Ogni cosa, in cielo e in terra, alla luce o al buio ha una fine. Così anche le serie TV si sottopongono a questo ineluttabile destino. Ma qui non parliamo di una serie TV qualsiasi, parliamo di “Penny Dreadful”.
Ho aspettato qualche tempo prima di scrivere un articolo sulla fine di questa serie, per trovare le parole adatte, per descrivere bene cosa ha rappresentato nel panorama delle decine e decine di serie Tv che quotidianamente invadono le nostre case.
Alla fine mi sono deciso a scrivere ma il mio animo è diviso fra ragione e sentimento, fra l’essere convinto che sia stata alla fine fatta la scelta giusta e il pensare che per la forza stessa dei personaggi nuovi e per l’efficacia della rilettura di quelli classici, questa serie meritasse almeno una se non due stagioni in più.
Ho letto molte recensioni, letto e commentato personalmente molti post relativi alla chiusura della serie e una delle cose che mi è capitato di leggere più spesso era: “Serie stupenda ma il finale faceva schifo” oppure: “Serie meravigliosa rovinata da un finale affrettato”. Io non concordo su questi punti e credo che la parabola, l’arco narrativo si sia concluso nel modo che da sempre avevo immaginato, sono passate 3 stagioni da quando Vanessa Ives confida a Ethan che lui dovrà avere il coraggio di ucciderla quando sarà il tempo di farlo. Quindi non vedo fretta in questo finale, vedo la volontà di portare a termine una vicenda che poteva essere sublimata solo e soltanto con la morte della protagonista principale, solo la morte poteva essere la vera liberazione dell’animo duale e mal sopito della bellissima ed enigmatica donna interpretata da Eva Green in stato assoluto di Grazia interpretativa.
Ma per i pochi che ancora non la conoscessero, proviamo a presentarla a grandi linee: Penny Dreadful è una serie creata da John Logan e realizzata da Showtime. La serie ambientata in una Londra Vittoriana magica e quasi sospesa nel tempo, fa interagire i principali personaggi della letteratura classica horror, gotica e romantica insieme a personaggi invece inventati dallo stesso Logan. Dracula, Frankenstein, La Creatura, Dorian Gray, Dottor Jekyll vengono reinventati in parte e inseriti in una nuova vicenda che vede come protagonisti inventati: Sir Malcom Murray, Vanessa Ives, Ethan Chandler, Sembene, Mr Lyle.
La serie, perfettamente curata in ogni dettaglio, si avvale del premio Oscar Gabriella Pescucci per i costumi, Abel Korzeniowski per la colonna sonora originale e Jonathan McKinstry per le scenografie che sono valse a quest’ultimo un Bafta Awards e un British film Designer Guild Awards.
Ma detto questo, cosa rimane a noi spettatori, a noi che immodestamente cerchiamo di raccontarvi le nostre sensazioni cercando di cogliere quegli aspetti che possono o meno attrarre verso una serie o meno? Da recensore posso dire che Penny Dreadful è stata una delle serie più belle degli ultimi anni.
All’inizio avevo forti dubbi sul come si potesse realizzare una nuova storia convincente utilizzando autentici mostri sacri della letteratura e asservirli, dominarli, plasmarli per riproporli in una nuova veste pur mantenendo la loro origine e nel contempo farli interagire con personaggi nuovi che per forza di cose dovevano assumere la stessa potenza e carica narrativa perché altrimenti il gioco sarebbe diventato una scialba e triste passerella di nomi altisonanti della letteratura classica, senza alcuna profondità, sagome di cartone buone per le locandine.
Logan invece ha tolto le ragnatele a queste che possiamo definire statue letterarie, le ha buttate dentro la fornace della sua inventiva e le ha inserite nella su personale idea di Penny Dreadful e non contento di ciò ha messo a confronto loro, che non avevano bisogno di presentazioni, con gli altri riuscendo a renderli grandi e complessi abbastanza per non far capire allo spettatore quale dei due provenisse dal mondo classico e romantico e chi invece era stato completamente inventato da lui.
Vi assicuro che pur avendo una discreta cultura letteraria, quando ho visto personaggi come Sir Murray, Ethan Chandler ma soprattutto Vanessa Ives, mi è venuto il sospetto che fossero comunque parte integrante di quel mondo classico e mi sono riletto Dracula di Bram Stoker, Mary Shelley e il suo Frankenstein alla ricerca di personaggi che in parte potessero avere una qualche somiglianza con essi. Alla fine era chiaro ed evidente che la perfezione della storia nasceva proprio dalla grande capacità di legare questi mondi, quello nato dai libri e quello nato dalla serialità in un unicum quasi perfetto, dico quasi perché la perfezione non è di questo mondo.
Come non amare, adorare fin quasi alla totale immedesimazione questi personaggi. Siamo entrati nella mente di Sir Murray mentre uccideva la propria figlia con la morte nel cuore, abbiamo vissuto l’incontrollata rabbia del Lupus Dei, abbiamo amato quella forza distruttiva ma allo stesso tempo ineluttabile e terribilmente poetica della Creatura e abbiamo compreso fino in fondo l’infelicità di un uomo che voleva essere Dio come Frankenstein, ci siamo fatti travolgere dall’odio per la vita passata e per la violenza subita dalla prostituta Brona, rinata Lily.
Ma abbiamo amato e sperato per una sorte meno crudele soprattutto per lei: Vanessa Ives, un personaggio iconico che incorpora in sé il senso pieno della serie TV. Lei regina incontrastata dei nostri pensieri alla fine di ogni episodio, colei che ci lasciava attoniti di fronte alle sue sofferenze e alla sua grande forza di volontà che andava ben oltre l’immaginazione. Una donna fuori dal tempo, fuori dagli schemi, costretta dal destino a essere amata dal bene e dal male in egual misura e proprio per questo destinata al gesto più estremo d’amore che si può immaginare: la morte per la salvezza del mondo dalle tenebre.
Non riesco a staccare il personaggio di Vanessa da Eva Green e a me, a noi non rimane che ringraziare Showtime per averci regalato 3 stagioni stupende, inaspettate, meravigliose che hanno lasciato in me, ma credo anche in tanti altri, un senso di malinconia, di disagio, quella nostalgia cupa ma allo stesso tempo dolce e idealmente ci siamo stretti intorno a quella semplice tomba, ci siamo inginocchiati vicino alla Creatura e abbiamo salutato Vanessa e Penny Dreadful.
Un saluto e un ringraziamento per la preziosa collaborazione va alla pagina Penny Dreadful Italia.
Passo e chiudo.
Ciao Linox23,concordo pienamente con quello che hai scritto,ho adorato questa serie fin dalle prime puntate.La cosa che mi è piaciuta di più è la sua poeticità,grazie a Penny Dreadful e soprattutto grazie alla creatura,ho scoperto delle splendide poesie di cui ignoravo l’esistenza (“io sono” di John Clare resta la mia preferita). l’unico rimpianto che ho della terza stagione è che a mio parere non hanno approfondito il personaggio di Dracula come avrebbero dovuto,ma questo non toglie il fatto che il finale sia stato stupendo. Ammetto che nella scena finale,davanti alla tomba dI Vanessa,mi siano venute le lacrime agli occhi.
Ciao, anche io mi sono commosso per il finale di questa serie. Su Dracula concordiamo nel senso che a mio parere meritava uno sviluppo più attento, ma se lo vediamo nel suo insieme ci rendiamo conto che Dracula incombeva su questa serie fin dalla prima stagione.