Continua questa stagione a zig zag di Mistresses. Purtroppo anche questa settimana ci tocca recensire un episodio in senso negativo e la cosa comincia ad assumere la dimensione che io definisco “Sparare alla croce Rossa”. Sebbene non si possa buttare via tutto, resta in questa stagione la netta sensazione che si sia in gran parte improvvisato, senza avere però alle spalle un canovaccio solido, su delle vicende granitiche attorno cui far ruotare le vicende della serie.
Karen per esempio. Trovatemi una delle varie vicende nelle quali è stata coinvolta che abbia assunto un carattere continuativo. Si è passati dal nostro amico Ultraman e alla loro fugace storiella, alla nuova baby sitter di Vivian che usa le foto della ben più avvenente datrice di lavoro per ottenere appuntamenti in un sito di incontri online.
Nemmeno Kitsis e Horowitz dei tempi di Lost sarebbero stati capaci di tale delirio. Ora vedremo se nel corso degli episodi tornerà a galla la battaglia per l’affidamento di Vivian che in parte, ma non ci conto troppo, salvo Karen Kim dal tracollo totale. Spiace, come detto altre volte, vedere un’ottima attrice come Yunjin Kim inserita in una sceneggiatura schizofrenica e a tratti senza una logica.
Altro personaggio che soffre in questo episodio e non ha brillato negli altri è April. Si è passati dalle crisi adolescenziali di Lucy, alle problematiche lavorative con il transgender, e si approda alla madre ubriaca di April, malata di cirrosi epatica e che anche in queste condizioni trova il modo di fare la str**a con il buon Marc. Facile immaginare che questo porterà all’interno di casa Malloy una bella crisi nella quale forse la bellissima ex di Marc potrebbe giocare un ruolo.
Dalla regia mi dicono che forse sia Karen che April hanno storie così slegate ma che alla fine si troverà il modo di tirare i fili e dare a tutto un senso. Permettetemi di dubitarne, a meno di pensare a qualche espediente narrativo che spero fortemente non utilizzino per salvare almeno la capra e sacrificare i cavoli.
Allora chi salviamo da questo episodio? Eh… domanda difficile, ma ci proviamo. Kate è un personaggio che io maltratto troppo, forse. In realtà è quella che è partita con uno scopo e quello ha scelto di percorrere: vuole trovare l’amore e se ne frega del come e del perché. Sia da ubriaca che da sobria il suo pensiero è sempre lo stesso: trovare la storia d’amore con tanto di principe azzurro, quella che fa sospirare.
A ben vedere questo fa di lei e della sua parte di storia un qualcosa di certo, un isola forse semplice ma felice attorno ad una mare in burrasca che sono le vicende degli altri protagonisti. Quindi rivedo in positivo la mia opinione di Kate Harris.
Salvo anche Josslyn e la sua storia, non solo perché trovo il suo personaggio fantastico, ma anche per come è stata costruita la sua vicenda personale. Rispetto alle altre Mistresses, la sua rabbia mal repressa e il suo doloroso passato si collegano facilmente a qualunque vicenda la veda coinvolta. Trovo una base certa attorno cui ruota tutto: dalla crisi con Harry alle vicende lavorative. Joss fa scelte anche sbagliate ma che possono sempre ricollegarsi al mistero legato a quanto accaduto a casa di Calista un anno prima. Tutto ha origine da lì e io spero che almeno in questo caso non si rovini tutto con qualche stupida chiusura alla “volemose bene, tutto risolto”. A volte serve anche che le fiabe non abbiano il lieto fine che tutti si aspettano.
L’episodio si chiude con Joss che ingurgita una pillola presa alla sua giovane cliente rockettara. Una chiusura più degna di quella dell’episodio precedente ma che non è sufficiente a dare una valutazione positiva. Spiace dover dare giudizi negativi su una serie TV che personalmente adoro, ma si respira un’aria di pressapochismo davvero pesante. Vi invito a guardare un qualunque episodio delle stagioni passate per rendervi subito conto di quanto dico.
Un saluto alla nostra amica Mistresses Italia.
Passo e chiudo.