Neverland. L’isola che non c’è di Peter Pan e di Tinkerbell. Quel posto dove non si cresce e si resta nella spensieratezza, immersi in quel crogiolo di emozioni che è l’adolescenza, in cui ogni emozione è vissuta così intensamente da sembrare l’ultima. I prodotti che la LGDP deve pubblicizzare si sono più volte ritrovati ad essere metafora dei temi principali della serie: quella linea che separa il mondo dei giovani e degli adulti a volte così sottile a volte così insormontabile da non permettere agli uni di ascoltare le ragioni degli altri. Da un lato abbiamo Sally, una piccola bimba che abbiamo visto crescere come attrice, come persona e come personaggio (una sua bellissima intervista a riguardo), rappresenta una gioventù cresciuta in quegli anni 60, all’ombra di una guerra e alle vere fondamenta dell’esplosione tecnologica e cultura che trova la sua matrice in quegli anni, in quel clima di fermento, una gioventù a cui stavano scomodi i vetusti schemi sociali, ormai vanificati dalle guerre. Dall’altro lato abbiamo una serie di adulti, in primis i suoi genitori, che, forse per compensare i ricordi di infanzia contaminati dalla guerra, si ritrovano ad avere comportamenti adolescenziali, a crogiolarsi nei complimenti e a badare più ai propri interessi.
L’eccellenza di una serie come Mad Men è che non bisogna semplicemente guardare le grandi linee dell’episodio, ma anche tra i personaggi con minore screen space all’interno dell’episodio possiamo rilevare questa tendenza a comportamenti infantili: Roger lieto della sua posizione, in cui può di delegare e delegare mentre si gode i piaceri del lavoro. Chaugh che si crogiola nelle sue ambizioni ora che la sicurezza è certa. Peggy che continua a sentirsi arrivata all’apice, senza superiori o pari, che si permette perfino di zittire la segretaria di Don molto freddamente.
- Dio mio, ancora con l’amore?
– Lo usiamo costantemente.
– I bambini non lo capiranno e agli adulti non riusciranno a sentirlo.
Questo scambio di battute estrapolato dalla riunione pre-meeting con Don sul prodotto è un velocissimo flash di rimando al tema degli ultimi due episodi, la vita di Don senza amore (ma troppe donne). L’amore è un altro dei tanti pensieri degli adulti, che costantemente vivono alla ricerca di quelle emozioni vissute da adolescenti ma che non riescono più a trovare, sordi all’amore quando bussa alla loro porta. Si vive di piccole scappatelle, piccoli segreti all’ombra di una tenda di hotel sperando che si possa rincorrere ancora quell’amore: questo discorso vale benissimo anche per Joan e la sua nuova fiamma. Che una relazione nata in un secondo possa durare a lungo? Staremo a vedere, sperando che quest’uomo sia un padre per il figlio di Joan migliore dei genitori che fin adesso questo bambino si è ritrovato ad avere. La figura materna di Joan, madre single lavoratrice senza mai abbastanza tempo, viene affiancata a quella di Betty, madre con le mani così in mano da poter tornare a studiare all’università. Betty è sicuramente cresciuta, maturata nel suo rapporto con i figli dalle prime stagioni, e ne è prova quello scambio di battute iniziale con Sally, di per sé indicativo di un rapporto non più di odio aperto. Certo, quell’episodio con Glen Bishop non ha sicuramente aiutato il loro rapporto, ed anzi, dalle ultime battute di Sally con il padre, comprendiamo quanto perfino una Betty più matura non riesce a resistere alla bambina che c’è in lei, che ancora vuol vivere da studentessa all’università, che ancora non riesce a resistere alle tentazioni e che ancora resta così ammaliata dai complimenti da diventare sgarbata con la propria figlia. L’incontro tra i due è la conclusione di un rapporto cresciuto negli anni, fatto di brevi scambi che hanno segnato la vita di entrambi: January Jones, l’attrice di Betty, in una intervista su queste scene, ricorda quando Betty era gelosa di Sally e del rapporto con il coetaneo, ma adesso che Glen è un uomo maturo, pronto alla guerra, e Betty una donna che ha ritrovato i modi con cui approcciare i giovani del suo tempo, tra i due scoppia di nuovo la scintilla. La morigeratezza di lei ferma la foga del giovane, ma di certo non fermerà l’ego di lei e l’autoconsapevolezza della sua bellezza.
Bellezza e vanità sono attributi anche del’ex marito di Betty, Don Draper. Mathis rimprovera a Don di trovarsi dove è solo grazie ad esse, lasciando passare l’idea che Don, persona completamente concentrata su se stessa, a volte dimentica che non tutti conoscano il suo passato e quanta strada ha dovuto percorrere per non essere Dick Withman. Don non riesce più a seguire le tante dinamiche in ufficio, perde di vista i flussi di potere e resta intrappolato a domandarsi cosa vede nel futuro, proprio lui che non ha più nulla di tutto ciò che ha provato a costruire (un nucleo familiare come quello salutato nella 7×09, una donna da amare come Megan, una bella casa piena di bei ricordi). L’immagine di un Don fuori dalla sua porta di casa è l’immagine di un Don che non ha più controllo su nessuno degli aspetti della sua vita, che non ha perfino un posto dove stare, e che vede risultati del suo fallimento ovunque vada. Il fallimento dato dal dover provare di esser più che solo “un bel faccino”, proprio come ricorda a Sally: sei sicuramente nostra figlia, lo scoprirai guardando in te stessa prima o poi. Lo vedo già io, tuo padre, perché sei una ragazza bellissima degna figlia di me e tua madre. Ma dovrai provare al mondo di essere molto più di quello che sei, proprio come io e lei incessantemente tentiamo di fare.
Il mondo di Peter Pan sarà pure bello, ma la conseguenza è il dover portarsi delle croci addosso di cui sarebbe meglio liberarsi il prima possibile.
Vi lascio infine il trailer della prossima puntata e vi invito a passare dalla pagina di Mad Men Italy.