Medici: Masters of Florence – Tra fiction e realtà

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Se c’è una serie di cui si è parlato molto ultimamente, è proprio Medici: Masters of Florence (I Medici, qui in Italia), produzione anglo-italiana creata da Frank Spotnitz e Nicholas Meyer e diretta da Sergio Mimica-Gezzan che vanta un cast internazionale in cui spiccano Richard Madden (Game of Thrones) nei panni di Cosimo de’ Medici, Annabel Scholey (la serie Being Human UK) in quelli di sua moglie Contessina de’ Bardi, Dustin Hoffman (Il Laureato, Hook – Capitan Uncino) come Giovanni de’ Medici, Guido Caprino (1992) che presta il volto al fido Marco Bello, Alessandro Sperduti (I Liceali) come il giovane Piero de’ Medici e Lex Shrapnel (la serie The Assets) nei panni del perfido Rinaldo Albizzi.
Lo show, mandato in onda con una prima stagione di 8 episodi e già rinnovato per una seconda, ha riscosso un notevole successo qui in Italia, tanto da infuocare i social durante e dopo la sua messa in onda. Ma quanto è meritato questo successo? E quanto c’è di vero in ciò che ci è stato fatto vedere? Da sempre i serial storici, in particolare quelli americani, si sono presi grandi libertà quando si è trattato di raccontare importanti periodi ed eventi del passato: serie come The Tudors (Showtime), The Borgias di Neil Jordan (Showtime), The White Queen (BBC One) e simili, hanno cercato di coniugare eventi storici realmente accaduti alla fantasia degli autori, il che si è tradotto in prodotti spesso molto appetibili per il pubblico ma ricchi di invenzioni. L’unione tra realtà e finzione, insomma, sembra essere il segreto di questi serial storici che cercano di unire attori bravi e di richiamo e di aggiungere tra gli ingredienti un po’ (a volte un bel po’) di sesso e violenza per tenere desta l’attenzione degli spettatori.
Che dire, alla luce di ciò, de I Medici? Innanzitutto, che si era per forza di cose partiti con grandi aspettative grazie alla presenza di Dustin Hoffman (poi rivelatasi uno specchietto per le allodole) e all’impronta internazionale della produzione (in gran parte fagocitata dal malo modo di “fare fiction” RAI); le buone premesse, insomma, sono state ben presto in parte tradite.
Sorvolando – per ora – sull’accuratezza storica, iniziamo con l’analizzare gli attori: Dustin Hoffman – al minimo sindacale della presenza e dell’impegno – compare pochissimo, Richard Madden non è il massimo dell’espressività e il suo essere belloccio non basta di certo a farne un protagonista convincente, Annabel Scholey se la cava più che bene come Contessina, mentre gli altri che gravitano loro intorno sono tutti più o meno dimenticabili. Solo l’Albizzi di Lex Shrapnel e il Marco Bello di Guido Caprino lasciano un segno, mentre ad esempio le altre due donne di Cosimo – la Bianca di Miriam Leone e la Maddalena di Sarah Felberbaum – non ci fanno una gran figura (indiscutibile bellezza a parte). A livello attoriale, dunque, si è visto molto di meglio altrove. Inoltre, i salti temporali che vedono i nostri giovani e poi maturi quarantenni, non convincono appieno: il loro aspetto è quasi lo stesso e, ad esempio, tentare di invecchiare Cosimo grazie al capello corto e al ciuffo brizzolato non è una mossa poi tanto vincente. Anche perché il figlio Piero e sua moglie Lucrezia sembrano ugualmente quasi coetanei suoi e di Contessina. Magari scegliere interpreti più grandi di età avrebbe risolto il problema.
Nulla da dire, invece, per quanto riguarda sontuosità e magnificenza della ricostruzione storica – notevole, non essendo un kolossal hollywoodiano – e sull’incedere degli eventi e dell’azione: I Medici non è una serie che annoia, non ci sono grossi punti morti e questo è un deciso punto a suo favore.
Per quanto riguarda invece l’accuratezza storica, siamo ad altre note dolenti: l’avvelenamento di Giovanni de’ Medici, il ruolo determinante di Contessina nel ritorno di Cosimo a Firenze e l’amore giovanile di quest’ultimo per Bianca, insieme ad altre cose come l’assassinio di Albizzi e la tragica fine di Lorenzo de’ Medici, sono solo alcune delle grosse libertà che gli autori si sono presi. Va bene il voler rendere la Storia più intrigante, ma esagerare è un attimo e qui si sono spinti forse un po’ troppo oltre: ci sarebbe quasi da cambiare nome allo show, tante e tali sono le libertà che si sono presi nel trasporre sullo schermo la storia di questa celebre famiglia fiorentina!
In fin dei conti, Medici: Masters of Florence è una serie innocua, piacevole da guardare perché non noiosa e dimenticabile perché non brilla per nulla (attori, trasposizione storica, ships ecc.). Un passatempo come un altro. Le serie storiche davvero valide sono ben altre: personalmente, Peaky Blinders e The Borgias (ricco di invenzioni, supposizioni e inesattezze, ma con attori eccellenti e una sua grandiosità cinematografica) sono quelle che più ho amato.

Vi saluto e vi invito a votare Serial Crush come MIGLIOR SITO TELEVISIVO ai Macchianera Awards 2016 (qui è spiegato come fare).

Vi lascio con l’incisiva sigla dello show:

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About Clizia Germinario

Clizia Germinario
Grande appassionata di cinema, serie tv e cucina, ha iniziato ad avvicinarsi al mondo dei telefilm a fine anni ’90, ma ne è diventata addicted solo diversi anni dopo. Non ha un genere preferito, pur avendo una spiccata predilezione per gli show (come i film, del resto!) che parlano di vampiri e licantropi o, più in generale, di sovrannaturale: non per niente il suo serial preferito è l’ineguagliato “Buffy the Vampire Slayer”.

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