Making History giunge alla fine. Mi ero creata delle aspettative sul finale, ma dire che sono rimasta delusa è un eufemismo. Se ci ho messo tanto prima di decidermi a fare la recensione è perché non sapevo bene di cosa parlare. L’episodio nove di per sé non è malvagio, ma è una puntata qualsiasi, senza infamia e senza lode. Non è di certo un episodio da considerarsi finale. Purtroppo è quello che accade quando si decide di cancellare cinque episodi di una serie costringendola ad una fine… che quella che si vede non è una fine.
Gli ultimi episodi mi erano piaciuti, la storia stava evolvendo bene e stava prendendo una piega interessante. Tutto andato in fumo con questo “ultimo” episodio.
Fino ad ora Making History aveva mostrato episodi simpatici, a volte banali, a volte era stato anche capace di mostrare serietà. Ogni puntata mi aveva lasciato sensazioni diverse, anche quando un episodio non mi aveva entusiasmato dopo averlo guardato mi rimaneva in testa. Al contrario stavolta dopo averlo visto l’ho subito rimosso, un po’ come quando studi e all’improvviso quella macchia sul muro è la cosa più interessante che tu abbia mai visto e dimentichi tutto quello che hai studiato.
Questo però non è “l’angolo dello sfogo” quindi arriviamo al motivo per cui sono qui: la recensione!
Nello scorso episodio aveva lasciato Chris cieco e senza più un lavoro dopo che aveva perso la cattedra di storia. Dan sentendosi in parte responsabile decide di parlare con il direttore della scuola, nonché mentore di Chris.
Le cose però precipitano quando Dan rivela al direttore che può viaggiare nel tempo e gli propone di andare con lui. Mentre sta settando la macchina del tempo, il direttore ha un attacco cardiaco e muore. C’ho scatena un assurda sequenza nel quale Dan continua a tornare indietro nel tempo per evitare che il direttore muoia ed ottenendo invece sempre l’effetto contrario. Alla fine si ritrova con ben quattro cadaveri dell’uomo di cui sbarazzarsi.
L’unica cosa che veramente ho apprezzato di questo episodio sono stati John e Adams che, dopo averli visti fuggire da casa di Dan per evitare di dover tornare nella loro epoca, li ritroviamo l’uno sporco e malconcio all’angolo di un marciapiede e l’altro dirigente di un azienda. Il tutto dopo solo due giorni! Loro due sono due personaggi che mi sono piaciuti fin dall’inizio e mi spiace che abbiano ottenuto lo spazio che meritavano solo verso la fine.
Come era ovvio anche il rapporto tra Dan e Chris ritorna quello di un tempo, nonostante lo shock iniziale di Chris dopo aver visto non una ma quattro volte il cadavere del suo adorato mentore.
Tante cose sono rimaste in sospeso e non avranno mai una soluzione. Come nel caso della giornalista che era ad un passo dallo scoprire il loro segreto. Sono certa che se la serie avesse continuato per tutti i 13 episodi che le spettavano quello era uno dei punti principali che avrebbero trattato nelle prossime puntate.
Making History è però terminato, anzi diciamo pure che è stato “mutilato“. Ora non resta che immaginare come sarebbe realmente dovuto finire.