“The Last Heartbreak” è un episodio estremamente coinvolgente che riporta un po’ di fiducia in una serie che sembrava starsi perdendo: intendiamoci, Lucifer non è mai stata sull’orlo del precipizio, ma è evidente che ultimamente gli autori non abbiano ben chiaro come gestire quello che hanno tra le mani.
Questa 3×18, grandemente incentrata su Pierce, viaggia su due piani temporali: da una parte la Los Angeles del ’58 e dall’altra quella odierna. Se da un lato vediamo il Marcus del passato indagare su un brutale serial killer di coppie infedeli, ecco che il medesimo caso si ripropone ai giorni nostri e costringe il dipartimento a lavorare duro pur di stanare il pazzo criminale. Se la prospettiva iniziale di un episodio Pierce-centrico poteva far storcere il naso, è sul campo che questo “The Last Heartbreak” si guadagna il rispetto e – perché no!?! – forse anche il titolo di uno dei migliori episodi della stagione, in bilico tra presente e passato e tra dramma, orrore e commedia. Pierce è un personaggio che si sta rivelando più simpatico ed interessante di quel che inizialmente sembrava, una sorta di Highlander un po’ burbero, ma dal cuore d’oro, che inizia a superare Lucifer in gradimento: il nostro, infatti, costantemente preso dai propri problemi e incapace di rapportarsi agli altri come un adulto, oscilla costantemente tra comportamenti infantili e brevi momenti di consapevolezza. E proprio questo caso, uno dei più sanguinosi, porta mr. Morningstar ad acquisire la consapevolezza che non gira tutto attorno a lui, che Chloe non è una sua proprietà e che deve lasciarle fare le sue scelte. Nasce così, o forse si consolida, il triangolo che vede l’ingombrante presenza di Marcus fra i due il quale, ben lontano da un vero e proprio coinvolgimento emotivo, pare mirare al dono della detective per raggiungere l’unica cosa che gli sta a cuore, morire.
Maze, d’altro canto, da essere uno dei personaggi in un certo senso di punta dello show, si è eccessivamente ridotta ad essere una macchietta. Troppo controparte comica, la ex guardiana di Lucifer è così presa da se stessa da essere ormai fonte di fastidio, più che di risate e riflessioni: lei non si è mai davvero integrata nella società umana, ancor meno del suo capo, e ora sta scontando in tutto e per tutto questa problematica, solo in parte frutto di una scelta consapevole. Maze è un personaggio che è maturato sino ad un certo punto, ma che ora è come bloccato e incapace di crescere. Speriamo che le cose cambino presto.
Insomma, salvo qualche difettuccio, quesa 3×18 è un buon episodio che vede anche nei momenti Charlotte-Amenadiel un’ulteriore fonte di interesse: la trama va a farsi più interessante ora che il tarlo del dubbio si sta facendo largo nella mente dell’affascinante avvocatessa, vicina alla verità più che mai. Staremo a vedere come evolverà la vicenda.
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