Il 2015 è stato un anno segnato da profondi lutti telefilmici per tutti noi, fra serie prematuramente eliminate dai palinsesti e morti/abbandoni di personaggi focali, ma senza dubbio la cancellazione di Hannibal ad opera della NBC è stata una delle più sofferte in assoluto – e lo dimostra la grande mobilitazione che ne è seguita sul web, fra petizioni ed aspri commenti di delusione sui social.
Ennesima trasposizione sullo schermo dello psichiatra cannibale più amato di tutti i tempi, dalla penna geniale di Thomas Harris, nei panni del dottor Lecter troviamo un ineccepibile Mads Mikkelsen e in quelli di Will Graham un altrettanto lodevole Hugh Dancy. Visto il film del 2001, con nomi quali Ridley Scott (regista) e Anthony Hopkins (Hannibal), l’eredità da reggere era pesantissima e il tutto sarebbe potuto sfociare in un completo fallimento: invece, lo show NBC si è ben presto dimostrato un vero e proprio gioiellino, dotato di un’estrema eleganza anche quando si giunge a dover trasporre visivamente il più efferato degli omicidi.
Ogni scelta, dalla nomenclatura degli episodi (nomi di cibi – portate o antipasti – e dipinti di Blake) alla musica, passando per le inquadrature, viene effettuata con estrema saggezza, creando un filo rosso fra tutti quanti gli elementi della puntata che solo chi segue con attenzione al particolare riesce a cogliere. Nel caso in cui invece lo spettatore si approcci incautamente con superficialità alla visione di questo prodotto, rischia in più episodi di percepire solo una confusa matassa e non l’estrema finezza che è invece alla base di uno show in cui perfino il modo in cui vengono servite le portate a tavola è sovente indicatore di qualcosa di più, oltre che una soddisfazione per gli occhi.
Inoltre, la resa del rapporto estremamente ambiguo fra Will ed Hannibal, amici/nemici/dinuovoamici/poidinuovonemici, ai limiti del patologico, è dipinto con maestria dai due protagonisti maschili sopracitati. Sin dalla prima stagione la relazione fra i due è un vero e proprio crescendo, fino all’exploit finale che ha lasciato tutti gli spettatori estasiati e decisamente in attesa del continuo: i due si capiscono a vicenda in un modo che al resto del mondo è precluso, tirando fuori quello che è, a seconda della prospettiva, il meglio o il peggio dell’altro. Come può finire un rapporto del genere? Beh, purtroppo non ci è dato saperlo, per ora. Siamo stati lasciati con quel “it’s beautiful” agrodolce di Will ad Hannibal e poi siamo precipitati nel vuoto, ahimè letteralmente.
L’idea di Fuller per la prossima stagione sarebbe stata un adattamento de “Il silenzio degli innocenti”, con delle rivisitazioni rese obbligatorie da questioni sui diritti, ma sicuramente il prodotto finale sarebbe stato interessante e di qualità, non foss’altro perché ormai eravamo giunti ad un momento focale della vicenda e di certo il vortice non si sarebbe fermato. Will ha davvero voltato le spalle alla moralità e ceduto alla seduttiva oscurità di Hannibal? Cosa si sarebbe inventato il dottor Lecter per seminare l’FBI, ormai consapevole della sua natura di serial killer? Le domande sono molteplici, ma quella fondamentale è: il palinsesto televisivo attuale è davvero pronto a fare a meno di Hannibal? In un momento in cui la programmazione tende sempre più spesso al semplicistico, riempendosi di show senza troppe pretese, che paradossalmente riescono poi a continuare per molteplici stagioni (anche in barba a rating non eccellenti in taluni casi), chi prenderà il posto di Hannibal?
Il series finale ci ha lasciati dunque pieni di domande, amarezza, ma soprattutto un po’ più vuoti: sì, perché rinunciare ad uno show del genere, una volta che si ha avuto la fortuna di poterlo assaporare, è come perdere un pezzettino di sé e ritornare alla realtà dopo un viaggio onirico durato tre anni.
NBC, Netflix, Amazon, vi preghiamo: non lasciateci con quel salto nel vuoto, riempiteci di nuovo il piatto con un’altra splendida portata cucinata dal dottor Lecter!
Nella speranza che ciò accada, prima o poi, vi lascio con la bellissima “Love Crime”, canzone che ha concluso alla perfezione questo splendido viaggio: “oh the dye, a blood red setting sun, rushing through my veins, burning up my skin… I will survive, live and thrive, win this DEADLY game“. Che sia Will a cantarla ad Hannibal, o viceversa, ormai non conta più.