La quinta stagione della serie Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. si avvicina alle battute finali tra colpi di scena, crisi di personalità e il tragico finale sempre più alle porte.
The Devil Complex (5×14) rappresenta un ulteriore e nuovo passo che conduce i nostri protagonisti di Agents of S.H.I.E.L.D. allo scontro finale non solo per la salvezza del futuro, ma anche del presente, della Terra e dell’intera umanità.
Questa puntata taglia un po’ fuori quello che succede nel mondo in favore di un zoom sulla base e sui protagonisti anche se le varie sotto trame che si susseguono (come quella di Coulson e May o Deke e Daisy) non sono altro, come si capisce ben presto, che un diversivo per spostare l’attenzione in attesa del colpo di scena. E il colpo di scena arriva, improvviso, e impossibile da prevedere. Infatti, mentre i nostri eroi faticano a trovare un rimedio alla crisi del Gravitonium e nuovi incubi personali prendono forme compare uno dei protagonisti della stagione precedente: il Dottor Fitz, la controparte malvagia, se così vogliamo definirla, presente all’interno del framework che prima stordisce Deke e poi mette in atto la parte finale del suo piano essendo lui il capo dietro all’attacco continuo dei robot: rapire Daisy.
Quello che però ci “colpisce” maggiormente è che il Dottore non è un’anomalia del Gravitonium ma una vera e propria crisi di identità di Fitz che permette di far uscire la sua parte più diretta, priva di scrupoli e pronto a fare il necessario per salvare la realtà: nello specifico rapire Daisy e rimuoverle l’inibitore dei poteri in modo da poterli sfruttare per imprigionare una volta per tutte il nuovo elemento e porre così fine alla crisi.
La puntata poi si conclude in un crescendo con Coulson che accetta di seguire la Hale e scorprire qualcosa su quanto stia realmente succedendo; la ricomparsa di Creel e Ivanov (o almeno una delle sue versione robotiche mentre, a quanto pare, la Hale conserva la testa originale) e la rivelazione da parte di Deke di essere il nipote di Simmons. Lei in risposta vomita ma è dura pensare che sia solo per lo stress accumulato.
Rise and Shine, l’episodio 5×15 è completamente incentrato sull’altro versante in gioco in questa guerra per la salvezza del mondo, tutto infatti viene ambientato nella sede segreta dell’Hydra e ci permette di avere una visione più ampia su chi sia la Hale, quale la sua storia passata e quali le sue motivazioni. Tutto questo senza però dimenticare il punto di rottura, che sembra quasi accennato ma tremendamente presente, tra Daisy e Fitz. A quanto pare non ha preso molto bene l’operazione a orecchio aperto per farle riprendere i poteri.
L’idea dell’accademia dell’Hydra dove tutto è personalizzato e passa attraverso una rigida disciplina, sacrifici necessari (il cane e, ben più profondo, il fatto che la Hale sia costretta a diventare la madre della futura leader dell’Hydra dopo Whitehall rinunciando invece a una promettente carriera) e carriere prestabilite dai capi, rende bene. Ricorda tanto l’idea delle accademie Sith in Star Wars!
Tuttavia ben presto la stessa generale ci dice che Ruby, pur essendo il frutto di anni e anni di studi per ottenere la leader perfetta non è pronta e propone a Coulson che sia Daisy a sfruttare la tecnologia in loro possesso per proteggere la Terra da una guerra galattica. Peccato però che il progetto, voluto e creato dallo stesso Whitehall, si chiami “distruttrice di mondi”, lo stesso appellativo con il quale era chiamata Daisy nel futuro!
E questa minaccia? Che siano solo i Kreel o che si voglia puntare a qualcosa di più azzardato con il legato a Infinity War?
La puntata si chiude con una tematica già vista ma allo stesso importante: il tentativo di tutti i personaggi di attaccarsi a quello che esiste di positivo nelle loro vite, all’interno della tragedia.
Yoyo sa che diventerà la veggente e quindi vuole agire in modo spregiudicato con la convinzione che non morirà; Simmons e Fitz fanno pace e anche Leopold viene a conoscenza del suo legame biologico con Deke (La battuta su Deke e Dick vale tutta la puntata!)