Nuovo appuntamento con la Mary Higgins Clark Collection che, vi ricordo, va in onda (ancora per quatto puntate) su Fox Crime, la domenica.
Sembra proprio che France 3 (produttrice della serie) voglia farmi penare fino alla fine prima di decidere se approvare o meno questa serie ispirata ai libri della Higgins. Infatti, dopo una prima puntata con un finale troppo veloce, una seconda buona, quest’ultima si potrebbe definire solo in un modo: confusa. Ma andiamo con ordine.
Il setting
Dopo che la scorsa puntata affrontava un tema abbastanza complesso e forte (la sparizione di due gemelle di sei mesi), qui si torna a qualcosa di decisamente più “soft”: il figlio di una famiglia importante (la madre è medico e a capo di una clinica importante in città), sparisce anni prima l’inizio della storia. Non sappiamo bene il motivo della sua sparizione – anche se qualcosa è possibile intuire ben prima del finale – l’unico elemento concreto che abbiamo di lui è che ogni anno, il giorno del proprio compleanno, chiama la madre per dirle che sta bene e che un giorno tornerà a casa.
Queste premesse, unite alla voce del ragazzo abbastanza inquietante, mi avevano fatto temere/ben sperare che di trovarmi davanti ad una puntata a metà tra il thriller e lo psicologico, pronti ad addentrarci nella psiche della natura umana e scovare i più torbidi segreti che i protagonisti nascondono.
Risposta: nì, con una forte inclinazione verso il no.
I protagonisti
Devo essere sincero: scialbi, quasi privi di carattere e sicuramente non ricordabili. Ok, la serie è antologica e cambia ad ogni puntata, ma i personaggi di quella precedente me li ricordo ancora bene, come mi ricordo senza problemi lo svolgimento della trama. Qui no.
Da una parte abbiamo un vecchio ispettore ormai prossimo alla pensione che, dal modo di comportarsi, sembra un tipico personaggio di un libro noir dal passato burrascoso e maledetto: altro nì. Tante parole e a volte pure una voce grossa per farsi valere ma di lui non sapremo quasi nulla e il suo fascino viene perso man mano che la puntata prosegue.
Dall’altra la protagonista femminile, quella che come da canone compie l’evoluzione personale-caratteriale man mano che i misteri si srotolano davanti a lei. Personalmente l’ho trovata noiosa, senza forza – a differenze delle sue “avversarie” nelle puntate precedenti. Sono però pronto a perdonarla sperando che quello sia stato proprio l’intento degli autori per mettere ancora più in evidenza il suo modo di comportarsi – fotocopia a quello della madre e, al contempo, la sua voglia di riscatto.
La confusione
Come ho avuto modo di dire in principio, la trama è confusa e si prosegue con alcuni deus ex machina un po’ troppo presenti, uno su tutti il primo: una ragazza scompare. Questa ragazza abita proprio di fronte alla casa della protagonista e il tutto succede proprio il giorno stesso in cui quest’ultima afferma di aver rivisto il fratello (quello scomparso). La puntata, inoltre, può essere riassunta in: “il fratello è scomparso ma forse abbiamo trovato la prova che sia vivo anche se probabilmente è morto ma sicuramente è vivo però potrebbe essere morto”. Ecco il motivo della conclusione, fino agli ultimi cinque minuti non capisci se sia vivo, morto o altro e se la trama sia la scoperta di questo mistero o il ritrovamento della ragazza.
Per concludere, una scena che ho trovato assurda:
Il malvivente di turno rapisce la protagonista e la fa parlare con la polizia. I gendarmi sono convinti che i due siano nella cantina della casa della protagonista stessa senza che, da un lato, la madre si accorga di qualcosa e, dall’altro, la voce proveniente dal telefono si senta.
Giungono così alla scoperta del secolo: non sono nascosti lì, ok.