
La vendetta è un sentimento forte, ma è anche un sentimento che ce lo rende quasi simpatico e per il quale ci sentiamo più vicini al personaggio in quanto si tratta di un qualcosa che possiamo comprendere meglio rispetto alla solita solfa di salvare il mondo.
L’impostazione quindi appare abbastanza chiara: non si tratterà solo e soltanto di un viaggio tra le varie epoche storiche, con l’intento di indebolire e sabotare il cattivo assoluto di turno, ma sarà una folle corsa attraverso i caratteri dei vari personaggi, uniti da un destino che potrebbe anche cambiarli in modo definitivo.
Poi, parliamoci chiaro, l’episodio in sé è stato all’altezza delle aspettative. Era quello che volevo vedere: azione, sentimenti, colpi di scena, humor e ironia. I minuti sono praticamente volati e le caratterizzazioni dei personaggi sono risultate ben assortite e mai pesanti.
Ho assistito al varo di una serie che è stata attentamente oliata e rodata e nella quale il vero rischio, con tutto il materiale a disposizione, è quello di fare un minestrone senza capo né coda. Confido ovviamente nella brillante capacità di Berlanti, ma il rischio potrebbe essere più reale di quello che si pensa. Insomma, immaginate una serie nella quale ogni singolo personaggio può diventare un filone per una storia diversa e a questo aggiungete che il tempo e lo spazio non sono un ostacolo ma un vantaggio a livello di sceneggiatura.
Non mi sento di stralciare un giudizio definitivo, questo è logico, ma da un prodotto del genere ti aspetti proprio quello che ho visto, né più né meno. Chi segue già Arrow e The Flash ritroverà intatte alcune chiavi di lettura tipiche di questa new age di super eroi seriali, rilette però con una diversa tonalità che rendono l’episodio visto una sorta di sperimentazione che però non si discosta dalle linee generali dei suoi predecessori. Chi invece vede la serie senza riferimenti, la troverà divertente, dinamica, piena di buoni sentimenti e con personaggi davvero notevoli, forse non profondissimi (giudico solo questo pilot, chiaro), ma il tanto che basta a renderli quanto più possibile empatici.
Resto in attesa come voi del nuovo episodio e vedremo se le positive premesse di questo pilot verranno confermate o meno.