Serial Crush Innamorati delle serie tv!
Nel 1970 il fulcro nel risolvere un crimine era ancora rispondere alle domande “chi” e “cosa”. Sono stati uomini come John E. Douglas e Robert Ressler, i primi profiler dell’FBI, sui quali i personaggi principali della serie Netflix del momento Mindhunter, sono liberamente ispirati, a spianare la strada a “perché” – un nuovo modo di investigare alcuni dei più efferati crimini.
“Questa è una di quelle situazioni dove si ha il meglio di entrambi i mondi. Puoi basare il protagonista su qualcuno di reale, ma puoi decidere cosa si integri meglio con la nostra storia – la storia che stiamo cercando di raccontare,“questo è quello che Holt McCallany, il cui personaggio Bill Tench è attirato dal lavoro di Ressler, ha dichiarato a Variety.
Per esempio, Ressler non era un sostenitore della pena di morte, una cosa di cui McCallany si sorprese quando lesse i libri di Ressler. “Ressler pensava che John Wayne Gacy e Ted Bundy andassero messi in strutture separati dove potessero essere studiati e intervistati e la loro psicologia potesse essere ulteriormente approfondita,” ha fatto notare. Ma per avere un maggior conflitto tra il veterano Bill e la nuova risorsa interpretata da Jonathan Groff, Holden Ford, Bill è diventato il “classico poliziotto vecchia scuola” che vedeva le cose in termini di bianco e nero – specialmente all’inizio.
Jonathan Groff afferma che l’idea di Mindhunter è sempre stata quella di “mantenere le vite personali degli agenti dell’FBI su un piano creativo ed invece avere gli estremamente pazzi dettagli dei serial killer al 100% veri.” Questo significa che molto del dialogo nella scene in cui si vede Holden intervista i serial killer come Ed Kemper (Cameron Britton) è stato preso direttamente dalle trascrizioni reali di quegli incontri in prigione, il tempo passato a casa con gli agenti dell’FBI invece era pensato per offrire un visione arricchita della vita di ogni persona.
McCallany aggiunge che ha pensato fosse importante per lo show andare a casa con i personaggi. “Non penso che quei ragazzi potessero fare quel lavoro senza portarlo a casa con loro. Loro diventarono ossessionati dal cercare di trovare questi assassini, e ci pensano continuamente,” ha dichiarato l’attore. “Diventa una vera ossessione. Loro pagano un prezzo per questo, e così fanno anche le persone a loro vicini.“
Nel corso dei primi 10 episodi Mindhunter rivela le difficoltà di Holden con una nuova relazione e l’incapacità di Bill di entrare in contatto con il figlio autistico (anche se non usano esplicitamente questa parola, vista l’ambientazione anni ’70) e la relazione segreta di Wendy (interpretata da Anna Torv) con un’altra donna. “Wendy ha una funzione specifica, ed è stato bello spuntare fuori per un pochino e vedere quella persona in quel contesto,” ha affermato la Torv sul suo personaggio, che è ispirato dalla Dottoressa Ann Burgess, un’infermiera forense ed esperta in vittime di crimini.
Parte dell’entusiasmo per il progetto di Groff era che, a parte la prima scena, “non c’è violenza visiva o omicidi appariscenti,” ha detto. “David [Fincher] confida veramente nei suoi spettatori – che sono intelligenti e pazienti e interessati abbastanza da rimanere con lo show che vi dirà il perché.“
Anche senza vedere i crimini in diretta, c’è molto di Mindhunter che è rimasto con il cast molto dopo che si sono concluse le riprese. “Quelle scene con Kemper erano semplicemente brillanti,” ha riferito la Torv. “Non ho mai visto niente del genere in televisione.” Anche per Groff è stato un momento con Kemper che lo ha innervosito di più “è interessante per me ed è una prova di come Fincher sia stato capace di costruire qualcosa nel corso di 10 ore in cui chiedi agli spettatori di andare in questo viaggio con te. Il momento d’azione alla fine è da brividi. “
