Ci avviciniamo sempre di più al Natale e inesorabilmente anche ai finali di mezza stagione, per poi uscire completamente di testa aspettando che le nostre serie tv del cuore tornino a scaldarci durante le fredde giornate d’inverno (anche se da me fa tutt’altro che freddo… ma sorvoliamo!). Questo episodio l’ho visto con il cuore in gola – grazie anche al fatto che il titolo è stato scelto con cura e che si riferisce all’incisione sulla porta dell’Inferno nella Divina Commedia “Abandon all hope, ye who enter here” “Abbandonate ogni speranza, voi che entrate” tutt’altro che rassicurante – perché dopo averci lasciato con il non-tanto-suicidio del senatore Ward e con il nostro Ward al servizio di Whiteall, tutto si fa più fitto e complicato. Una eccezionale Skye è riuscita a individuare la città nascosta nei segni che per la maggior parte della stagione hanno fatto impazzire Coulson, e così una squadra composta dal direttore, Bobbi, Mack, Simmons e Fitz si dirige verso la città mentre Sky, May, Hunter, un convalescente Tripp e i gemelli Sam e Billy stanno dietro a Raina, entrata nel radar dell’HYDRA.
Due filoni narrativi che si intrecciano alla perfezione ma un episodio non all’altezza degli altri, è stato più un episodio preparatore a quello che ci aspetterà la settimana prossima quando le situazioni si faranno ancora più intrecciate; certo è che abbiamo avuto la giusta dose di combattimenti che ci hanno fatto rimanere con il fiato sospeso. Mi sarebbe piaciuto vedere il padre di Skye anche in questo episodio, visto che i personaggi non hanno fatto altro che parlare di lui… ci lasciano tutto alla fine, giusto per farci stare in ansia.
Una delle scene più interessanti, e quella forse più rivelatrice, è quella di Skye e Raina, dove quest’ultima finalmente pronuncia la parola con la K, Kree (nella serie ne avevamo visto uno a T.H.A.I.T.I. e al cinema in Guardiani della Galassia) responsabili del Diviner e della città nascosta, la razza aliena con la quale sia Skye che Coulson son stati curati. Ce lo siamo chiesti tutti perché la ragazza non abbia sentito il bisogno di disegnare la mappa della città dappertutto ed essere vicino alla pazzia come il direttore e Raina, anche se non in maniera esplicita, ci ha dato un piccolo indizio sul perché Skye sia diversa nonostante sia umana – “We’re human, Skye. We just have the potential to be more” -, probabilmente anche Skye riuscirebbe a prendere il Diviner senza tramutarsi in pietra, così come riesce a fare la donna con il vestito di fiori. Skye dimostra poi di essere più in forma di quanto ci si potesse aspettare, il combattimento contro l’Agente 33 ne è stata la prova. Non metto in dubbio che May l’abbia addestrata bene, ma da qui a combattere in maniera quasi perfetta ce ne vuole, è stato irrealistico, anche se non sappiamo quanto tempo la ragazza si sia allenata.
I Fitz-Simmons sembrano poi arrivati al capolinea, si parlano a malapena e lo fanno anche grazie a Mack e Tripp che fanno da tramite. Mi sento di difendere il povero Leo che viene Friendzonato dalla bella Jemma: come dargli torto quindi quando tira su un muro contro di lei, quando non vuole più lavorarci fianco a fianco? È vero che la coppia ha funzionato alla perfezione nella prima stagione, ma da allora quel legame si è rotto quando Leo ha espresso i suoi evidentissimi – a noi fan – sentimenti. Vedo in lui un comportamento normalissimo, dopo tutto quello che ha passato e con cui sta ancora facendo i conti. Devo dare credito a Jemma, però, e della sua confessione a Bobbi, provandomi a mettere nei suoi panni penso che la sua reazione sia dettata dal panico, dal fatto che in pochi minuti tutto quello che aveva si è frantumato in maniera quasi irreparabile. Anche il suo comportamento non è da biasimare e un po’ mi ha fatto tenerezza… anche se tutto risulta un po’ bitchy.
Bobbi Morse ancora è un mistero, sappiamo quanto sia badass ma lo scambio di battute con Mack mi ha fatta incuriosire… a cosa si riferivano i due? Questo mi incuriosisce tantissimo perché in effetti non sappiamo nulla sulla donna, se non che era l’ex moglie di Hunter e un’agente con le contro palle. Il suo personaggio mi è piaciuto molto anche quando ha messo a confronto i metodi di lavoro di Fury con quelli di Coulson: quest’ultimo non è disposto a perdere ulteriori agenti mentre invece Fury avrebbe fatto tabula rasa pur di evitare che l’HYDRA prendesse il comando. Due visioni, due personaggi, due ere di gestione dello SHIELD.
Che dire di Mack? Mi dispiace molto per lui, anche perché è uno di quei personaggi alla quale mi son affezionata e il suo rapporto con Fitz mi piaceva molto, era come vedere un fratello maggiore aiutare il fratellino nelle situazioni di tutti i giorni. È stato quello che è riuscito ad aiutarlo veramente rispetto a tutti gli altri! Spero sopravviva e che continui il suo percorso all’interno dello SHIELD!
E per la gioia dei miei occhi, ormoni e quant’altro, Ward ha fatto la sua comparsa giusto in tempo per portare guai. Ma il cuore di Grant è tutt’altro che di pietra, il suo amore per Skye lo acceca e gli fa prendere anche delle decisioni che a lui non spettano, come risparmiare i suoi ex colleghi nonostante gli avessero ordinato di far saltare in aria il commando dello SHIELD. Questo dice molto di Ward, nonostante lo vediamo lavorare per l’HYDRA, rimane comunque un lupo solitario che decide cosa fare senza chiedere il permesso, ed è questo che più mi piace di lui. Non bisogna fidarsi dei doppiogiochisti ma in questa stagione non ci ha dato motivi per non farlo… (e poi io son di parte… si era capito?).
Che dire insomma dell’episodio? È stato preparatorio, sia psicologicamente e che emotivamente, a quello che ci aspetterà con il prossimo episodio, soprattutto perché vedremo finalmente Skye ricongiungersi con il padre, e le due fazioni messe a confronto. SHIELD e HYDRA faccia a faccia. Hype alle stelle… e voi cosa ne pensate? Qui sotto il promo di What They Become
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