La puntata di Legends of Tomorrow si è concentrata, come l’altra, sul fatidico anno 1942. Essendo l’anno che fin dal finale della prima stagione era stato indicato come molto pericoloso e da evitare, era palese che lì sarebbero finiti e quello era scontato e prevedibile.
Quello che invece ha sorpreso è stato lo sviluppo dell’episodio che ha visto contrapporre due generazioni di super eroi: le nostre leggende e la JSA che fumettisticamente parlando nascono nel 1940. Lo sviluppo dell’episodio è un chiaro omaggio alle operazioni antinaziste che la JSA ha portato avanti negli anni bui della seconda guerra mondiale per contrastare l’immaginaria (per fortuna) avanzata tedesca in America grazie anche all’utilizzo di oggetti dal grande potere mistico.
Difficile, da appassionato anche di fumetti d’epoca, non notare come Berlanti e compagnia non abbiano voluto deviare gli appassionati di vecchia data, stravolgendo completamente le vicende narrate nei fumetti della Golden e della Silver Age, anche se i puristi del genere potranno storcere il naso di fronte a qualche forzatura legata più alla scorrevolezza seriale che non a una mancanza di rispetto per i personaggi originali.
Ammetto che vedere Mike Ross di Suits in tutina da super eroe (Rex Tyler/Hourman per la cronaca) mi ha un po’ destabilizzato. Sono sempre stato abituato a vedere Patrick J. Adams in giacca e cravatta e la nuova versione mi ha un attimo sconvolto. Ma non siamo qui a parlare di me, quanto dell’episodio.
L’episodio si è incentrato principalmente sul concetto di eroe e di eroico, o meglio di super eroe inteso come persona dotata di speciali capacità e chi, pur non essendone dotato, compie comunque atti di eroismo. Su questo principio quasi filosofico si sono svolte tutte le scene d’azione dell’episodio, invero molto ben realizzate.
Vixen accusa Ray di essere un super eroe non per via di particolari doti ma per merito di una corazza che in teoria chiunque potrebbe indossare, ma l’uomo riesce a dimostrargli con i fatti, che a volte i normali riescono lì dove gli eroi falliscono, dove il superpotere tace o chi lo possiede ne è privato (vedi la collana per Vixen). Il suo personaggio non è che mi sia entrato in simpatia, e solo sul finale ho apprezzato le scuse a Ray che le aveva in pratica salvato la vita. Vedremo se conquisterà altri punti qualità nel mio personale borsino, ma per ora Vixen sta nel girone del pollice verso.
Stesso discorso ma su piani diversi quello fra i due Steel della situazione, Nonno e nipote. Nathan, non ancora provvisto dei superpoteri e per giunta emofiliaco (nel fumetto invece ha una gamba amputata), si dimostra coraggioso e altruista ben sapendo che anche la più piccola ferita potrebbe comportare per lui morte quasi certa se non trattato.
A conferma di tutto ciò, cioè della dinamica che regge colui che è eroe da colui che lo è per via di qualche dote particolare, arriva in una scena di questo episodio quando le nostre leggende si presentano per ciò che sono: un’assassina, un ladro, un meccanico, un miliardario e un professore universitario. Nulla di eroico specie in Sara o Mick Rory, tutt’altro. Eppure anche loro ora possono essere ciò che mai avrebbero pensato di diventare: delle leggende, degli eroi senza tempo.
La figura dell’eroe del mondo DC visto da Berlanti non è dunque legato ai super poteri ma a ciò che si fa. Sono gli atti ad essere eroici non gli uomini che li compiono, anche se avere superforza, supervelocità e via dicendo agevolano il compito, indubbiamente.
Perfino nella scelta della guida delle leggende, in assenza di Hunter, si sceglie alla fine colei che riesce ad avere una visione d’insieme, la decisione necessaria e la forza per comandare, e quindi Sara Lance. L’unica donna del gruppo, l’unica capace di assommare a sé esperienza, carisma e perfino umanità, della quale però non vuole che si parli troppo in giro.
Il professor Stein stesso, scelto all’inizio come capo del team, si rende conto di quanto sia difficile coordinare degli eroi e la fragilità dello stesso anziano professore viene subito evidenziata. Non bastano gli anni e l’esperienza per fare i capi, bisogna essere naturalmente portati e Sara ha sempre dimostrato di avere la capacità di essere leader.
La lotta fra Eobard, Damien e gli altri Super Villain è solo all’inizio, ma c’è chi ne ha già pagato le conseguenze: Rex Tyler, che viene attaccato e sconfitto da Zoom che sottrae il prezioso amuleto alla JSA. Sinceramente la cosa sta cominciando ad appassionarmi. La linearità della vicenda sta tornando e ritrovo intatte molte delle dinamiche narrative della prima stagione. Non sappiamo ancora bene quanto le modifiche effettuate da Flash e la questione Terra2 si rifletteranno sul continuum delle Leggende, ma per ora i due discorsi non sembrano convergere.
Siamo certi che le complicazioni non mancheranno anche se adesso sappiamo che le nostre leggende sono eroiche con o senza poteri.
Vi ricordo di votare SERIAL CRUSH ai Macchianera Italian Awards. La scheda la trovate QUI.
Passo e Chiudo.
eobard è reverse flash, non zoom
Ciao 🙂 in realtà Eobard è conosciuto nel mondo dei fumetti proprio come professor Zoom e anche come Anti Flash. La tua osservazione è giusta riferita alla serie Tv, ma come hai potuto notare, ho fatto fin dall’inizio riferimento alla JSA dei fumetti e a quella mi sono attenuto.