Li Mortacci Tua! – Firefly

Firefly

Quando mi sono proposto per scrivere questo articolo, non pensavo di ritrovarmi a combattere nuovamente con una marea di feels. Per esprimere appieno quello che per me significa la cancellazione di Firefly, ho bisogno di farlo in modo scherzoso, magari spiegando prima cosa significa per ogni telefilo la cancellazione di uno show stupendo.

“Ogni mattina un telefilo nel mondo si sveglia e sa che dopo i final season dovrà scrivere tweet intimidatori ai produttori per ritrovarsi ancora con un cuore sano a fine giornata. Ogni mattina nel mondo però un produttore si sveglia e sa che dovrà scrivere più velocemente del telefilo, ma questa volta al proprio network, per riuscire a spaccare in due il dolce cuoricino di uno di noi.”

Questo mi succede ogni anno che passa dalla cancellazione di Firefly. Ogni anno il mio cuore mi ricorda che nessun Capitan Reynolds verrà a prendermi per una manciata di puntate per portarmi nell’universo meglio scritto degli ultimi vent’anni di fantascienza. Come se tutto questo non bastasse, nel 2011 sulla rete spuntò il sito “Help Nathan Buy Firefly”; un’iniziativa partita scherzosamente da Nathan Fillon per acquistare i diritti dello show, che a quanto pare i fan presero sul serio facendo partire una raccolta firme. Insomma, inutile continuare a dirvi quanto la chiusura di Firefly abbia fatto soffrire tutto il pubblico della fantascienza. L’unico vero modo per farvi capire quale dolore sia stato vederlo morire è chiedervi di non continuare questo articolo, guardarvi tutti gli episodi della prima stagione più Serenity (il film, fatto quasi per scusarsi con il mondo per la chiusura di un show così epico) e poi sentirsi persi e smarriti, perché ripeto: nessun capitano Reynolds potrà venire più a prendervi. Vi assicuro, ne morireste sicuramente!
Siccome non voglio continuare a lamentarmi per tutto l’articolo (ma a dir la verità dovrei), vorrei spiegare, a chi non ha mai visto la serie, perché Firefly era cosìFirefly4_L fantastico. Immaginatevi una corsa alla terra promessa, uno spostamento di massa per colonizzare nuovi mondi, dove le disparità classiste la fanno da padrone. Immaginatevi gigantesche città ultra tecnologiche popolate da gente ricca e senza scrupoli, ma soprattutto immaginatevi ambientazioni in pieno stile western, con greggi di mucche, ranch, miniere ultra pericolose situate su desertiche lune dimenticate da Dio. Questo è Firefly. L’ho sempre definito il mio universo ideale. La ciurma (mi sembrava più giusto utilizzare questo termine piuttosto che equipaggio), capitanata da Malcolm Reynolds, affronterà a bordo della Serenity le insidie più disparate, trovandosi spesso tra due fuochi come l’Alleanza e i Reavers, spietati esseri umani mutati con il vizio del cannibalismo.
Whedon è riuscito a creare un “mondo” dove le sparatorie in perfetto stile far-west e le gigantesche navi spaziali, che hanno fatto sognare il pubblico televisivo fin dal lontano 8 Settembre 1966, ovvero in data astrale 1312.4 (NB Star Trek, Serie Classica), possano convivere in una perfetta simbiosi, facendoci quasi credere che un giorno tutto quello che accadeva sul set di Firefly sarebbe potuto essere vero.
L’opera di Whedon trascende dalla sola genialità creativa del universo di Firefly. I personaggi sono studiati in ogni dettaglio, ognuno di loro aggiunge un tassello fondamentale alla storia che piano piano va a crearsi. L’uso dello stand alone episode (un habitué per Whedon) permette allo show di non scocciare mai, lasciandoci sempre con il fiato sospeso fino alla fine, regalando un crescendo di azione e comicità, elemento imprescindibile nelle opere di Whedon.
Dopo tutti i miei elogi verrebbe però spontaneo chiedersi: “ma allora perché dopo quattordici mirabolanti episodi Firefly fu chiusa?”. La risposta è duplice. Molti credono che uno dei motivi sia stata l’insana idea della Fox di mandare in onda gli episodi seguendo un ordine diverso da quello di Whedon. Certo non è bello guardare puntate mandate in onda alla come viene, ma come al solito ci ritroviamo a parlare sempre della solita storia, infatti si trattò di una questione di rating, come spesso accade.
Quello che mi ha sempre lasciato perplesso è: come è possibile che una serie così acclamata, che ad anni di distanza suscita ancora l’interesse di molti, abbia riscosso così poco successo nel 2002? La risposta non è affatto semplice, ma credo che il modo più facile per rispondere sia con un’altra domanda
Come sarebbero andate le cose se Firefly fosse andata in onda domani, l’esplosione dei social network che abbiamo oggi, con tutto questo culto del telefilm e della narrazione seriale?

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